Nemmeno una parola sull’abusivismo, sulle regole da fare rispettare, sugli spazi pubblici occupati di prepotenza, su alcuni servizi turistici delinquenziali, sulla sporcizia delle strade, sui miasmi dei rifiuti nei mastelli e nei carrellati conferiti senza regole. Nemmeno una parola su una problematica che potrebbe essere affrontata subito, senza dover partorire piani articolati, senza stakeholders da consultare, senza troppi punti di domanda, solo facendo applicare le leggi e i regolamenti che già esistono.
Il sogno invece è Ortigia senza auto dei residenti, che a dirla tutta, è proprio un gran sogno, lo condivido appieno, e sarebbe fantastico, ma ci sono tutta quella sfilza di punti interrogativi che lo fanno apparire una cosa talmente distante da sembrare pura utopia, una cosa buttata lì, un’arma di distrazione di massa.
L’Ortigia dei giorni di Mattarella è un isola che non c’è, quella della seconda stella a destra: è irreale, monotona, ingannevole, deserta, senza santi né eroi. Pensare che possa essere considerata da qualcuno un modello da prendere in considerazione è francamente insensato. Ortigia è un centro turistico pieno di vita e tale deve restare, è un centro storico come ce ne sono migliaia in tutto il mondo, solo che il nostro è stato abbandonato a sé stesso, alla spregiudicatezza di alcuni, alla compiacenza di altri, con tutto quello che ne consegue in termini di degrado, caos e illegalità.
Eppure, basterebbe così poco…

Foto Augusto Scariolo