“Con la scambia si muore!” – il glossario dei commenti social sui presunti casi di scabbia al centro commerciale

– Si pottano dall africa u virus da scarbia e ora ni dobbiamo vaccinare come il covid

– Si dovremmo chiudere lossian per un po’ fino a quando non partono tipo a natale ahahaha

– Con la scambia si muore!

– Vedete che stanno fetendo a quale scampia

– Mio cognato a la scabbia e se la presa a supermercato che lavora lì

– Vengono in maniera insistente e quando sei al semaforo entrano la testa dentro la macchina cercandoti soldi … se siete così buoni portatevilli a casa vostra!

– Non è questione di razzismo ma devono starsene nei loro paesi qui non gli vogliamo

– Arrivano in italia è si sentono patroni

– Scusate sgarbia oppure no nn è questo il problema ma su niuri e o scuro non si vedono nella strada

– Almeno quando si alzano sparecchiano u tavolino non come a voi siracusanazzi viddani

– La scarbia si trasmette macari con un coppo di tosse

– Anche se fosse vero, pensate che lo direbbono. Mammaluchi

– Su tutti cuccati sopra i tavoli del mecdona

– Quando a venuto mattarello manco uno in giro cera

– La sgarbia ce anche se dicono che non ce ce e lo sano tuti

– Mi veniva la scabbia al pensiero di leggere fosse un virus, poi, finalmente, è arrivata la parola “acaro”

– Ieri uno di coloro che erano passate due ragazzine che potevano avere 15 anni a l uno e l oro  li guardavano mali intensionanti

– Ma perchè non possono essere rinchiusi?

– L ‘Ausciaun ormai è invasa di sgarbia e altri virus del mobbillo

– Li ho visti anche all’ Eurospin e compravano bottiglie di uischi …ditemi per fare cosa e soprattutto se scappano dalla guerra che motivo hanno di bere uischi?

– Portateveli a casa vostra accussì ci fate macari u café e ramatan

– Come si fa a dire che nn anno nulla? Sono vaccinanti?

– Gli altri stati chiudono le frontiera e noi siamo invece il pase dei paloccha

– Mpare tu li guardi e questi sbatte ti guardano male a ridi che sei al mecdonnald ma ti sta manciannu u panino e prima ti manicavi l’ossa co sale

L’Isola che non c’è

Nemmeno una parola sull’abusivismo, sulle regole da fare rispettare, sugli spazi pubblici occupati di prepotenza, su alcuni servizi turistici delinquenziali, sulla sporcizia delle strade, sui miasmi dei rifiuti nei mastelli e nei carrellati conferiti senza regole. Nemmeno una parola su una problematica che potrebbe essere affrontata subito, senza dover partorire piani articolati, senza stakeholders da consultare, senza troppi punti di domanda, solo facendo applicare le leggi e i regolamenti che già esistono. 

Il sogno invece è Ortigia senza auto dei residenti, che a dirla tutta, è proprio un gran sogno, lo condivido appieno, e sarebbe fantastico, ma ci sono tutta quella sfilza di punti interrogativi che lo fanno apparire una cosa talmente distante da sembrare pura utopia, una cosa buttata lì, un’arma di distrazione di massa. 

L’Ortigia dei giorni di Mattarella è un isola che non c’è, quella della seconda stella a destra: è irreale, monotona, ingannevole, deserta, senza santi né eroi. Pensare che possa essere considerata da qualcuno un modello da prendere in considerazione è francamente insensato. Ortigia è un centro turistico pieno di vita e tale deve restare, è un centro storico come ce ne sono migliaia in tutto il mondo, solo che il nostro è stato abbandonato a sé stesso, alla spregiudicatezza di alcuni, alla compiacenza di altri, con tutto quello che ne consegue in termini di degrado, caos e illegalità.

Eppure, basterebbe così poco…

Foto Augusto Scariolo

Smarriti

Ortigia, allarme anziani smarriti che non riescono più a riconoscere le strade dove vivono. Il Comune ha immediatamente attivato il COC di Protezione Civile per prestare soccorso e assistenza alle centinaia di cittadini disorientati che vagavano senza meta e con i sacchetti della spesa in mano. Rifocillati e contrassegnati con una O rossa sul bavero, i residenti ortigiani sono stati caricati su trenini su gomma e stipati in un magazzino in zona Pantanelli dove resteranno fino a nuovo ordine. Per mettere i prestigiosi ospiti nella condizione di godere appieno la genuinità dei luoghi e delle atmosfere, l’Amministrazione ha ingaggiato da una famosa agenzia milanese 2000 modelle e modelli che popoleranno l’isolotto sino al termine del vertice bilaterale Italia – Germania.

Mattarella in città: il programma della prima giornata

9:00 – Arrivo in pullman parcheggio Molo s. Antonio;

9:30 – Colazione con presidente tedesco Steinmeier bar piazza Archimede (granita max due gusti + brioscia o manuzza);

10:00 – Incontro con autorità civili e religiose;

11:00 – Trasferimento alla Fanusa con bus Hop On Hop OFF riservato, bagno spiaggetta libera e gara di tuffi a bomba da scoglio basso con delegazione tedesca;

13:00 – Pranzo a sacco presso Samoa, Arenella (Panino cotoletta, caponata, vino rosso e gazzosa);

15:00 – Tour barca grotte marine, caffè e incontro con Fondazione Pescatori di Frodo;

16:00 – Sgambata su bici pedalata assistita con Sindaco Italia e giunta al completo;

17:00 – Merenda Bar Drago monumento ai caduti (a scelta: sfoglia prosciutto e formaggio o cipollina o gelato Cooky Snack);

17:30 – Ortea Palace, incontro con Confcavallo, Assopanini e una delegazione di posteggiatori abusivi;

18:00 – Visita S. Lucia e mini tour su Carrozza Senato dentro cortile Vermexio;

19:00 – Aperitivo alla Marina, djset e colloquio con Ortigia Sangue Blu;

19:55 – Foto di rito con Vinciullo;

20:00 – Urban Safari, un pericoloso quanto suggestivo giro in apecalessino tra le bellezze naturali e l’abusivismo incontaminato di Ortigia, alla ricerca degli ultimi esemplari di Vigile Urbano;

21:00 – Teatro Greco per Ulisse, l’ultima odissea;

23:00 – Giro pizza pizzeria Don Chisciotte + porzione patatine e bibita a scelta;

23:45 – Parcheggio Talete, incontro con deputazione nazionale e regionale e fuochi d’artificio illegali;

1:00 – Cavallo, sbizzero, sassaemayoness  e crauti da Antonio;

1:30 – Ritorno in hotel sistemazione riservata.

Paco

Sono stato a un passo dal comprare un profumo su un volo Ryanair. Sì, c’ho pensato molto seriamente e sarebbero stati 20 euro ben spesi. Non che ne avessi bisogno per me, né si trattava di uno di quei regali last minute che uno deve fare per non farsi accogliere a mani vuote dall’amico o dal parente all’arrivo. No, niente di tutto questo, lo stavo acquistando per sopravvivenza, per evitare di morire soffocato dalle esalazioni che provenivano dai piedi del passeggero al 1D. 

Salito a bordo tra gli ultimi, il passeggero dell’1D, un picciuttazzo americano facoltoso e bonaccione è sembrato subito a suo agio, sfoggiava una tranquillità che ho molto invidiato. Io al suo posto sarei stato assalito da una serie di paranoie tipo: ma visto che sono seduto al posto uno e non posso mettere il bagaglio sotto nessun sedile, troverò posto in cappelliera per la mia enorme sacca griffata? E ancora: ma se poi non ne trovo e sono costretto a chiedere aiuto agli assistenti di volo, distoglierli dalle dalle loro mansioni e facendo perdere tempo a tutti, cosa penseranno di me gli altri viaggiatori? E il mio bagaglio in che cappelliera andrà a finire nel 20E? Minchia là sotto! E poi quando atterriamo come faccio?  

Invece il tizio del 1D era tranquillissimo e ostentava sicurezza. Si è accomodato al suo posto e ha aspettato che una hostess si accorgesse del suo bagaglio spropositato che teneva in grembo e cercasse di trovargli una collocazione. Lui non si è neanche girato a guardare dove andava a finire. Ha tirato fuori un tablet e ha cominciato a vedere Lord of the Rings che ancora la porta del 737 era aperta. Ha ignorato i messaggi registrati e la messa in scena del personale di volo sulle istruzioni di sicurezza dell’aeremobile in caso di disastro. Poi, dopo il decollo, quando tutti ci siamo rilassati, lui si è rilassato ancora di più, ha steso le gambe e tirato fuori da due enormi sabot Crocs con pelliccia di montone i suoi giganteschi piedi avvolti in calzettoni talmente puzzolenti da essere capaci di saturare l’aria nel giro di pochi istanti. 

Il fatto è, con tutta la buona volontà, che tu, turista a Catania, per quanto americano e facoltoso, le Crocs con pelliccia di montone con 40 gradi non te le puoi permettere, cioè, lo puoi anche fare, ma poi hai la responsabilità di comportarti di conseguenza, mica puoi sfilartele così e devastare il viaggio di tutti gli altri. Come si dice: da grandi Crocs con pelliccia derivano grandi responsabilità. 

Insomma, in pochissimo tempo, l’aria era diventata irrespirabile tipo Calboni nello scompartimento del treno diretto ad Ortisei. Molti passeggeri hanno cominciato a rumoreggiare, qualcuno ha tirato fuori dagli zaini delle vecchie mascherine dell’epoca Covid e le ha indossate. I bambini piangevano, i colletti delle t-shirt salivano a coprire naso e bocca. La situazione stava davvero diventando fuori controllo.

Purtroppo il personale di volo non è più quello di una volta, prima si trattava di donne e uomini prestanti con una certa autorità, capaci di intervenire tempestivamente e anticipare la risoluzione di possibili disagi. Durante i miei primi voli, trent’anni fa, gli ho visto districare più di una situazione complicata o potenzialmente pericolosa, oggi, specie nelle low cost, sono dei ragazzini che hanno solo il compito di fare accomodare i passeggeri in fretta per non far perdere slot e denaro alla compagnia. Per il resto sono abbastanza distratti e tranne quando sono costretti a passare col carrello delle bibite a peso d’oro o con quello dei profumi e delle creme di bellezza, passano il loro tempo a raccontarsi ad alta voce cose da adolescenti. Coinvolgerli era assolutamente inutile anche perché, c’era un aspetto dirimente di tutta la faccenda e cioè che il passeggero dell’ 1D era nero. E mettetela come volete, ma nel 2023, qui, nella provincia dell’impero, che voi siate democratici progressisti come me o di quelli che pensano che il Ministro Lollobrigida sia un grande, è ancora molto complicato dire ad un uomo nero – anche se questo è un ragazzone florido e benestante: “Mpare, vedi che ti fetono i piedi, rimettiti le scarpe che stiamo morendo”. È un gap culturale difficile da superare. Insomma, in questa situazione di stallo, ambigua e disperata, Donatella – che nei primi 20 minuti del volo era stata intenta a terminare una relazione di lavoro e ha questa capacità di estraniarsi completamente dal quello che la circonda – è tornata finalmente in sé e ha chiesto: “Ma che è ‘sta puzza?” e io le ho risposto prontamente: “I piedi del 1D”. 

Allora lei si è sporta dal suo 2B e ha detto “Excuse me, Sir…”. Ma l’untore aveva Lord of the Rings sparato in cuffia, allora io dal 2C gli ho toccato la spalla e appena si è girato, coll’indice ho indicato Donatella, come a dire: parla con lei. Donatella ha sorriso gentilmente e ha detto: “Excuse me, sir, would you be so kind as to put on your shoes?”. Il tizio improvvisamente ha capito e ha subito replicato, quasi mortificato: “I’m really sorry, ma’am. I apologize to everyone.” e si è rinfilato subito le Crocs col montone.

I passeggeri tra la fila 2 e la fila 8 erano allibiti, c’è stato anche un tentativo di applauso, uno di quelli strozzati che si facevano all’atterraggio e che ormai, se si è fortunati, si può sentire soltanto in certi voli serali Wizz Air con pochi passeggeri dal e per l’Est Europa.

Donatella si è riposizionava sul suo schienale e si è rimessa a scrivere, Bruna ha continuato a vedersi sull’Ipad Sing 2, io ho preso il mio libro di Sedaris e ho iniziato a leggere. Dopo qualche minuto è venuta una hostess con un pacchettino in mano e mi ha detto: “Il suo “Paco” di Paco Rabanne con offerta Summer Sensation”. Io ho alzato lo sguardo e le ho detto: “No guardi, ho cambiato idea, non lo prendo più. Piuttosto, mi dia un Gratta e Vinci”. 

Dopo il Vittorini ritorna il Premio Vittorina

Accordo raggiunto e protocolli firmati: Il Teatro Comunale o teatro Massimo (non si è ancora capito come si deve chiamare) spalanca le porte alla settima edizione del Premio Vittorina. Da non confondersi con il Premio Vittorini, ritornato in auge nonostante gli scoraggianti risultati di un sondaggio tra la popolazione siracusana che alla domanda: “conosce Elio Vittorini?”, ha risposto nel 86% dei casi “è una marmitta per scooter”. Il Premio Vittorina invece vuole onorare la memoria di Vittorina Carnemolla detta “a sciarrina”, la donna siracusana rinomata per il suo astio immotivato nei confronti della più famosa nobildonna Christiane Reimann. Pur non avendo donato il suo patrimonio al Comune di Siracusa, Vittorina ha lasciato ai siracusani qualcosa di più importante: il gusto della polemica fine a se stessa, l’insulto senza motivo, il colpo al cerchio e quello alla botte. Per questi inestimabili lasciti morali, Siracusa ha deciso festeggiarla con un Premio alla sua memoria. Il Premio Vittorina è senza dubbio uno degli eventi culturali più importanti della stagione e una vera e propria eccellenza siracusana che continua ad attirare l’attenzione di sciarrine, attaccabrighe e provocatori da ogni angolo del mondo.

Ossi di seppia e sassaemayoness

Pioggia che cadi acida sulla città d’amare,

avvolgi quel semaforo intelligente che regola senza regole

il caos di un mattino di settembre.

Lo strillare impunito dei clacson impazziti si fa canto soave e s’addensa

e accompagna l’attesa incompiuta del verde contemplare di luci.

Solo una mano può metterci in salvo,

solo la tua, Vigile Urbano. 

Avanti Insieme! È arrivato il momento di lasciare quel bar.

Di relazioni e di “buone” note

A parte il fatto che il concetto di “buone note” è talmente soggettivo da non aver alcun rilievo scientifico in nessuna discussione, neanche tra gli alunni delle scuole medie, mi convinco sempre di più che la querelle “Concerti al Teatro Greco di Siracusa” sia l’ennesima farsa alla matalotta fatta di regolamenti farraginosi, burocrazia pachidermica, relazioni di parte, scorciatoie, spittizze assortite, confusione e zero chiarezza.

L’unica verità assodata, per quel che mi riguarda, che vale per il mare, le foreste, la Marmolada, Venezia e anche per il Teatro Greco di Siracusa è che lo sfruttamento esasperato delle risorse, nel lungo periodo porta solo sciagure e pestilenza. Il Parco archeologico di Siracusa  è un luogo unico al mondo. Il Teatro del V secolo a. C. scavato nella roccia calcarea ancora di più. Una sola cosa dovremmo fare: metterlo nella condizione di resistere altri mille anni. Anche perché, all’interno del parco Archeologico, per nostra fortuna, degli impresari e dei politici locali, ci sono alcuni spazi – vedi Ara di Ierone – che meglio si presterebbero all’organizzazione di live pop/rock. Ritengo altresì che la fastidiosa diceria “gli artisti vengono a Siracusa solo per il Teatro Greco altrimenti non verrebbero” sia totalmente falsa tanto è vero che gli artisti in questione suonano con regolarità a Bitonto, Catanzaro, Molfetta e Acireale, tutti luoghi senza Teatro Greco. Infine, la cosa più importante, il teatro va preservato perché non è del sindaco, non è della Regione, non è degli impresari ma è dell’umanità ed è inestimabile, come l’aria, come l’acqua e la terra di questo posto qui che abbiamo (hanno) distrutto proprio perpetuando queste logiche di abuso e di sfruttamento.