La circoscrizione Cassibile bandisce un concorso internazionale per la realizzazione di un marchio che renda riconoscibile il territorio Cassibile – Fontane Bianche nel mondo. Largo alla creatività. In esclusiva i primi progetti consegnati alla giuria.
Lo studio danese di architetti associati Nielsen, Hansen, Pedersen, Andersen, Christensen, Larsen, Sorensen, Rasmussen T., Rasmussen R., Jorgensen & Reimann, già acclamato per aver realizzato alcuni dei più importanti brand nel mondo, ha presentato un progetto di fascino assoluto che concettualmente rappresenta un auto parcheggiata in doppia fila e che blocca il traffico di via Nazionale. Secondo lo studio dei danesi infatti, l’aspetto vincente del brand sarebbe proprio il riferimento al caratteristico folklore automobilistico dell’arteria principale di Cassibile. Purtroppo, le visioni diametralmente opposte sul mezzo da rappresentare nel logo – per Rasmussen T. una Panda, per il fratello Rasmussen R. un ape scassata – hanno generato una lite spaventosa che ha comportato il ritiro del progetto e il fallimento immediato della società.
I tedeschi del Betäubungsmittelverschreibungsverordnung. È il dipartimento progettazione creativa dell’Università di Lipsia. Capitanato dal professor Otto Braun, detto Telefunken per la spiccata capacità di captare e scovare bandi progettuali in giro per il mondo, il dipartimento ha concentrato tutto lo studio di preparazione sul fiore all’occhiello del territorio: il meraviglioso piano regolatore. I professionisti teutonici, dopo aver appurato che le case con il secondo piano di mattoni rossi ed i pilastri di cemento armato che fanno capolino inaspettati non rappresentano un vezzo, hanno cambiato obbiettivo e presentato un logo che mutua i principali stilemi Bauhaus e che raffigura una serie stilizzata di accessi al mare negati con il claim di forte impatto “Tuffi tuffi pizza mandolino”.
Tallarìco e figli, da Pozzuoli. Non sono uno studio di architettura ma una ditta di spurgo pozzi neri. Il loro logo raffigura proprio un lucente e sferragliante camion con cisterna che sfreccia sulla battigia. Lo slogan: “Se non scarichi a mare Tallarìco ti deve abbisognare!”. L’intento è quello di conquistare il mercato dello spurgo pozzi neri delle villette di Fontane Bianche. Squalificati.
L’ultra centenario Barone Augusto Maria Davanzati Marinetti, è stato professore emerito di Squadretta e Regolo all’Università Arditissimi di Roma. Soprannominato da Mussolini “l’esagerato”, fu a capo dell’area ultra reazionaria del partito fascista. Non ha mai riconosciuto l’armistizio del ’43 che giudica una messa in scena della perfida Albione e degli Yankee pederasti. Il suo disegno (vietato chiamarlo brand, potrebbe pugnalarvi con un regolo della Decima Mas) rappresenta una postazione difensiva (vietato chiamarla bunker) della II guerra mondiale, abbellita con qualche cannone in ferro battuto e un giardinetto di fasci littori. Il tutto sormontato dal motto (vietato chiamarlo claim) “A Fontane Bianche beffo la morte e ghigno“.
Il giovane latinista Carmelo Matarazzo. Laureato all’università di Tirana, è docente di letteratura latina presso la segreteria politica del padre, uno storico consigliere di quartiere di un piccolo centro alle pendici dell’Etna. Matarazzo, prima di lanciarsi nel progetto, ha portato a termine faticosissimi studi per determinare l’importanza storica della zona. Non avendo trovato niente, ed essendosi ormai vantato con gli amici del bar, ha attribuito a Cicerone, datandola 70 a.C., una frase di una pratica edilizia scovata negli archivi dell’ufficio urbanistica. La frase recita “Su queste pietre sorgerà il Paper moon” e Matarazzo ne ha fatto lo slogan del brand. Il suo logo, disegnato dal fratello Agostino, 7 anni, rappresenta Cicerone che cammina sul ciglio della strada con un cartone di pizza d’asporto.
Oggi ho finalmente [sor]riso. Grazie.
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