“Dipende dal collega” è una formula magica, è la risposta che ho ricevuto più volte da quando sono tornato a vivere qui. “Dipende dal collega” è un costrutto polisemico e affascinante che in tre parole distrugge il concetto di stato di diritto per come lo conosciamo dalla rivoluzione francese ad oggi; annichilisce teorie semiotiche accettate dalla comunità scientifica; spiazza colui che la riceve costringendolo a mettere in discussione archetipi e basi del vivere civile. A Siracusa quasi tutto “dipende dal collega”. È un modo di fare inscritto nel nostro patrimonio genetico. Alla regola certa, alla legge con articolo e comma, preferiamo sostituire una specie di indeterminismo ontologico alla matalotta dove le necessità spicciole e grette affiancano la pura casualità.
- Scusi, è possibile parcheggiare qui?
- Dipende dal collega…
oppure
- Il regolamento Imu compara la proprietà di un immobile con il suo usufrutto?
- Dipende dal collega…
In questo scenario, l’alea dell’oggi multo chi parcheggia qui ma domani no; il fato che regola l’ammenda combinata all’esercente in regola e non all’altro sfacciatamente fuorilegge, diventa condizione insostenibile per un cittadino normale. Il bordello generato è inesorabile come il pescato di frodo, puntuale come la granita di mandorla in estate, spietato come la pizzeria sotto casa mia. Come l’orchestrina del Titanic, assistiamo inermi ad una deregulation totale che coinvolge e spazza via tutto. Persino la legge della giungla – per molti ultimo baluardo di legalità – si infrange travolta dal “Dipende dal collega”, vero generatore random di caos siracusano.