Un carnevale di tanti anni fa, a Palazzolo Acreide, durante la sfilata dei carri allegorici, in mezzo alla bolgia di pirati, ballerine, supereroi, principesse, clown e carabinieri, che salivano verso la piazza centrale del paese, mio padre, sorridendo, indicò una persona e mi disse: “guarda quello, si è vestito a Bazzano”. Io ero un bambino e trovai la cosa inconcepibile: “Ma come è possibile – pensai – il signor Bazzano mica era uno famoso!”. Era una persona normale, un amico di mio nonno, giocavano insieme a carte, vestiva sempre in maniera impeccabile e zoppicava vistosamente dalla gamba destra. Mi voltai per osservare quest’uomo che indossava un vestito grigio, un cappello di feltro calcato sulla fronte e che affrontava la strada in salita con il suo passo inconfondibile. Rimasi attonito per qualche secondo, poi capii.

Mi hai fatto ricordare:
1) Ero bambina, andai a vedere i carri allegorici con i miei genitori e i miei nonni paterni. Dai carri gettavano i palloni Super Tele. Io ero timida e impaurita dalla massa di gente, andò mio nonno, ne prese uno al volo, tornò porgendomi il pallone nella retina e io pensai che era un super eroe.
2) Facevo il primo anno di Università. Andai al carnevale di Venezia con un’amica: una bolgia di gente che non ci si muoveva. Tornammo a Bologna la sera tardi, stravolte dalla stanchezza. Arrivammo in stazione dei treni, dove avevo parcheggiato la macchina, e la macchina non c’era più: ce l’avevano rimossa…
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