Poi, complice Sanremo, hanno cominciato a propinarcelo in decine di varianti: con Mina che canta; con la voce fuoricampo che entra nel dettaglio delle tariffe e dei Giga e con il ballerino tedesco (Sven Otten si chiama, ma spesso lo trovate con il nick di “Just Some Motion”) costretto a ballare ovunque: sulle scale di casa, in cucina, al cesso, in edicola. Uno strazio, una pena che mi imbarazza e che, al primo sentore di note al pianoforte, mi induce a cambiare canale il più velocemente possibile. Spero vivamente che il contratto di Sven Otten termini presto e che lui possa tornare nella sua civile Germania e rifarsi una vita, perché il passo successivo dopo l’ignobile sfruttamento intensivo del suo neoswing può essere solo quello di diventare un nuovo Jessie Malò…