La Route 66 fu aperta nel 1926 e per decenni ha rappresentato il modo più veloce per collegare il midwest con il west, Chicago con Santa Monica. La Strada statale 114 Orientale Sicula collegava Messina a Siracusa e anche essa, per anni, ha rappresentato il modo più veloce per unire i due capoluoghi siciliani e per raggiungere Catania e il suo aeroporto.
Sulla prima sono state scritte canzoni, racconti, poesie e romanzi: Steinbeck, con Furore, ci vinse anche un Premio Pulitzer e perfino la Disney ci ambientò il film In viaggio con Pippo.
La seconda, benché il tracciato riprendesse quello della Pompeia, una strada consolare Romana, non ha avuto lo stesso successo nonostante alcuni tratti del tracciato solchino storia e miti millenari (il tratto di Acitrezza con i faraglioni scagliati da Polifemo) e nessuno che ne abbia parlato ha vinto nemmeno un Premio Tiche. Si è tramandata nel tempo solo una leggenda sul castello diroccato di Agnone Bagni, un ecomostro incompiuto di blocchetti grigi, costruito negli anni ’70 e attribuito per passaparola a Pippo Baudo. Ad Agnone tra le altre cose, proprio di fronte al castello, c’è ancora il distributore di benzina che per decenni è stata la prima tappa obbligatoria per tutte le gite scolastiche delle scuole primarie siracusane diretta allo Zoo di Paternò. Chissà se c’era un accordo tra gli autisti dei pullman ed il gestore dell’area di servizio. Si partiva da scuola, pochi chilometri e subito una sosta. I professori si prendevano il caffè ed io spendevo in minchiate tutti i soldi che i miei mi avevano dato per coprire l’intera giornata. Ma questa è un’altra storia.
La cultura americana e quella siciliana sono strettamente legata all’automobile, ma con alcune differenze fondamentali. Non si tratta di quella tra un pick-up di sei metri e mezzo, quattro ruote motrici e 5.700 di cilindrata e una Panda young 750 ma con l’adesivo Camel Trophy 85 Borneo come quella di mio nonno Santo, ma di differenze strutturali. Negli Usa hanno stabilito che tu dalla tua macchina hai il diritto di poter fare tutto quello che vuoi. Vuoi mangiare senza scendere? Non c’è problema. Vuoi andare al cinema? E che ci vuole? Devi spedire una raccomandata? Entra nel parcheggio dell’ufficio postale e prendi la corsia di destra. Hai finito il libretto degli assegni? Tranquillo la tua banca ha uno sportello che serve solo i clienti in auto. Vuoi sposarti? – Sì a Las Vegas ho visto anche questo – c’è la cappella drive through con il parrino che esce dal gabbiotto come un commesso di McDonald’s. Tutto il paese si basa sul concetto di drive through, non c’è servizio di terziario che non lo comprenda. Da noi invece abbiamo escogitato la sosta al volo in seconda fila che la maggior parte delle volte ci garantisce impunità e possibilità di sbrigare tutti gli impegni.
Sulla Route 66 con l’incrementare del traffico veicolare e del flusso di esseri umani, nacquero i primi drive-in ed i fast food: il primo McDonald’s è stato costruito sul tratto della 66 di San Bernardino in California. Sulla Strada Statale 114 Orientale Sicula sorsero in tutto il loro splendore il Motel Torero, il ristorante Barbarossa e lo Chateau D’Or.
Le due strade hanno punti in comune e differenze e sono legate da un filo comune: entrambe sono state praticamente abbandonate e sostituite da tracciati più larghi, comodi e veloci.
La fine della Route 66 avviene, inesorabilmente con la nascita dell’efficientissimo sistema delle highway che Eisenhower copiò dalla Germania e che in parte inglobò il vecchio tracciato della 66 e in parte lo dismise. La fine della Strada statale 114 Orientale Sicula avviene con la costruzione, in provincia di Siracusa e con trent’anni di ritardo sulla tabella di marcia, di un nuovo tracciato semi autostradale che adesso, per volere dell’Europa – E45 si chiama – dovrebbe collegare Gela con Karesuvanto in Finlandia. Non sono mai stato a Keresuvanto ma sono certo che lì l’autostrada è stata completata nei tempi e con il budget a disposizione e nessuno si fotte il rame dalle gallerie. Qui, da noi, i lavori sono fermi a Rosolini e l’ultimo svincolo che hanno costruito non permetteva neanche il passaggio contemporaneo di due tir in senso di marcia opposta e c’è sempre un problema, un sindacato, un ente regionale inutile ma con un Cda pingue e ignorante che rilascia dichiarazioni e che chiede più denaro.
Williams, Vaccarizzo, Seligman, Primosole, Kingman: mentre ne percorrevo una pensavo inevitabilmente all’altra. Poco traffico, unica carreggiata, caldo secco in America, umido da noi, bordi della strada puliti di là, discariche a cielo aperto di qua. Quando ho deciso di fermarmi per fare una sosta e trovare riparo dai 40 gradi dell’Arizona, sono entrato nel tipico ristorante americano di provincia. Con 9 dollari e 99 cento ho preso un sandwich tacchino e bacon, una insalata di cavolo acidissima e delle patate fritte grondanti olio, il tutto innaffiato da un decilitro di ketchup. Al termine del pasto mi sono diretto nell’angolo souvenir. Ho comprato un magnete da frigo e una tshirt con il logo Route 66 da regalare. Poi, mentre un conato di vomito mi riportava tutto su ho guardato Donatella e le ho detto: sì, ok, va bene il mito, ma tutta la vita meglio il pane condito.