Cambiano i comandanti,
si alternano gli assessori ma tutto resta immutabile,
come le strisce pedonali cancellate dal tempo e dalla vergogna.
U viddumaro a spina di pesce sta lì, dove la strada si restringe.
Cacoccioli, broccoli, bietole a costa,
tre mazzi due euri.
Malacarni sfrecciano con i TMax sulle piste ciclabili,
rotoloni di carta assorbente, “assicuta fimmine”, il pane di casa.
File di auto in doppia fila,
File di auto in tripla fila,
è una festa di clacson e di luci.
Olè grida la gente, sembra la corrida dell’inversione ad U.
Quattro frecce lampeggiano nel tramonto,
l’autobus vuoto non può passare,
“un minutino peffavore” dice la mamma col SUV,
una lacrima solca il viso di un bambino.
la strada sembra bagnata,
la muddura sul parabrezza.
È Natale, facemuni l’aucuri.
