“Provatici a mettete il vaccino odlicatorio così vi prentete la vostra responsabilita e appoi se qualchearuno si sente male ca finisce ospitale con quacche pezzo di tromposi e lo pacate soddi profumati è poi vediamo chi a raggione”…

Quei colori Lgbt+ in piazza della Repubblica sono estremamente pericolosi e subdoli… sono passato un minuto e ho avuto irrefrenabile la necessità di fermarmi da Pop Off per comprarmi un pantalone pinocchietto, una tshirt traforata rosa e glitter e una cintura borchiata. Se è successo a me, che sono adulto e vaccinato, cosa potrà mai succedere ai giovani innocenti? #Noncielodicono
– Ha visto u tirassegno? Ahahaha, t’accattasti i freccette?
– Ma quale tirassegno?
– Docu, a piazza Adda…
– Ma dici a piazza della Repubblica?
– Se, unni c’era u tribunale… ma è na cosa di puppi?
– Eh? Ma perchè?
– Siccome c’hanno fatto l’accobbaleno…
– Che c’entra, è un progetto di viabilità per pedonalizzare le aree davanti alle scuole
– E picchì?
– E perché no?
– Chissacciu… ma se mi vulissi pigghiari u cafè ni Doris?
– Non lo so, io non l’ho visto, ci sarà una viabilità alternativa, male che va, ti fai due passi a piedi…
– Manco motto!
– E allora non ti pigli u cafè, non so che dirti.
– E chista è democrazia? Cioè ca ora praticamente pozzo lassari u matura no garasch
– Mi pare un po’ esagerato… ma poi tu non sei sempre buttato alla Jureca? Tutti sti cafè ni Doris ti devi pigliare?
– Mpare che c’entra… è ipprincipio.
– Hai votato per i brenti dei bicicletti e i pisti ciclabbili?
– No, ma unni… su Feisbus?
– No, a quali, nel sito del sintaco!
– Ma come si deve votare?
– Ca nenti, scegli un brenti e u voti…
– Ma chi è stu brenti?
– A docu, a scritta… il loco di tutta sta cosa dei bicicletti.
– Non lo sto capento…
– C’è u referentum pe scegliere come sa chiamare tutta sta cosa di ztl, piste ciclabili e autobbussi.
– E pozzu votare no?
– Ma come no?
– Ca levuno tutti cosi e lassunu come era prima e ni fanu posteggiare unni zocco è ghiè… ma non era megghiu?
– Ma chi sacciu… fosse sì, fosse no.
– Io sto coi metici che non ci anno creduto al vaccino di big farma demone bestia satanica
– Un mio amico vaccinato con la prima dose del gianson sta malissimo tipo ca febre a 40 e andato a finire a guardia medica e ci anno detto che era grazie al vaccino che era co virus senza vaccino a stura era savvo ma smettiamola va per favore
– Ou scimunito per me ti po fari azziccari tutti i vaccini ca voi macari no culo a ti pare ca sta parrannu cu na novas?
– E chista ma chiamano teontologia ma manco saffruntano?
– A varianti delta a fatto a faizer a germania u sanu tutti e la detto paracone alla 7, per fare soldi di noi cittadini e dellunione europea
– Se unu e dutturi e non si vaccina vuol dire ca vi a sgamati bastardi
– Io penso che il bonifico della corruzione è arrivato anche a voi “giornalai” locali
– Na vota mi fici un siero sperimentale co rum a vecchia Romagna e a gazzosa niente ci stavo capento e ittava certi piriti
– Perche siamo sotto dittatura ,i medici savissiru stare tutti a casa e ospetali chiusi è poi viremu chi avesse a curare a chi? Vedrebbe come bruciassi u stato fozza personale medico e infemmieristico spaccatici i culi a sti puppi multi nazionali
– Io i canusciu a tutti e 49 dottori sono i megghiu di siracusa per questo li anno licenziati sono contro il sistema del mangia mancia
– Chi è vaccino non e immune ma sviluppa i virus ca ancora non si conoscono tipo inglese indiano u detta e u prossimo che dice che è quello giappunisi delle olimpiati
– Questo non e vaccino ma pseutovaccino i cosi giusti
– Nn sn obblicati ma anno a decidere colla loro testa i medici i dottori e infemmieri
– Bravissimi i medici che non vogliono vaccinarsi perché sanno. Più di noi. Il veleno che c’è dentro x eliminarci. IO NON ME NE FARÒ MAI RICATTANO CON IL GREEN PASS. IL MIO È APPESO IN BAGNO
– Per nn. Fallo. Vuolire anno. Dei dubbi sentite in tv la gente sta morendo cu stu caz… Di vaccini ma ora basta per me è tutta una sperimentazione siamo stanchi state rovinando un mondo bastaaaaaaaa. Anno ragione I medici
– E un vaccino fasso fasso fasso
– Dottori sciapò
– Fatto bene tutti a casa senza soddi però vi devono togliere tutti i soddi. A casa
La Sila, in Calabria, è un posto bellissimo ma è al Sud quindi potrebbe essere un posto ancora più bello se non fosse che, essendo al Sud, la natura preziosa, gli scorci mozzafiato, le atmosfere rarefatte, sono devastate dai piatti di plastica e dai sacchetti di spazzatura disseminati sotto gli alberi, dai cavalli di una famiglia di sinti calabresi, giostrai, al galoppo briglie sciolte nell’unico parchetto per bambini e dall’immancabile trenino turistico su gomma che sputa fumo nero dai suoi scarichi e appesta l’aria con una compilation di musica latina a volume spropositato con tutto il suo carico di “contigo”, “conmigo”, “tengo que besarte”, “nos vamo’ pa’ tu casa sin pijama, sin pijama”, “te pones celoso si bailo con otro”.
Di contro, abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi e di residenti del luogo che fa di tutto per rendere l’esperienza in Sila autentica e formativa: accoglienza diffusa, attenzione per i prodotti agroalimentari locali, studio della storia e delle tradizioni e un amore genuino per questa terra. Grazie a loro abbiamo potuto goderci una settimana immersi nella natura più incontaminata.
Parlando con le guide locali avevamo deciso di partecipare ad una escursione nei boschi con un gruppo di famiglie con bambini. L’escursione sarebbe stata di circa tre ore e con un taglio didattico specifico, per introdurre i più piccoli alla vita del bosco. C’era una coppia di Mantova con la loro figlia Arianna di 7 anni, c’era una famiglia romana con due gemelli, Rudi e Rebecca e una coppia giovanissima, lui di Cosenza, lei svedese, con Corrado, un bambino di circa quattro anni. C’era Ettore un dodicenne di Crotone scaltro ed equipaggiato come per un corso di sopravvivenza e un altro paio di famiglie con la rispettiva prole. Bruna, con il suo anno e mezzo era la più piccola del gruppo ed era sistemata dentro uno zaino per escursioni, appositamente noleggiato per l’occasione. Dopo un primo tratto di percorso costeggiando la strada delle vette, ci siamo inerpicati lungo un sentiero dentro il bosco. La temperatura era perfetta, i profumi delle resine inebrianti, Laura, la nostra guida, era affabile e molto scrupolosa, grazie a lei abbiamo visto la tana del serpente e quella dello scoiattolo, il “supermercato” del picchio, la casa del tasso e dove va a bere la martora. I bambini del gruppo erano entusiasti, Bruna un po’ meno, perché alla lunga, stare costretta dentro lo zaino era per lei un po’ noioso e poi perché le sue conoscenze etologiche non sono ancora così avanzate.
In più, cominciava a montare un po’ di stanchezza perché, fino a quando si marciava, Bruna riusciva a distrarsi, cantavamo “Diamonds on the soles of her shoes” di Paul Simon e “Bimba a bordo” dei Re Acuti e tutto andava bene, ma quando ci fermavamo, tra spiegazioni e domande del pubblico, perdevamo un sacco di tempo e la bambina, dopo la prima ora, manifestava una certa insofferenza.
Ho cominciato a colpevolizzarmi e chiedevo a Donatella: “Ma come abbiamo potuto trascinarla qui? Come abbiamo potuto infliggerle questa prigionia per ore e ore, imbracata in uno zaino a noleggio mentre lei vorrebbe solo correre e fare lo scivolo?”. Donatella, che è molto più lucida di me, cercava di farmi ragionare: “Ma che dici? Stiamo facendo una bellissima escursione insieme.”, “Bruna sta bene, calmati, piuttosto coinvolgiamola di più, distraiamola”. Ma io niente, non sentivo ragioni, ogni suo lamento era come se mi infliggessero una coltellata, allora ad ogni stop, ho cominciato a dire alla guida e a tutto il gruppo cose tipo: “questo lo sappiamo, andiamo avanti”. Oppure commentavo ad alta voce: “Superfluo.”, davo consigli: “Non ci raccontare proprio tutto, lasciaci anche con un po’ di mistero”, o davo indicazioni: “Da questa parte, circolare, circolare”.
Donatella si è avvicinata con la faccia tirata e mi ha detto: “la devi finire, sembri un pazzo!”.
Poi, dopo un altro tratto in salita, ci siamo fermati in cima ad una spianata dove c’era una specie di anfiteatro naturale di rocce e alberi e Laura ha iniziato un discorso sulla biodiversità, su come la coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali crei un equilibrio grazie alle loro reciproche relazioni e poi si è spinta ancora più in la, abbozzando quasi un’analisi sociologica e sottolinenando l’importanza delle differenze tra gli attori di un ecosistema in relazione alle condizioni ambientali.
Bruna scalpitava, si lamentava, io immaginavo terribili sofferenze e stavo per scoppiare in lacrime, ho guardato Donatella come a implorarla: liberiamola. Donatella ha detto: “facciamola scendere”. per Bruna è stato un sollievo, ha cominciato a sgranchirsi le gambe, prendere rametti e giocare con le pigne. Per me è stato come rinascere, ho ripreso a respirare normalmente e mi sono rilassato.
A un certo punto Bruna si è accorta che gli altri bambini erano tutti intorno a Laura e ciascuno di loro imitava cinguettii di uccelli. Era tutto un Cip Cip, Piep Piep, Cra Cra. Ettore, quello vestito come un berretto verde, conosceva pure i versi dell’aquila reale, del gufo delle nevi e di qualsiasi altro volatile conosciuto nel mondo.
Praticamente Laura chiedeva ad ogni bambino da che città venisse e quali specie di uccelli conoscesse e ogni bambino rispondeva con un concerto di suoni e di onomatopee. Bruna si è fiondata in mezzo al capannello di bambini e si è piazzata sotto Laura, a trenta centimetri, fissandola dal basso verso l’alto. La guida le ha sorriso e per gentilezza le ha chiesto: “E tu da dove vieni?”. Ma questo Bruna non lo sa, è un argomento che non abbiamo ancora affrontato e così ha risposto: “Biddiii”, che è un termine polisemico che lei usa in varie situazioni, allora sono dovuto intervenire io: “Siracusa, ho detto tra il fiero e lo sconfortato”.
“E come ti chiami?”, le ha chiesto la guida.
“Buna“, ha risposto pronta.
“E a Siracusa, a casa tua, come fanno gli uccellini?”.
Bruna non c’ha pensato due volte, ha aperto le braccia per fare le ali e ha risposto: “Ucuccu, Ucuccu.”.
“U Prefetto e u Sintaco Italia avrebbero a risolvere i pobblemi veri e no che c’è li devono creare ha noi.”. Parole di fuoco quelle del comitato Stutenti Siracusani e Movita, dopo la presa di posizione delle istituzioni sugli assembramenti e sul mancato utilizzo della mascherina. “A noi, i rappresentanti dei Stutenti pella movita, sta cosa non ci piace che secondo i Prefetto e macari seconto u Sintaco ci stiamo tutti impicchiati. Non e vero, queste sono accuse intecenti, accussì, senza prove, senza nenti. Sta cosa che ora, dopo che ci ata costretto a loctaun, a du misi di quarantena, non ci possiamo bere manco un coctel colla comitiva picchì ni ceccanu u Grinpassi. Ma stiamo abbaianto? Questa e dittatura. Cioè prima non poteumu manco nesciri cche mutura ho ca zita e ora ca tutti su peri peri ci tite che ama essere responzabili è fosse macari stare ai casi? Pecchè u prefetto non pensa a chiddi ca fano a rapina o delinguono e pecchè il sintaco non pensa ha puliziare a città e assistimari i strate anzicche farisi i seffi cu Docce e Gabbana? Noi giovani havemu u diritto di fare buddello proprio picchi semu giovani e ha scola pi stannu e finita e cosa dovessimo fare in una città ca e un paisazzu? Nenti! ma quacche cosa ama a fari e quinti ve la dovete assuppare e starivi muti picchì chista e demograzia!”.
In libreria a novembre 2021
Fuori è tutto è tranquillo, l’orizzonte è sgombro, la strada deserta e il mare sembra una tavola azzurra. Poi, in lontananza, nell’angolo, nascosto dietro una Jeep Renegade, lo vedo, sta tutto accucciato e con la mano mi indica qualcosa e mi fa segno di no. Mi volto e vedo una signora sulla sessantina, vestita bene, molto elegante. Passeggia nervosamente avanti e indietro e ogni tanto guarda l’orologio del telefono che tiene dentro una borsetta clutch. La signora è spazientita, prende coraggio e mi chiede: «ha visto per caso un signore distinto con un giubbottino blu?»
Io tentenno e poi faccio: «no, mi dispiace.»
La signora ha le lacrime agli occhi e va via a passo spedito: «lo sapevo – le sento dire – sempre la stessa storia ed io cretina che ci casco ogni volta.»
Vedendola andare via il nanno col giubbotto blu ha abbandonato il suo nascondiglio e si è avvicinato. «Ma perché si comporta così? Ma chi era la signora?» gli ho chiesto infastidito. Lui sorride beffardo e dice: «a niente, una simpatia… però è una gran scassamichia.»
Per la giornata del 15 agosto 2021 è fatto espresso divieto di darsi appuntamento alla Sun Gelati prima di raggiungere le singole villette di pertinenza! I trasgressori saranno puniti col sequestro di angurie, salsiccia e teglie di pasta al forno.
– Quanti siti?
– Quattru.
– Ata prenotato?
– No.
– Aviti u green passi?
– Sulu io!
– Uno megghiu i nenti… accomotatevi.