Vendo set immagini di Charlotte Gainsbourg che incide con chiodo arrugginito “Portadellemeraviglie” su colonna dorica V Secolo e poi si da alla fuga su Apecalessino contromano. Vergognomi assai ma necessito soldi droga.

Dalle Carceri di Via Asti, Torino, 22.1.1945 – ore 24. Cara Pierina, amor mio, Domattina all’alba un plotone d’esecuzione della guardia repubblicana fascista metterà fine ai miei giorni. Ciò che voglio dirti in punto di morte, Pierina, è che tu sei stata il mio primo solo ed unico amore, e che se fossi vissuto ti avrei chiesta in isposa e ti avrei fatta felice. In queste ore, le più tragiche della mia vita, tutto il mio passato mi si para d’innanzi come sullo schermo di un film in una visione rapidissima. Tante, moltissime volte, durante questi anni che mi separano dal 30 giungo 1940 ripensai con nostalgia al nostro amore, d’ora, in punto di morte, prima di immolare la mia vita per l’ideale per cui da oltre un anno combattei nelle vallate alpine di questo ferreo Piemonte, sento il bisogno di concentrarmi un po’ per ripensare a te, amore mio. Addio, Pierina, ti auguro tanta felicità e ti auguro soprattutto di ritrovare l’amore senza il quale la vita non è vita. Addio Pierina, addio “addio piccola Piera del mio cuore” (ti ricordi questo è un endecasillabo della poesia che ti dedicai quando ci lasciammo ?). Ricordati sempre di me come l’uomo che mai cessò di amarti di vero amore. Un ultimo bacio tuo Pedro.
Buon 25 aprile a tutti, a quelli che hanno fatto la storia e a quelli che fingono che non sia successo niente; a chi fa distinguo ed a chi si sente equidistante. Buon 25 aprile a tutti quelli che canteranno Bella Ciao e a quelli che non c’è niente da festeggiare. Buon 25 aprile a chi oggi resiste come può, contro una guerra o un diritto mancato. Buon 25 aprile a chi la storia la insegna nelle scuole e tiene vivo il ricordo di chi ha sacrificato tutto per la libertà.
– Floridia forte
– Sortino più forte
– Aeroporto tremavano i vetri ma partiamo lo stesso. ciao bastardi!
– Apicentro a augusta dove abbito io
– A Cassibile niente
– Paura da morire
– Paura di morire
– Morta sono
– 4.4 scala Mercanti
– Ricordiamo a tutti quelli che non ricordano e che si sono dimenticati del famoso 1990…. E che a confronto è paradiso a confronto con qualche altra città che vivono di paura non sempre ma quasi
– Ad avola due ce ne sono stati! u primo molto forte il secondo meno forte ma il primo fortissimo
– Abbraccio tutti i miei parenti che non vedo mai che il signore ci protenga
– A canicattini pure un bel rompo ce stato
– Non può essere solo 4.4 e chiassai sicuro almeno 4.6
– Floridia fotte fotte
– Santa Lucia Immacolata proteccicci
– Io non ho sentito niente è abito al 4 piano
– Al secondo piano stava murano ro cacazzo
– Era ondulatorio sicuro
– Palazzolo sussuttorio
– Domanda ci saranno altre scosse? Che dobbiamo fare?
– E uno sciamo motto pericoloso.
Da 48 ore la Panda di una coppia di turisti è parcheggiata – senza l’ombra di una multa – sulle strisce pedonali del lungomare del centro storico di Siracusa o meglio, su quello che resta delle strisce pedonali. Un degrado cromatico, quello delle strisce, iniziato più di due anni fa e mai contrastato, nemmeno preso in considerazione, nonostante le svariate segnalazioni di tanti residenti esasperati, accerchiati da sporcizia, cartacce, escrementi di animali, dehors con la moquette posata sull’asfalto e dalle cappe puzzolenti che spargono h24, fetide esalazioni di ristoranti turistici a rischio chiusura dei NAS. Quelle strisce infatti rappresentano o meglio, rappresentavano, l’ultimo baluardo di civiltà di una zona che da anni è terra di nessuno. Qui le auto sfrecciano senza limiti di velocità, gli stalli dei residenti sono occupati da ignari turisti che non capiscono la zoppicante segnaletica orizzontale e verticale, né i totem dismessi di servizi di trasporto vetusti o i carico e scarico decrepiti e men che meno, i finti divieti di sosta, disegnati neanche troppo bene su cartoncino e posizionati davanti ad improbabili bassi senza abitabilità adibiti a “casa” vacanze. Dopo anni di riflessioni, dubbi e speranze, sono arrivato alla conclusione che questo sistema di cose, questa sciatteria che contraddistingue Ortigia e un po’ tutta la città, non può che essere voluta, studiata a tavolino, perpetrata con perseveranza monacale, frutto di un disegno più grande, difficile da intuire e impossibile da capire nella sua interezza.
La cosa certa è che un cartello sbagliato, una segnaletica sbiadita, una striscia pedonale sbiancata, per quanto possano sembrare dettagli insignificanti, logorano giorno dopo giorno il modello di regole riconosciute e condivise e aprono la porta al caso, all’alea, alla sorte. In una situazione confusionaria come quella di Siracusa, le regole perdono efficacia e vengono sostituite dall’eccezione, dall’improvvisazione, dal caos, appunto. Multare una macchina parcheggiata sulle strisce pedonali, per esempio, non è più una certezza, ma una scelta che dipende dalla sensibilità del singolo vigile urbano che decide, di volta in volta, se comminare o meno la sanzione in base ad una serie di considerazioni personali. Assistere giorno dopo giorno a tutto questo, logora qualsiasi certezza, una sorta di Cura Ludovico di kubrickiana memoria volta ad annullare le coscienze e a generare cittadini di serie B che rifuggono il concetto di stato di diritto e si rintanano nella superstizione, nella scaramanzia.
Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: ho visto file di auto incolonnate ai bastioni di Cassibile e le teglie di pasta al forno e di scacciate con gli aiti trasportate alla Fanusa, ho visto lapilli di fuoco provenire da braci poderose e il fumo denso e pungente della diavolina affumicare le ombrose verande del Plemmirio. Ho visto sasizza sputtusata con la forchetta, i pipi ammuddicati e le mulininciane con la mentuccia balenare sulle tavole di Tivoli. Ho visto divorare cannoli di ricotta e intere guantiere di dolci con tanta foga da non risparmiare nemmeno i diplomatici; ho visto caffettiere da 32 tazze sul fuoco e stormi di colombe volare dentro stomaci di ferro. Ho visto litri di vino e cicchetti di amaro e di limoncello stordire gli uomini più vigorosi mentre le donne, stoiche, facevano la cucina. Ho visto lo zio Cammelo, 67 anni, 1 metro e 52 per 124 kg, alzarsi felino dalla sdraio, riceve in bagher, triangolare e schiacciare vincente alla partita di volley sul prato. E tutti questi momenti andranno perduti nel tempo come un foglio di stagnola trasportato dal vento in un parcheggio desolato di paninaro su ruota.
Il futuro dell’isolotto torna al centro della campagna elettorale per le amministrative di maggio. Si divide l’opinione pubblica. Ristoratori ortigiani e Intellettuali presentano due differenti protocolli da fare sottoscrivere ai candidati sindaco.
All you can drive
È la proposta dei ristoratori ortigiani e prevede l’apertura totale del centro storico a qualsiasi mezzo inquinante su ruote. All you can drive sancisce l’obbligo di utilizzare un’auto procapite e garantisce uno sconto del 15% a tutti gli automobilisti che si presenteranno alla cassa dei ristoranti con la revisione scaduta. E ancora: defiscalizzazione dell’isola e divieto di emissione scontrino o fattura con l’ordinanza “Basta la Parola” e l’inaugurazione del nuovo parcheggio Ipogeo Multilev con ingresso dalla Marina e uscita su Piazza Duomo. La proposta All you can drive è stata appoggiata anche dall’associazione profit SOS Carne di Cavallo che ha aggiunto la mozione Holer Togni, che garantisce parcheggio gratuito e una vaschetta di patatine con sassaemayones a chi, saltando in auto da una rampa posizionata al posto del ponte dei Calafatati, riuscirà a raggiungere Riva Nazario Sauro.
Ortigia 110 e lode
È la proposta degli Intellettuali Provinciali e Boriosi e prevede l’accesso ad Ortigia solo ad una minima parte di fruitori e dopo aver superato un test di cultura generale a risposta aperta. I candidati ritenuti idonei dovranno poi affrontare un colloquio orale incentrato sulla vera tradizione della matalotta e sui gusti musicali di Anita Garibaldi e di Bernabo Brea. I delegati di Ortigia Sangue Blu hanno sottoscritto la proposta e gli hanno affiancato l’emendamento “Beneventano-Gargallo-Borgia-Impellizzeri” che regola l’accesso al centro storico – nelle serate di martedì e giovedì – esclusivamente per censo.
Piazza Archimede, tutto pronto per la sperimentazione di CAOS 3.0, il nuovo avveniristico progetto dell’Amministrazione Comunale che dopo aver consentito per anni il parcheggio selvaggio in seconda fila lungo corso Matteotti e in piazza Archimede, adesso vuole portare il disagio e la sciatteria a livelli estremi. Un perimetro di paletti circonderà la Fontana di Diana per garantire e tutti gli automobilisti l’ebrezza di un parcheggio in terza fila simulata. Giubilo dei negozianti e degli schiffariati avventori dei bar. “I paletti di acqua e di luce – commentano dal Vermexio – sono stati impiantati seguendo le rigide direttive UE che impongono di seguire l’ellissi generata dalle raste spaiate con le piante”.
Siracusa, ad aprile tre giorni di casting per il completamento delle liste elettorali per le prossime elezioni amministrative. L’appuntamento è fissato all’Urbana Center e sarà suddiviso in tre momenti distinti: il primo giorno liste governative vicine al Sindaco Italia, il secondo giorno interamente dedicato al centrosinistra, infine l’ultimo giorno, sarà esclusiva della compagine di centrodestra. Le produzioni hanno fatto sapere di essere alla ricerca di uomini e donne tra i 18 ed i 90 anni, possibilmente incensurati (ma la fedina penale pulita non è requisito indispensabile), liberi professionisti, dipendenti o pensionati. La devozione a Santa Lucia o a santi minori sbandierata sui social è considerata da tutti skill imprescindibile; il populismo spicciolo, cambi multipli di casacca, Tari mai pagata, il dileggio e il colpo al cerchio e quello alla botte garantiscono al candidato punti extra nella classifica finale.
Allora, se ho capito bene, pare che il Partito Democratico, riunitosi per definire, una volta per tutte, il nome del candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative di Siracusa, decida di non decidere, o perlomeno, decida di non scegliere il candidato Ferrarini, il dirigente scolastico del Fermi, (per tutti, U Chimicu), suggerito e fortemente caldeggiato dagli altri partiti e movimenti della colazione progressista. Quello che si legge tra le righe della nota dello scandalo inviata ( a tutti tranne a me) a fine riunione dal PD, in un proliferare di buoni propositi, obiettivi condivisi e di subordinate con lo scappellamento a destra, sembra abbastanza evidente: Ferrarini è persona degnissima, ma siccome siamo il PD e i numeri sono dalla nostra parte e l’elezione a Segretaria della Schlein ha portato entusiasmo e ringalluzzito un po’ tutto l’ambiente, beh, alla luce di questo, il candidato lo scegliamo noi e non ce lo facciamo imporre da altri con i sondaggi di gradimento a picco, per cui, siccome però il candidato al momento non ce l’abbiamo (siamo pur sempre il PD, che diamine!), prendiamo ancora un po’ di tempo e vediamo di allargare il consenso anche ad altre realtà civiche. Ora, dato che di altre realtà civiche cooptabili nell’alveo del centrosinistra non è che ce ne siano tante, tutti hanno immediatamente pensato all’Officina di Garozzo (Renzi), Castagnino (ex Fli), Foti (Foti) e Moena Scala (Giarrusso), e chi queste dinamiche un po’ le mastica, ha anche immaginato le parole pronunciate, quelle non pronunciate, i personaggi e le strategie alla base di questa possibile apertura.
La cosa, ovviamente, non è piaciuta in primis a Ferrarini, che educatamente, ha fatto sapere che a queste condizioni, non può essere interessato ad una candidatura, lasciando aperto solo un piccolissimo spiraglio, ma, soprattutto, non è piaciuta al Movimento 5 Stelle e a Lealtà e Condivisione (oltre che agli altri partiti minori della coalizione) che vanno su tutte le furie e danno all’alleato democratico l’ultimatum: Ora basta, martedì 28, cu c’è c’è, cu non c’è, non c’è!
Ma la coalizione progressista, non si limita a dare l’ultimatum al suo alleato, esprime anche giudizi. Alcuni condivisibili, “sentiamo forte la responsabilità verso la città di parlare un linguaggio di verità e di offrirle un progetto politico chiaro, limpido, riconoscibile e aperto alle migliori energie della società”, altri ingenui: “il progetto di Giancarlo Garozzo in cui convergono disinvoltamente esponenti della vecchia politica del centrodestra e del centrosinistra…”. Welcome to the jungle cantavano I Guns ’n Roses nel 1987, sveglia signori, gli esponenti della vecchia politica di centrodestra e centrosinistra sono dappertutto: Nel PD, nelle civiche, nella frangia sinistra della colazione progressista e perfino nel Movimento 5 stelle, almeno solo per una questione anagrafica. Altri ancora dannosissimi: “Crediamo che il popolo di centrosinistra e democratico, che neanche un mese fa con l’elezione di Elly Schlein a segretaria del Pd ha lanciato un segnale forte di rinnovamento, meriti una candidatura all’altezza delle proprie aspettative”.
Ecco, se c’è una cosa da non fare mai è spiegare al vicino cosa deve fare a casa sua. Insopportabile, nessuno vuole sentirselo dire. Peggio che scotolare la tovaglia con le briciole dal piano di sopra, peggio che parcheggiare la macchina e rendergli difficoltosa la manovra per entrare nel garage, peggio persino che vederlo correre trafelato verso l’ascensore e schiacciare il tasto della salita senza aspettarlo.
Insomma – e torniamo all’inizio di questo pezzo sconclusionato – il PD, questo PD, non vuole sentirsi dire quello che deve fare, non vuole sentirsi imporre un candidato che non ha scelto e non vuole tralasciare tutti i possibili scenari.
Che ne sarà di questa coalizione lo sapremo a strettissimo giro, forse qualcuno tirerà il freno a mano, forse verrà fuori una candidatura veramente condivisa o forse franerà tutto e i protagonisti di questa vicenda se ne andranno ognuno per conto loro.
A destra – al netto di una candidatura unitaria nelle prossime ore – la situazione non sembra migliore.
L’unico che può dirsi soddisfatto di questo scenario è il sindaco uscente, Francesco Italia, che in una situazione così ingarbugliata tra una diretta social da un cantiere, una produzione di Netflix e una birra Messina, non può che fare proseliti.