Eureka2! – Damiano De Simone

Per chi se la fosse persa, ecco a voi l’undicesima puntata di Eureka2!, lo show pitacorico di cui nessuno sentiva la mancanza. Ospite in studio il consigliere comunale Damiano De Simone, che tra trattati internazionali, protocolli e mozioni ci racconterà la sua visione di città.

Targhe alterne, al via la sperimentazione

– Ha sintutu ca ora fanu i tagghe attenne?

– Ma cui?

– U Comuni…

– Ma quannu?

– Ora, u tempo ca si organizzano…

– Ma picchì?

– Dice che ippiemmedieci è troppo atto… l’inquinamento, i pisti ciclabili…. non ho capito bene…

– Ma su pazzi? E uno come ch’avissi a ghiri a travagghiari? Io na machina sula iaiu!

– Cu l’utobussi, ca bicicletta… u muturi tu luvasti?

– A quale muturi, era sempre scassato… ciù vinnii a me cugnautu…

– Bello pacco ci hai fatto!

– Eh Eh Eh… ma tanto chiddu è ntestiminchia… Ahahahahah

– U futtisti!

– Minchia si è incazzato, la fiducia tradita… la famiglia, chi sacciu chi cuntava… è offeso. Non ci parlavamo più, manco a natale, si virunu sulu me mugghieri e so soru e i picciriddi. 

– Mischino però…. senti, allora a matina niscemu assieme… tu chi targa hai?

– H

– No, u numero…

– Finisce cu H.

– I numeri prima ha taliari….

– 833.

– Allora si dispari…

– Minchia!

– Iu sugnu 475…

– Apposto semu!

– Ta mugghieri chi targa iavi?

– No mi ricoddo… Aspè “Gioia, Gioia, chi tagga iavi a Matiz? U nummero… chini su i lettere…. Minchia!”

– Chi fu?

– Niente 651, dispari.

– E come dobbiamo fare?

– Sai cu è pari? 

– No!

– U muturi i me cugnatu… Bastardo!

2024

A tutti i folli, i solitari, i pitarri, gli spittuni e la gente per bene. Quelli con le quattro frecce fermi sulle strisce pedonali e quelli manco le mettono; quelli che è tutto un pretesto e quelli che questo lo dice lei; quelli che restiamo umani e quelli che di umano hanno ben poco; quelli che le piste ciclabili non passa l’ambulanza e quelli che ci vanno con lo scooterone; quelli che non raccolgono la cacca del cane e quelli che la pestano; quelli che telefonano ai Vigili Urbani e non risponde mai nessuno; quelli che si svegliano presto; quelli che annaffiano le piante nei vicoli di Ortigia o sui balconi di Neapolis; quelli che differenziata non ne faccio perché tanto poi buttano tutto assieme; quelli che non pagano la Tari; quelli che lavorano coi bambini dei quartieri a rischio; quelli delle apicalessino e quelli dei boat tour; quelli che a Capodanno hanno dieci gruppi su WhatsApp e poi non fanno niente; quelli che solo caipirinha alla fragola e quelli che la Vecchia Romagna già nel primo caffè del mattino; quelli del cavallo e sbizzero e quelli che ci mettono pure i camperetti. Quelli che corso Gelone è come gli Champs-Élysées; quelli che la pizza non è bruciata, noi la facciamo così; quelli del fritto misto solo coi calamari; quelli che il Corvo glicine caldo a venticinque euro; quelli che cercano sempre di propinarti il cerniotto di venti chili da fare alla matalotta; quelli del Cenone di Capodanno con il crumble, il dressing, il chutney e il cavatello homemade; quelli col pos sempre rotto; quelli che passeggiano quando tira il vento e il lungomare è deserto; quelli che si fregano la tassa di soggiorno; quelli che sparano i fuochi d’artificio ogni notte; quelli che viva Santa Lucia prima Dio e dopo Idda; quelli dei biglietti gratis al Teatro Greco e quelli che pagano sempre; quelli che la zona industriale è ancora la Sincat; quelli che hanno le macchine con l’adesivo Camel Trophy Borneo ‘85; quelli che la tua invidia è la mia fortuna; quelli che solo destagionalizzando e poi non sanno che diavolo vuol dire; quelli che guardano le onde; quelli che aspettano le barche che entrano in porto; quelli che accolgono gli ultimi; quelli che e io pago e poi non pagano mai niente, quelli dei concerti al Teatro Greco e quelli che facciamoli allo stadio; quelli che sono sempre loro e non ce ne libereremo mai, quelli che dicono ambo quando esce il primo numero alla tombola; quelli che hanno sprecato tutte le occasioni; quelli che hanno paura del tempo che passa; quelli che hanno avuto una brutta notizia; quelli che hanno vinto una battaglia; quelli che cercano un cestino; quelli che trovano l’amore; quelli che si ricordano tutto e quelli che non sanno niente; quelli che fotografano la spazzatura e quelli che coi refusi sulle stories di Instagram; quelli che cantano sottovoce; quelli che non sanno perdere; quelli che non sanno vincere; quelli che sono l’opposto di quello che postano; quelli dell’offerta culturale a spese degli artisti; quelli che si credono artisti; quelli che si indignano; quelli che se ne fottono; quelli che scrivono le lettere e quando finisci di leggerle hai gli occhi pieni di lacrime; quelli che sono nati ieri e quelli che sono rimasti bambini; quelli che Siracusa è troppo bella; quelli che si sentono fregati; quelli che sono diventati nonni e quelli che sono rimasti soli; quelli che scappano via e quelli che rimangono qui. 

Buon Anno da Archimete Pitacorico