Siracusa vs Finlandia – Il glossario dei commenti social

– Tornatene alla fillanda e manciti a renna e beviti u teh

– A scola di me figghia pare u Bronz

– Ou gli italiani se la sentono sudata

– Solo una cosa anno fatto i fillandesi ikea o manciati i puppette ca mammellata

– Sindaco un attra malafiura ci devi dimettere

– La signora forse non ha sentito parlare di metodo monterossi

– Quando noi avevamo il teatro greco tu che spacchio avevi babbo natale?

– Un picciriddu i sarausa a uno fillandese su mancia a muzzicuna

– Signora prima di tutto rispetto per la scuola italiana e secondo hai fatto bene ad andartene non sei degna di siracusa scimunita

– A na telefonata prima e tu riceva iu di levarici manu…

– Chi vuole venire venca chi vuole antare vata

– Mau preside perchè non ci stampa na bella denuncia per direttissima a sti 4 zauddi della filanda

– Minchia meno male ca non hanno avuto bisogno dell’ospedale!

– Secondo me e un faisnius

– Stiamoci muti che abbiamo i scuole ne garasch

– Vencono iettuno fumere e se ne vanno… bella vita

– Il metodo montesano che tutti ci invidiano è questo ma che ne sanno questi del nord

– Ci sono insegnanti e insegnati i miei tutti bestia

– Bravo sinTaco investite nela squola sennò appoi pallano Comme ame!!!

– Mi preoccuperei piuttosto dei siracusani che scappano che dei finlandesi

– La città avrebbe ha richiedere i danni sindaco sveglia la pacca e finita

Lettera dopo lettera dopo lettera

Fa ancora più discutere la lettera di una signora di Misterbianco trasferitasi nel capoluogo aretuseo con la famiglia, che denuncia l’esclusione immotivata dalla chat delle mamme della classe. La famiglia adesso si spostata a Ficarazzi dove è stata accolta nel gruppo WhatsApp da una moltitudine di emoticon a muzzo.

Siracusa – Finlandia, dopo la lettera denuncia, una delegazione del sindaco tenta di ricucire lo strappo

La lettera denuncia della mamma finlandese, costretta a lasciare la città con i suoi figli per il livello, giudicato infimo, della scuola siracusana, oltre ad aver conquistato le pagine dei principali giornali nazionali ha prodotto un terremoto a Palazzo Vermexio che non è rimasto con le mani in mano ma ha messo in campo una serie di strategie per ricucire lo strappo. Una delegazione composta da due assessori comunali, 2 delegati di quartiere, tre vice delegati di rione e otto valvassini è partita alla volta della Spagna per rintracciare la famiglia finlandese e tentare una riconciliazione.

Il sindaco in persona avrebbe garantito alla famiglia nordica una serie di benefit per invogliarne il ritorno nella città di Aretusa, nello specifico:

– Aringa affumicata in tutte le mense scolastiche;

– Apecalessino con autista personale, brandizzato “città di acqua e di luce” a completa disposizione della famiglia per i tragitti casa, scuola, lavoro, tempo libero;

– L’usufrutto gratuito per 5 anni (rinnovabili)di un garage in zona Polibio già adibito ad aula scolastica;

– Un piazzamento sul podio per gli elaborati dei figli al prossimo Premio Tiche;

– Una fornitura per dieci anni di calia e simenza, ricci di mare, mucco e pescato di frodo del giorno;

– Abbonamento annuale spettacoli teatro comunale;

– Pass Ztl;

– Il finanziamento per un festival di musica tradizionale finlandese a Villa Reimann e un corposo sconto Tari.

Scuole chiuse, il plauso degli studenti

“Finammente u sintaco inzetta na cosa ca fa”.  I rappresentanti del movimento studentesco aretuseo plaudono alla scelta del sindaco di chiudere le scuole per l’allerta meteo. “Ogni vota ano tenuto le scole apette macari co malutempu bestiale perchè ha noi studenti re scole superiori di Siracusa non ci pensa mai nessuno a tutti i disaggi che abbiamo è che scarricamu nei genitori. Oggi finammente, grazie a sto provvedimento ni potemmo stare e case soprattutto i pentolari dei pumman è tuti quei picciotti che co malutempo non pono prendere i mutura picchì si assampanano tutti e rischiano di catere nelle strate che sono lachi e piene ti buche ca se ci cari ti struppii tutto. Con lall’erta meteo non si abbabia macari se le strade sarebbero fatte boni. Un plauso quinti al sintaco per la giusta decisione che ci tutela a noi e macari i patri e i matri non ci hanno accompagnare e si pono susiri chiù taddu e macari i professori e i bidelli”.  Però noi, i studenti dei superiori, non possiamo dimenticare le scole siracusane anno tanti altri problemi anche gravi tipo i muri ca si scozzulano tutti, laggibilità, a catta re pumperi e u friddo ca ora viene coll’inverno ca trasi u vilenu. Inoltre non ci sono abbastanza posteggi pe mutura e per questo appena scampa – ca dici ca tutta a simana chiove – faremo sciopero e manifestazione co cotteo”.

La Scuola

– Midolo: Professore Artale?

– Artale: Tì?

– Midolo: Mi scusi, volevo chiederle per quale motivo mi ha messo quattro. Mi aveva detto che l’interrogazione era andata bene e l’ha detto anche a mia mamma al ricevimento genitori.

– Artale: Eh… Mitolo, ma con una sola interrogazione… eh… chi putemu fari… a nenti, questo quatrimestre è andato così. Appoi vediamo… ah, a-anti.

– Midolo: No, mi scusi, non ho capito…

– Artale: Eh, Mitolo, facemu accussì… tu consideralu siei.

– Midolo: (ironico) Ma come consideralu siei, professore, ma che vuol dire?

– Artale: Ti sto ticento, consideralu siei.

– Midolo: Professore, ma io a mio padre che gli dico: papà, è quattro ma tu cunsideralu siei?

– Artale: Bih, Mitolo, ora basta. I voti del primo quatrimestre sono così. A-anti. Per esempio: la signorina Saia è una signorina da otto… ma non è che c’ho messo otto io…

– Saia: Professore Artale?

– Artale: Tì?

– Saia: Guardi che mi ha messo otto.

– Artale: (stupito) Ma quannu?

– Midolo: Ha visto? Ma allora ce l’ha con me?

– Artale: Ma chi sta ricennu! A-anti, ora basta.(Poi, improvvisamente e con foga, voltandosi verso l’alunno Rizzo) Rizzo, tomani ni virieumu, domani t’anterrogo.

– Rizzo: (esterrefatto) Professore ma io non sto dicendo niente! Ma perché se la sta prendendo con me!

– Artale: A mia m’antaressa. Tomani nì viriemu! U nibbuso mata fattu venere. Cose ti pazzi… Ora basta. Che avete dopo?

– La classe: Educazione fisica

– Artale: E allora ripassatevi l’educazione fisica. A-anti.

La classe si ritenne soddisfatta

Io non lo so se reintrodurre gli scritti nell’esame di maturità sia giusto o sbagliato, certo, non entro in una scuola da troppo tempo, le mie conoscenze di didattica sono ferme a trent’anni fa, sconosco le principali teorie pedagogiche e non ho figli in età scolare per poter giudicare la cosa ma credo che la scuola sia un mondo troppo vasto e complesso per poterla ridurre a una semplice dicotomia.

La mia maturità fu un disastro. C’erano due scritti ma fu un disastro lo stesso. Feci il tema sulla bioetica, un buon tema, ero preparato perché mia madre ogni anno indovinava un paio di tracce e la bioetica fu una di quelle. Ne avevamo parlato insieme nei pomeriggi di preparazione all’esame e avevamo esplorato limiti e traguardi della scienza. Così quella mattina mi misi a scrivere di getto, citai 2001 Odissea nello spazio di Kubrick e Josef Mengele, Galileo, l’Illuminismo e le Colonne d’Ercole. I commissari esterni non si sforzarono di voler capire e mi appiopparono il voto più basso che avessi mai preso in un tema d’italiano. Lo scritto di matematica fu l’opposto. Io ero in totale ambascia, ma pochi minuti prima della fine della prova mi suggerirono il risultato della funzione integrale e io lo piazzai lì, in bella mostra alla fine del rigo, saltando decine di passaggi manco fossi Ettore Majorana. La commissione apprezzò tantissimo e non ritenne di dover approfondire la cosa.

Leggere dell’impetuosa presa di posizione dei ragazzi mi ha dapprima indignato – “ma guarda ‘sti schiffariati”, ho pensato tra me e me – ma poi, mi ha come ridestato da certo torpore e mi ha fatto pensare a quanto sia bello essere giovani e desiderosi di cambiare il mondo, a quella sottile linea che divide il bene dal male, la lotta studentesca dalla caliata per andare con i motorini a mare all’Arenella, agli ideali, alla sopravvivenza. All’energia dirompente che si sprigiona e che travolge ogni cosa.

Questo furore mi ha ricordato un mio supplente al liceo, chissà che fine ha fatto, se insegna ancora o se ha cambiato strada. Era giovane, primo incarico, molto gentile ed educato. Nel giro di un paio d’ore era stato completamente soggiogato al volere della classe. La sua autorità, annichilita. Dopo un paio di mesi di totale cazzeggio, dovendo fare i conti con la sua coscienza, prese coraggio e disse: «Ragazzi, martedì verifica scritta sui  capitoli 4 e 5». La classe esplose in un boato di protesta così fragoroso che il professore fu costretto ad aggiustare il tiro: «Allora una settimana di interrogazioni per recuperare il tempo perduto». Niente da fare, gli ululati e i fischi erano assordanti. 

Lui sembrava demoralizzato ma non poteva darcela vinta e noi, d’altro canto, non eravamo disposti a indietreggiare di un millimetro. Ne nacque una discussione piuttosto accesa e una delegazione di alunni fu inviata alla cattedra per mediare. Alla fine l’accordo fu trovato, la delegazione tornò al posto e il professore si alzò in piedi, richiamò l’attenzione di tutti sbattendo ripetutamente la mano sulla cattedra, si schiarì la gola e poi disse: «Ok, allora martedì facciamo qualche domandina senza voto…». La classe si ritenne soddisfatta.

Scuole al freddo, torna l’emergenza

Roghi di rifiuti indifferenziati nelle classi. È questa la soluzione temporanea individuata dopo il brainstorming in Prefettura tra Comune, Provincia e Tekra per risolvere tempestivamente l’emergenza ghiaccio nelle scuole siracusane. In attesa dei sopralluoghi tecnici – le cui relazioni sono attese per i primi mesi del 2023 – e fino a nuova circolare dal MIUR, i dirigenti scolastici saranno autorizzati ad utilizzare il personale Ata e gli insegnati di religione per appiccare e gestire le fiamme.

Sconcerto nel mondo studentesco: “Stiamo aggiggiando” è l’accorata denuncia del comitato studenti aretusei che denunciano lo stato degli impianti di riscaldamento nelle scuole siracusane. “Nei scoli dela città s’aggiggia ppì daveru. I temmosifoni su tutti rutti e in motte finestre ci sono spifferi e puttusi tanti ca trase u veleno. I piccioni si ana organizzato che cupette e i pleid di pail ma chiddi re paisi ca venuno che mutura non si pono manco quariare picchì è tuttu astutatu e mischini non si pono puttari manco una cupetta picchì non ci trase sutt’asella dei mutura. Aieri u temmometro dell’aifon signava quattro grati! Ma vi sta parennu ca stama babbiannu? Qua si deve fare quacche cosa subbito, virìti zoccu potete fare Sintaco e chidda ra provincia picchì accussì non si pono fari i lezioni e siamo costretti a fare sciopero e a manifestazione. I studenti a stu coppu sono uniti coi nsegnanti e i bidelli e u segretario picchì macari iddi stana murennu ro friddu. Chietiamo limmediata accensione di tutti gli impianti pi fari cauru. Basta scuse. L’appuntamento per la manifestazione è al bar di cosso Gelone e poi che mutura, scinnemo a Ottiggia pe pallare cu l’Assessore e facemu anticchia i buddello.

Il Tar boccia la Dad, insorgono gli studenti

Ma che ci trase stu Tar nella scola c’è lo avete propria a spiegare. Il Sintaco pi na vota fa na cosa bona e fa chiuriri i scoli e arriva stu Tar, spatte i Catania, e ammogghia tutte cose?

Ma poi questa che è democrazia? Perchè stu Tar non parla dei prezzi da pizza e dei calzoni col biustel fora re scole ca uno vente a due euro e cinquanta e quaccaruno a tri euri? 

I pobblemi dei scoli siracusani sunu complicati e u sapemmo tutti: scoli nei garasch, professori bestia, aule compiuter senza compiuter, fotocopiatori senza catta, bagni senza accua, se ce cauru accupamu, se ce friddu aggiggiamo, pumman pe paisi a mattina troppo presto, autubbussi pi chiddi ra Pizzuta zero, posteggi pe mutura insicuri che uno si deve portare na catina tanta manzanò si pottano u scuter cu tuttu u casco.

Ora macari u Covid che dobbiamo stare colla mascherina che si accupa e dobbiamo stare distanzianti che non si possono fare manco le cappotte per babbiare e gli ziti si devono ammucciare. Ogni stutente a un parente, un cucino o un compagno di caccetto o di paddel ca e positivo e ci dobbiamo cafuddare dentro le classi ma che è sicurezza questa? Ammeno di pomeriggio ni mecdonad ce l’aria contizionata ma a scola chi ci pensa? Nuddu. A Dad era a megghiu cosa perchè potevamo seguire le lezioni macari co pisciama cuccati no letto.

Noi stutenti superiori gridiamo basta ha tutto questo. Fozza Sintaco i stutenti siracusani pi sta vota sono contè e vono i propri diritti di scola chiusa spatte dopo Natale è semu pronti a protestare e fare buddello e sciopero.  Ni viremo tutti i studenti o bar a cosso Gelone pi fari a manifestazione. Se vi scuddati a mascherina vi susìti u magghiuni sopra u naso.

Scuole in Dad, scoppia la polemica degli studenti

Cioè prima ci ata detto che ci potevamo stare e casi ca Dad e ora i scole su di nuovo apette tra quacche gionno? Noi studenti del comitato de scole superiori non vi cretiamo più, basta siamo telusi della politica. I scole ano stato considerato come chiddi scassi, mattoriate, tattassate, causanto danni per la cuttura, la socialità ri tutti i picciotti e infatti un sacco ri ziti si stana lassannu. Basta! Ora vi assumete i responsabilità di quello che sta succetento e di tutta sta confusione ca finì a buddello preciso. Speppero di soddi bestiale che tipo: ma sti banchi che rotelle picchì i cattastuvu picchì ci piacevano alla Mazzolina? Non si potevano usare si soddi pi fari i gite? Ora ci ano imparare i cose colla DAD ma non è a stissa cosa, completamente! Cu tutti i pobblemi di connessione ca ci sono nei case dei picciotti. Tutto questo vuole dire una cosa: che ve ne state fottento della scola è di noi giovani del futuro.

Nella nostra reattà non ci sono manco i pumman ca ni pottunu peri peri e tutti i picciotti ana ghiri iennu che mutura, macari chiddi ca venunu re paisi. I scole sono colaproti e ogni spiffero è tanto e fa trasiri u veleno. Spatte, i bagni sono sempre cuasti e nei rubinetti non ce l’acua per lavarisi i manu come dice la legge. In motte scole appoi, ammanca laggibilità e i muri  si scozzulano tutti. Queste sono le domande scomote e anche se ci ano detto che i sintaco non centra nenti colle scuole superiori noi crediamo ca ciavissi a mettere i soldi ro Comuni per fare i lavori che da tanto aspettiamo. A come? u’spitale novo sì e i scole no? Minchia chi siti belli!!! Non ci pensate a nostro futuro?

Pe concludere i scole chiusi pottano attri pobblemi motto gravi come ad esempio la cammuria per i genitori che travagghiano o per quelli che si susunu taddu. Molti patri fanno i turni e non ni ponu dare renzia mentre le matri che non vanno a lavorare devono cucinare e puliziare la casa e nesciunu pazze. A sto punto noi stutenti uniti chietiamo al governo e macari al sintaco la sicurezza veramente tunnamo a scola e poi di intervenire con decisione attravesso la concessione di una ricarica di vinticincu euro a ogni picciotto, masculo o fimmmina, fino  a giugno che poi tanto c’è a Sammer ediscion coi sconti.