– Midolo: Professore Artale?
– Artale: Tì?
– Midolo: Mi scusi, volevo chiederle per quale motivo mi ha messo quattro. Mi aveva detto che l’interrogazione era andata bene e l’ha detto anche a mia mamma al ricevimento genitori.
– Artale: Eh… Mitolo, ma con una sola interrogazione… eh… chi putemu fari… a nenti, questo quatrimestre è andato così. Appoi vediamo… ah, a-anti.
– Midolo: No, mi scusi, non ho capito…
– Artale: Eh, Mitolo, facemu accussì… tu consideralu siei.
– Midolo: (ironico) Ma come consideralu siei, professore, ma che vuol dire?
– Artale: Ti sto ticento, consideralu siei.
– Midolo: Professore, ma io a mio padre che gli dico: papà, è quattro ma tu cunsideralu siei?
– Artale: Bih, Mitolo, ora basta. I voti del primo quatrimestre sono così. A-anti. Per esempio: la signorina Saia è una signorina da otto… ma non è che c’ho messo otto io…
– Saia: Professore Artale?
– Artale: Tì?
– Saia: Guardi che mi ha messo otto.
– Artale: (stupito) Ma quannu?
– Midolo: Ha visto? Ma allora ce l’ha con me?
– Artale: Ma chi sta ricennu! A-anti, ora basta.(Poi, improvvisamente e con foga, voltandosi verso l’alunno Rizzo) Rizzo, tomani ni virieumu, domani t’anterrogo.
– Rizzo: (esterrefatto) Professore ma io non sto dicendo niente! Ma perché se la sta prendendo con me!
– Artale: A mia m’antaressa. Tomani nì viriemu! U nibbuso mata fattu venere. Cose ti pazzi… Ora basta. Che avete dopo?
– La classe: Educazione fisica
– Artale: E allora ripassatevi l’educazione fisica. A-anti.
