Il dehor abusivo della pizzeria sotto casa mia
è sparso per tutta la strada e la arreda con le sue sedie colorate,
i tavolini zoppi,
i vasi di plastica con le piante di plastica
e l’osceno ombrellone della Coca Cola,
che volteggia pericolosamente di qua e di là,
sembra la lancia di un cavaliere medievale
scagliata dall’ira di Dio.
I colori sgargianti di questa accozzaglia sono un’estasi cromatica
e contrastano con il grigio schiumare del mare.
Il vento confonde ogni cosa e stordisce
e lascia attoniti al passaggio di un ape calessino del colore immacolato del cielo di maggio
che si perde nell’infinito della tempesta.
