Una precisazione

A me OSS non piace, non tanto dal punto di vista artistico, ma da quello umano. Con i dovuti distinguo, non mi piace la gente che lo fa, non mi piace come si relaziona con i luoghi e non mi piace come si relaziona con le altre persone, collaboratori, fornitori e clienti. Non riesco proprio ad accettare che un festival internazionale di questo livello abbia un’anima così provinciale da lasciare esterrefatti.

Detto questo, la polemica sui tre mini live di Valentina Magaletti, Lucrecia Dalt e Marina Herlop al Teatro Comunale, la trovo alquanto pretestuosa. Per quanto venga abusata al limite della molestia la parola jazz, Magaletti, Dalt e Herlop (che è l’unica che non conosco) sono tre artiste molto considerate nella scena internazionale, tre sperimentatrici che sanno come mischiare linguaggi, gesti, tessiture, passati e presenti ed i teatri, nella storia, anche a questo servono, a trasportarci in altri tempi e in altri luoghi, a farci capire, forse, che direzione stiamo prendendo. 

Per come la vedo io, al netto di una gestione del teatro Comunale totalmente fallimentare, meglio un po’ di sana avanguardia vera che quelle pièce teatrali da recita di fine anno o quei terribili concerti sinfonici vorrei ma non posso, con orchestrine ridotte ai minimi termini, repertorio polveroso e pianisti con la pianola.

Cordialità.

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