La Scuola

– Midolo: Professore Artale?

– Artale: Tì?

– Midolo: Mi scusi, volevo chiederle per quale motivo mi ha messo quattro. Mi aveva detto che l’interrogazione era andata bene e l’ha detto anche a mia mamma al ricevimento genitori.

– Artale: Eh… Mitolo, ma con una sola interrogazione… eh… chi putemu fari… a nenti, questo quatrimestre è andato così. Appoi vediamo… ah, a-anti.

– Midolo: No, mi scusi, non ho capito…

– Artale: Eh, Mitolo, facemu accussì… tu consideralu siei.

– Midolo: (ironico) Ma come consideralu siei, professore, ma che vuol dire?

– Artale: Ti sto ticento, consideralu siei.

– Midolo: Professore, ma io a mio padre che gli dico: papà, è quattro ma tu cunsideralu siei?

– Artale: Bih, Mitolo, ora basta. I voti del primo quatrimestre sono così. A-anti. Per esempio: la signorina Saia è una signorina da otto… ma non è che c’ho messo otto io…

– Saia: Professore Artale?

– Artale: Tì?

– Saia: Guardi che mi ha messo otto.

– Artale: (stupito) Ma quannu?

– Midolo: Ha visto? Ma allora ce l’ha con me?

– Artale: Ma chi sta ricennu! A-anti, ora basta.(Poi, improvvisamente e con foga, voltandosi verso l’alunno Rizzo) Rizzo, tomani ni virieumu, domani t’anterrogo.

– Rizzo: (esterrefatto) Professore ma io non sto dicendo niente! Ma perché se la sta prendendo con me!

– Artale: A mia m’antaressa. Tomani nì viriemu! U nibbuso mata fattu venere. Cose ti pazzi… Ora basta. Che avete dopo?

– La classe: Educazione fisica

– Artale: E allora ripassatevi l’educazione fisica. A-anti.

Tramonti a sud est

Il tramonto sotto la Fonte Aretusa è sempre mozzafiato e ieri mentre procedevo lungo quella stradina che porta alla Villa Aretusa, con i suoi alberi secolari, i banchetti dei boat tour e il pungente odore di guano, ascoltavo in cuffia il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 di Liszt e proprio tra la fine del secondo movimento e l’inizio del terzo, uno dei picciuttazzi appostati con enormi canne da pesca alla ringhiera del lungomare ha tirato su un pesce mazzone piccolo e tozzo. La delusione sul suo viso di quattordicenne era evidente e gli altri ragazzini con le canne da pesca – forse perchè lui si era vantato che avrebbe pescato un dentice di 20 chili – hanno cominciato a ridere e a sfotterlo. Allora lui, con il mazzone ancora attaccato all’amo ha zittito tutti e rivolgendosi agli altri e ha detto: “Chi fazzu, ciù rialu a stu niuru, accussì su mancia stasira?”. Nell’accezione specifica, “u niuro” in questione era un ragazzo cingalese con un tavolino dotato di ruote, tipo carretto, sul quale esponeva un campionario merceologico da fare invidia al Floresta dei bei tempi. Il commerciante cingalese, senza scomporsi, ha guardato i picciuttazzi con sufficienza e ha detto: “tu azziccare no culo”. 

Tempeste di sabbia, turismo e terziario avanzato

I tempi sono maturi e il Comune di Siracusa, per non farsi trovare impreparato, sfruttare a proprio vantaggio i cambiamenti climatici e intercettare un turismo naïf, ha pubblicato il bando pubblico per titoli ed esami per l’assegnazione di n. 50 autorizzazioni di noleggio con conducente su dromedario e/o cammello.

Plauso di Assopanini e Confcavallo che lanciano “cammello e sbizzero” un nuovo panino gourmet, condito con un mix di spezie del deserto, cucunci, sgombro sbirro, ogghiu di harissa e sassaemayoness.

Tutto fa brodo

Capitale della Cultura, tutto fa brodo. Ultimi preparativi prima dell’audizione in Ministero, ad accompagnare il Primo Cittadino anche il giovane Ancelo, il portentoso quattordicenne di viale Tunisi capace di coprire con la sua voce sei ottave e di scandire nitidamente “Avanti Insieme” coi rutti e per questo divenuto, a furor di popolo, testimonial d’eccezione per l’importante candidatura. 

Uilliam Tiralonco

Scuote le coscienze il tema che un giovane alunno siracusano ha voluto dedicare al Primo cittadino.

Aieri matina vinni a scola u sintaco, una persona che o sempre voluto incontrare. U visti na vota sula, caminava ca bicicletta e Cammelo, me cucino, ci vuleva tirare na gran pallunata. Iu ci rissi, statti femmu, è il mio itolo. Dice che a venuto a scola pi fari l’inaugurazione delle nuove classi che ci anno dato per la scola e ora a detto il sindaco e anche la presite, bonu chiù coi doppi turni che mio padre, che di pomeriggio si cucca, si era scassato la minchia. Mi ho messo seduto a sentire che diceva e a aspettare di fare un seffi. Dopu vinti minuti ancora parrava e mi stava calannu u sonnu, poi ha dittu: avanti, facemuni sti fotografie però tutti che mascherine, uno alla votta e niente assempramenti. Allora tutti i picciotti sana susutu e sana misu in fila iu era tezzuttimo. Il mio cuore si e riempito di gioia quanto il Sintaco ha detto: aspè, prima facemu chiddi abbuddati. Allora ci scippai re manu u telefono a Rizzo ra tezza B ca è testiminchia e mi ci appresenti davanti e ci rissi: sintaco, grazie per quello che fai del coronavirus e della capitale della cuttura. E lui mi a sorriso e mi ha detto: preco e il mio dovere e poi mi ha fatto: ma tu comu ti chiami e io emozionato ce l’ho detto, Uilliam Tiralonco.

Tre anni di te

Comune di Siracusa, Noi Albergatori e Assopanini e Confcavallo, celebrano il terzo anniversario dell’istallazione di “Cavallo Corinzio e Sbizzero”, la scultura entrata nel cuore di tutti i siracusani. Per la critica, l’opera, la cui poetica mette in relazione cultura e sviluppo economico, vuole simbolicamente rappresentare il trait d’union tra mito e sassaemayoness.

Bar mitzvah

Un carnevale di tanti anni fa, a Palazzolo Acreide, durante la sfilata dei carri allegorici, in mezzo alla bolgia di pirati, ballerine, supereroi, principesse, clown e carabinieri, che salivano verso la piazza centrale del paese, mio padre, sorridendo, indicò una persona e mi disse: “guarda quello, si è vestito a Bazzano”. Io ero un bambino e trovai la cosa inconcepibile: “Ma come è possibile – pensai – il signor Bazzano mica era uno famoso!”. Era una persona normale, un amico di mio nonno, giocavano insieme a carte, vestiva sempre in maniera impeccabile e zoppicava vistosamente dalla gamba destra. Mi voltai per osservare quest’uomo che indossava un vestito grigio, un cappello di feltro calcato sulla fronte e che affrontava la strada in salita con il suo passo inconfondibile. Rimasi attonito per qualche secondo, poi capii.

10.000

Grazie! Quando ho aperto il blog non potevo immaginare nulla del genere, il fatto che 10.000 persone seguano quotidianamente Archimete Pitacorico è la dimostrazione di come l’umanità sia ormai sull’orlo del baratro. La cosa però, lo ammetto, mi rende estremamente felice, per cui, per ringraziarvi dell’affetto e della perseveranza che dimostrate, invierò a ciascuno di voi il kit pitacorico contenente:

– Vasetto caponata d’amare;

– Cintolino placcato oro forma sbizzero;

– Kit falsificazione pass Ztl Ortigia;

– Dispenser ogghiurepipi disinfettante da parete per esercizi commerciali;

– Brick latte di mantola in scadenza;

– Voucher cena romantica da incrasciato;

– Magnete frigo Parcheggio Talete;

– Funchetto porta fortuna.

Vergognomi assai ma necessito soldi droga.

Abbandoni (reprise)

Una coppia di cinquantenni in sella ad uno scooter, accosta e getta nel carrellato dell’organico di un palazzo lungo una strada principale del centro storico un sacchetto pieno di vetro, plastica e carcasse di pesce. Consapevole della probabile reazione, faccio notare ugualmente che almeno potevano usare quello dell’indifferenziata, così, per farla meno sporca. Il tizio alla guida ha replicato serafico: “A picchì nun ti fai i cazzi toi”. Lei, per stemperare i toni: “Lassalu peddere a chistu, amunìnni”. Avrei voluto insistere e chiedergli una cosa tipo: “Avete visto Alberto Angela su Siracusa, uno scandalo vero?”. Ma poi ho desistito e ho sospirato uno scoraggiato: “E vabbè”. Lo scooter, intanto, si era allontanato di qualche decina di metri, la “signora” seduta dietro si è voltata e mi ha gridato: “Ancora cca si? Sciesso”.