“A fatto bene labusivo seno dategli un lavoro”

Nella mia città, che un tempo è stata straordinaria culla di cultura, succede che alcuni vigili urbani vengono brutalmente aggrediti da un manipolo di venditori abusivi. La colpa? Quella di avere l’ordine di sgomberare dalle piazzole di un grande mercato rionale i commercianti abusivi, permettendo a c4fa2087-fc91-449c-9f23-ca6d809be594_1200x499_0.5x0.5_1_cropquelli autorizzati di svolgere il proprio lavoro. La notizia fa il giro del web e la stragrande maggioranza dei commenti è dalla parte degli abusivi. In un crescendo di errori e orrori ortografici, insulti razziali immotivati, anatemi contro l’amministrazione e capacità espressiva ridotta ai minimi termini, si condanna l’intervento dei vigili e si giustifica la reazione degli abusivi. Questi, vengono considerati poveri padri di famiglia nonostante, fuori da ogni regola, vendano a basso costo alla faccia di altri padri di famiglia che con le autorizzazioni in regola e il registratore di cassa, non possono permettersi di fare quei prezzi. Il lavoro è sì un diritto, ma deve sottostare a regole uguali per tutti, altrimenti chi non le rispetta finisce col prevaricare gli altri. L’aspetto peggiore di questa triste vicenda però non è la generalizzata difesa di un comportamento illecito. Questa è solo una conseguenza, l’aspetto più preoccupante è quello relativo all’ignoranza di ritorno, alla mancanza di scolarizzazione che in questa città sta raggiungendo nuovamente i numeri del dopoguerra. I dati di Siracusa sono terribili e parlano di una società con alti livelli di analfabetismo e sempre più bassi livelli di scolarizzazione. I commenti su Facebook sono lì a ricordarcelo ogni giorno, fotografando l’allarmante marginalizzazione di una fascia sempre maggiore di popolazione che finisce nel terribile circolo vizioso che a bassa scolarizzazione associa uno scarso profilo occupazionale. Le conseguenze e i costi sociali di questo sistema sono nefaste e ricadono su tutti. Sembra scontato dire che l’istruzione è alla base della ricchezza di una società ma non se ne può fare a meno anzi, bisognerebbe affrettarsi a rafforzarla questa base perché l’emergenza culturale che stiamo vivendo non è meno drammatica di quella economica.

Il siracusano e il cinema, un’analisi senza capo né coda

Una volta a Siracusa c’erano i cinema. Cinque sale ubicate in punti differenti della città. Nella zona alta c’era il Vasquez, enorme e maestoso; i più contenuti Golden e Mignon delimitavano la Borgata e corso Gelone; ad Ortigia il Verga, possente e decaduto e il Salamandra, minuscolo, d’essai e con un passato a luci rosse. Le cinque sale garantivano una programmazione più che dignitosa per una città di provincia. Nella stragrande maggioranza dei casi il siracusano sceglieva un film che voleva vedere, individuava la sala, cercava parcheggio nelle vicinanze, comprava il biglietto, acquistava una confezione di Cipster o di Ritz, sceglieva il posto a sedere e si godeva lo spettacolo. Il film poteva piacere o no, lo si commentava con gli amici seduti accanto, si chiedevano spiegazioni su passaggi particolarmente intricati o sceneggiature fumose, ma se si alzava troppo il tono della voce, si veniva immediatamente redarguiti da un severo schhhh che arrivava dalla fila dietro. La maschera poi, era una figura rispettabile armata di mini-torcia e buonsenso.

Cinema_gratis_Milano_PlateaNon per buttarla sul melenso in spregio a Tornatore e alla sua squisita poetica del cinema che fu, quella del potere evocativo, della forza di aggregazione sociale e di quello che volete, ma oggi, il cinema inteso come luogo fisico, ha subito un profondo cambiamento nel modo in cui viene fruito dal pubblico. Quella era un’epoca senza pay per view e senza on demand, ad andare forte erano i Lunedì Cinema di Raiuno con la sigla di Lucio Dalla (pa ppa, parapapà, dundabitu dubididà) e i Bellissimi di Retequattro che tra interruzioni pubblicitarie, Tg della notte e meteo, trasformava tutti i film in una maratona alla Ben Hur. Andare al cinema era una scelta consapevole dettata dal desiderio di vedere un nuovo film, di evadere dalla realtà e anche di condividere uno spazio comune rispettandone le regole.

Con il passare del tempo le sale di una volta hanno chiuso. Solo il Vasquez si è salvato trasformandosi, al passo con i tempi, in una multisala con pregi e difetti. I pregi sono evidenti a tutti: le poltrone sono comode, gli impianti audio e video sono all’avanguardia, il posto a sedere è assegnato e numerato e si può acquistare in prevendita comodamente da casa propria. I difetti sono altri e scaturiscono proprio dalla trasformazione antropologica degli utenti. Sembra quasi che il cinema sia diventato come un grande centro commerciale dove le persone vanno senza le idee chiare su cosa acquistare. Del resto c’è quasi tutto, basta lasciarsi ispirare. Spesso si parcheggiano i figli a vedere uno dei cartoni in programmazione e nell’attesa si sceglie una pellicola tra le restanti. Sempre meno persone sembrano interessate al film che vanno a vedere e sembrano lì per caso.

Ieri avevo scelto Revenant, l’ultimo lavoro di Alejandro González Iñárritu con Leonardo di Caprio. Almeno il 50% della platea non era interessata al film. Molti parlavano a voce alta, altri si alzavano in continuazione. A film iniziato da cinque minuti un tizio mi si è messo davanti e con fare infastidito mi ha chiesto di cedergli quello che riteneva il suo posto. La sua ragazza, più educata, aspettava spazientita nel corridoio e diceva: futtatinni, mittemuni na sta fila, avanti, entrambi sembravano usciti da una puntata di Uomini e Donne. Ho tirato fuori il biglietto mostrandogli che si sbagliava, lui ha controllato il suo e poi, mentre sullo schermo la spedizione guidata da Di Caprio era sotto un terribile attacco indiano, mi ha chiesto: ma nun è u fimm cu Rocky? intendendo, immagino, Creed con Sylvester Stallone. No, ho risposto e lui di rimando: Minchia, sbagghiammu sala, ed è andato via trascinandosi la compagna.

Dopo questo fuori programma mi sono sistemato sulla poltrona per immergermi nell’incredibile paesaggio naturale e umano del film inconsapevole di dover fronteggiare bel altra natura e umanità. Ogni minuto circa, il fumatore incallito seduto dietro di me si schiariva la gola nel tentativo di rimuovere un ostinatissimo catarro con un sonoro ehmr ehmr. Con un breve calcolo, data la durata del film, ho stimato approssimativamente 156 raschiate di gola. Forse un record, ma quest’uomo almeno era lì per vedere il film, non certo come la coppia alla mia destra. Di mezza età, sobri nell’abbigliamento – la signora in onore al film indossava una pelliccia di orso grizzly – hanno fatto come se fossero stati sul divano di casa, commentando ogni cazzo di singola scena del film. Lui, testa dura, continua a chiedere chi fossero i cattivi, come se senza questo elemento non riuscisse a collegare le parti di una sceneggiatura ridotta all’osso e lineare. Non contento, manco fosse stato antropologo con cattedra all’università del Wisconsin, sparava a muzzo nomi di tribù indiane, forte del suo background di film di John Wayne. Ad un mio timido schhhh, mi ha fulminato con uno sguardo come a dire: che cazzo vuoi? abbiamo pagato il biglietto e facciamo quello che ci pare.

Davanti, una selva di telefonini. La light pollution mi costringevano a tenere gli occhi socchiusi per non rimanere accecato. Dagli schermi dei tre telefonini che potevo scorgere uno era fisso su Facebook; il secondo si accendeva come una nevrosi su ora e data e trasmetteva tutto lo strazio che stava vivendo quello spettatore che contava i minuti alla fine; il terzo, il mio preferito, chattava. Io una cosa del genere non l’avevo mai vista prima: non scriveva parole né frasi di senso compiuto, no, inviava lunghe strisce di emoticon. La cosa pazzesca è che anche il destinatario rispondeva allo stesso modo. Strabiliante. Poi, la nefasta abitudine di lasciare aperta la porta e la tenda d’ingresso alla sala. Una ragazza del pubblico si è dovuta alzare più volte per accostarla, ma regolarmente, un torpo annoiato, usciva dalla sala senza richiudere, nel totale disinteresse della giovane maschera che di questo dovrebbe occuparsi. Ma non può funzionare così, il cinema ha una sua liturgia che prevede silenzio, concentrazione e rispetto per gli altri. L’acquisto del biglietto da diritto a vedere il film ma non permette di disturbare, anche involontariamente, le altre persone. La verità è che i paletti che delimitavano il buon senso sono stati estirpati da tempo. Il relazionarsi con gli altri in un luogo pubblico, il sapersi adeguare alle regole ovvie di un cinema, sono stati sopraffatti da egoismo e cattiva educazione.

Più il film andava avanti e il protagonista superava avversità di ogni tipo spinto da un desiderio di vendetta, più mi sentivo sopraffatto dalla natura di quella sala popolata da bestie allo stato brado. Solo il lirismo del film, la fotografia e la luce di quei luoghi meravigliosi e rarefatti ha quietato la mia sete di vendetta, riportandomi dentro la narrazione. Alla fine, dopo un finale da groppo alla gola, la gente è scattata in piedi come se non aspettasse altro, si è vestita e ha cominciato a defluire dalla sala mentre scorrevano i titoli di coda. Dopo neanche un minuto mi sono guardato intorno, eravamo rimasti in sei. Esausti, stremati, ma sopravvissuti.

Ansia della Settimana 25 gennaio

Cerimonie e Simpoli

archimede-300x198Svelato il rendering del monumento ad Archiemede ed è subito polemica! Il genio siracusano raffigurato mentre regge con la mano destra un gigantesco gettone di presenza. Insorgono i 5 stelle!!! Allo studio dell’amministrazione tante novità per la giornata dedicata all’illustre scienziato finanziata con fondi EU:

– Un grande evento annuale per celebrare il progresso scientifico e tecnologico dei semafori intelligenti

– Un convegno internazionale dal titolo “Dagli specchi ustori alle navette elettriche nell’epoca dell’accountability”

Infine un gigantesco pallottoliere per i calcoli più difficili sarà istallato sopra il parcheggio Talete per permettere ai cittadini di calcolare tasse, imposte e balzelli.

Crascio DOP

Scarse condizioni igieniche: chiuso un panificio di piazza Pancali.

– Buoncionno, 4 bocconcini, e 2 scolli crazie

– fineru, c’è chiddu ca viri…

– allura mi rassi si 3 pappapani e 2 fuochisti e un pizzuddo ri sa ragnatela

– 1 euro e 80 preco

La politica che fa

Approvato bilancio di previsione 2015. Consiglieri e Giunta hanno poi dato vita a un finto veglione di capodanno smart con tanto di fiaccole, bollicine e trenini sulle note di Disco Samba. Il conto alla rovescia finale ha sancito l’ingresso ufficiale della città nel 2016!!!

Licenziato dipendente assenteista

Ma siamo pazzi? Cioè adesso un dipendente pubblico non può neanche timbrare e andare a fare la spesa o andare in palestra? Ma veramente vogliamo vivere in una società dove chi lavora nel pubblico svolga con scrupolo le mansioni per cui è pagato!!! Questa è una deriva molto pericolosa, qui si rischia di alterare dal punto di vista antropologico e sociologico i valori di un popolo radicati nella storia!!! Fai girare, appoggia anche tu il Comitato “Stipendio pubblico sì ma senza lavoro” e il Sindacato autonomo “M.A.U.T.T.A.” Contrasteremo insieme queste scelte vergognose e populiste!!!

 

Ansia della Settimana 16 gennaio

Rebuilding the Future – Siracusa, Imbrattata una delle installazioni artistiche in pista ciclabile. 10271602_10208526395867104_5250342722335826252_nAll’autore dello sfregio 30mila euro dall’Unione Europea…

Regione Sicilia – Cancella il debito

Firma anche tu l’appello per la cancellazione del debito dei Deputati regionali con Riscossione Sicilia. Una scelta di civiltà! Qualunque sia la tua opinione e il tuo giudizio sul mancato pagamento delle tasse da parte dei nostri politici regionali, ciò non toglie che nessuno ha il diritto di umiliare una deputazione così preparata e fortemente impegnata a risolvere i problemi della Sicilia. Ti invito a guardare i TG locali e anche se non capisci la lingua di alcuni rappresentanti politici, comprenderai il significato. Ho visto deputati da 4 legislature piangere disperati per non aver raggiunto il numero legale, altri arrivare in ritardo all’unica seduta del mese intascando migliaia di euro di stipendio che altro non sono che un misero obolo per non morire di fame dopo una vita di lavoro. Con le riforme bloccate, una regione in ginocchio, le casse vuote e tutte le preoccupazioni affrontate nei banchetti ai ristoranti, chi potrebbe avere il tempo di pagare le tasse? te lo sei chiesto? Archimete Pitacorico sollecita e avanza la richiesta di un totale azzeramento del debito dei nostri Deputati o quantomeno una rateizzazione distraendo fondi europei dal settore della formazione.  Fai girare l’appello, grazie. Condividi!

Lutto Cinema

Addio a Silvana Pampanini. Dopo la Moira Orfei un altro duro colpo all’industria della cosmesi. Sindacati di Cipria S.p.a. sulle barricate: 800 dipendenti a rischio licenziamento…

Soddisfazioni

 Siracusa prima nella classifica Wimdu delle città più ospitali in Italia.
pago due granite con brioche… mi fa lo scontrino?
ma o’fanculo…

Geopolitica

Siracusa, Truppe del Marchese di Cassibile conquistano lido Sayonara!579744_4044535961480_1985006858_n-2

Lutto Musica

Anche David Bowie ci lascia senza conoscere il bilancio di previsione 2015 del Comune di Siracusa.

Palazzo Vermexio

Dopo la polemica sulle assicurazioni dei Consiglieri Comunali, occhi puntati su Bollo e Revisione auto!!!

Esami Maturità

Abolire gli esami di Stato. I direttivi studenteschi alunni scuole paritarie e le associazioni di genitori “Diplomificio fortuna iuvant” e “La matematica è un’opinione” replicano alla professoressa del liceo Gargallo che chiede l’abolizione degli esami di maturità e rilanciano: aboliamo anche gli scrutini! Sono una inutile perdita di tempo e generano odiose differenze tra gli alunni. La sana pratica dei 5 anni in 1 deve diventare il pilastro sul quale costruire la scuola di domani.

Ansia di fine 2015

10489781_10208417645148404_6525275737112445711_nTrink Coca Cola. Anche il Presitente Crocetta peve coca cola!!! Ai primi tieci mi piace, in recalo il presticioso poccalone criffato…

 

Speranze infrante

***ATTENZIONE***
Mark Zuckerberg ha annunciato anche che per ricevere il 10% dei fantomatici 45 trilioni di dollari di azioni Facebook, sarà obbligatorio sfregiare la macchina del proprio cognato e postare una foto di una minchia che vola!!! A mezzanotte pst, Facebook cercherà chi ha veramente scassato la macchina del proprio parente e, contate tutte le minchie che volano, procederà a bonifico sul conto corrente dei mille sorteggiati. Buona fortuna a tutti……

 

Capodanno

Cosa avrebbe fatto del Capodanno Smart in piazza Duomo un vero Capodanno Smart? Ma un premio al Premio Tiche… of course!!!

 

Capodanno

In relazione ad alcune voci infondate e per dovere di chiarezza verso i lettori di Archimete Pitacorico – a fronte di una telefonata di mia zia Cetti e di un sms inviato per sbaglio da un lettore – si precisa che il Capodanno a Casa Spinoccia nella villetta di Tivoli con Archimete Pitacorico quest’anno non si terrà per scelte indipendenti dalla volontà del sottoscritto. Ogni voce di un presunto coinvolgimento di Archimete in occasione della serata del 31 dicembre 2015 a Tivoli è pertanto falsa.

Capodanno

Nella guerra di numeri e di foto tra capodanni, è evidente ai più che nell’edizione di Fm Italia si scorge 945292_10208514042678282_6048381806742143893_nnella foto il signor Amenta e la famiglia Perticone assenti nell’edizione di Siracusanews in cui compaiono peró i fratelli Ebanietti, la signorina Patanè e l’ing. Parrino immortalato in una danza scatenata!!!

 

Capodanno

L’istituto di ricerche Quasimodo elaborazione dati semplici, ha reso noti alcuni numeri relativi al Capodanno in piazza. L’ultima edizione nettamente avanti nel numero di “Su le mani” gridato dal palco. L’anno scorso cospicua predominanza di “Ciao Siracusa”. In calo gli “Straordinario” ed i “Siete Bellissimi”. Spropositato l’uso della locuzione “Eccellenza Siracusana” attribuita a tutto e a tutti persino ad una transenna posizionata alla sinistra del palco. Parità assoluta per il numero di partecipanti al trenino sulle note di “Disco Samba”. Cresce il numero di canzoni inglesi cantate a squarciagola su testi a muzzo, tra le più note: “”Ai uì suvvaiv” e la sempre verde “Tisco infenno”.