Svelati i “Friends” di Bolle e la macchinazione di Italia. Sul palco con l’Étoile: Massimo Ranieri, Fiorella Mannoia, Giuliano dei Negramaro, Roberto Benigni, Adele, Dolce& Gabbana, Sergio Imbrò e Ancelo, un breakdancer e producer di Bosco Minniti in quota MPA. Monta la polemica!
– Hello Russell, how are you? This is Ciccio Italia, the mayor of Syracuse. I got your number from Dolce and Gabbana… I’m calling to gauge your availability for a live performance with your band here!
– Hello Ciccio, nice to meet you! Everyone here in LA talks about the shows in your beautiful city! I’d be happy to come and play at the Greek Theatre in Syracuse! Ahahahaha… At my signal, unleash hell! Ahahahah…
– Uh… but Russell, actually they’re not giving us the Greek Theatre… but there’s the Ara of Ierone available with a mobile structure that…
– What do you mean no Greek Theatre? Are you kidding me?
– No Russell, unfortunately the Sicilian Region… You know… even Adele and Benigni…. the same situation… and…
– I’m sorry Ciccio, no way, no way. I’ll go perform in Noto with Mayor Corrado Figura. Farewell and delete my mobile number.
Caro Toi, non lo so, ci sono dei luoghi che hanno una sacralità che andrebbe rispettata e secondo me il Teatro greco di Siracusa è uno di questi. Nulla contro il pop malinconico della Mannoia o contro i tour della speranza di vecchie glorie finite nel turbinio delle features per sbarcare il lunario. Viva la musica e l’espressione artistica in tutte le sue declinazioni. Viva Mick Jagger a Villasmundo, il televoto di Geolier, il flauto di Pan degli Inti Illimani e la poetica di Lello Analfino. Il punto è: siamo sicuri che il Teatro greco o la Scala di Milano o il Festspielhaus di Bayreuth siano i posti più adeguati per farli esibire dal vivo? Io sinceramente penso di no. Ma non perché non siano bravi o non siano all’altezza. Per quel che mi riguarda c’è più poesia, arte ed emozione in mezz’ora di Jagger e Richards ubriachi che maltrattano una chitarra con l’accordatura aperta e per di più scordata, che due ore e mezza di noia in attesa dell’intervento del Deus ex machina. Non è una questione puramente estetica e di gusti, è una questione di appropriatezza di genere e luogo.
Che il Teatro sia vecchio e malconcio è cosa risaputa, che sessanta rappresentazioni delle tragedie classiche contribuiscano alla sua lenta agonia pure. Perché dunque aggiungerci il carico da undici? Perché proseguire sulla logica dello sfruttamento totale del monumento che tanti danni ha fatto e sta facendo intorno a noi e nel mondo intero? I limiti purtroppo servono e dovrebbero garantire tutti: dalla velocità in autostrada al periodo del mucco al mercato del pesce, dall’immissione in atmosfera di veleni al limite degli ombrelloni del lido privato sulla battigia. Certo, danno fastidio a molti, qualcuno li reputa perfino odiosi e offensivi e alcuni probabilmente sono inutili, farraginosi e datati, ma il concetto non cambia.
Trasformare il Teatro greco in una struttura polivalente dove si può fare ogni cosa, dal mio punto di vista mortifica il monumento e lo declassa a sala parrocchiale. Ci è rimasta solo questa eccellenza e che diamine, proteggiamola e tiriamocela un po’. Qua si sono scandalizzati perché la Regione ha aumentato gli oneri di concessione che erano irrisori e offensivi. Poi certo, le eccezioni ci possono anche essere, vuole venire Paul McCartney a fare l’ultimo live della sua vita con Ringo e gli ologrammi di John e George gestiti dall’intelligenza artificiale e che fai non glielo concedi? Ma certo che sì! E il tour che la Mannoia fa nei palazzetti di Bitonto, Taranto, Avellino? No, secondo me no. Più consona l’Ara di Ierone e i suoi tubi innocenti, che già, voglio dire, è tutto grasso che cola, sempre dentro a un Parco Archeologico sei.
Se mancano come è vero che mancano strutture aggreganti, palazzetti, auditorium, luoghi della cultura pop, che la politica e gli amministratori si rimbocchino le maniche e trovino i fondi per realizzarle anziché indignarsi.
Io sono abbastanza convinto, e credo che possa valere per il mare, le foreste, la Marmolada, Venezia e anche per il Teatro Greco di Siracusa, che occorra mettere un limite allo sfruttamento esasperato delle risorse. Una sola cosa dovremmo fare con il nostro gioiello di calcare, metterlo nella condizione di resistere altri mille anni e se questo scontenterà qualche sindaco o qualche impresario o qualche regista megalomane delle tragedie, credo che potremmo farcene tutti una ragione.
A parte il fatto che il concetto di “buone note” è talmente soggettivo da non aver alcun rilievo scientifico in nessuna discussione, neanche tra gli alunni delle scuole medie, mi convinco sempre di più che la querelle “Concerti al Teatro Greco di Siracusa” sia l’ennesima farsa alla matalotta fatta di regolamenti farraginosi, burocrazia pachidermica, relazioni di parte, scorciatoie, spittizze assortite, confusione e zero chiarezza.
L’unica verità assodata, per quel che mi riguarda, che vale per il mare, le foreste, la Marmolada, Venezia e anche per il Teatro Greco di Siracusa è che lo sfruttamento esasperato delle risorse, nel lungo periodo porta solo sciagure e pestilenza. Il Parco archeologico di Siracusa è un luogo unico al mondo. Il Teatro del V secolo a. C. scavato nella roccia calcarea ancora di più. Una sola cosa dovremmo fare: metterlo nella condizione di resistere altri mille anni. Anche perché, all’interno del parco Archeologico, per nostra fortuna, degli impresari e dei politici locali, ci sono alcuni spazi – vedi Ara di Ierone – che meglio si presterebbero all’organizzazione di live pop/rock. Ritengo altresì che la fastidiosa diceria “gli artisti vengono a Siracusa solo per il Teatro Greco altrimenti non verrebbero” sia totalmente falsa tanto è vero che gli artisti in questione suonano con regolarità a Bitonto, Catanzaro, Molfetta e Acireale, tutti luoghi senza Teatro Greco. Infine, la cosa più importante, il teatro va preservato perché non è del sindaco, non è della Regione, non è degli impresari ma è dell’umanità ed è inestimabile, come l’aria, come l’acqua e la terra di questo posto qui che abbiamo (hanno) distrutto proprio perpetuando queste logiche di abuso e di sfruttamento.
Per chi se la fosse persa, ecco l’undicesima puntata di Eureka!, lo show “pitacorico” di cui nessuno sentiva la mancanza. Ospite in studio, Giuseppe Patti
Il programma è visibile sulle pagine Facebook e YouTube di Tam Tam tv Siracusa e in tv, Giovedì e Domenica sul Canale 15 Telerent ore 18.00 e Canale 85 TRIS ore 20.00.
Una stagione estiva unica nel suo genere quella del Teatro Greco di Siracusa, dove, alle rappresentazioni classiche dell’Inda ed ai concerti pop/rock già in programma, si aggiungono anche due date del “Citrosodina Tour” del giovane Ancelo, il ragazzo prodigio di viale Tunisi capace di coprire 8 ottave con la voce e di scandire “Avanti insieme” e “Di acqua e di luce” coi rutti. Spazio anche alla musica sinfonica con l’Arenella Philharmonic Orchestra diretta dal maestro Spampinato che eseguirà le musiche dei film di Franco e Ciccio. Infine occhi puntati sul teatro contemporaneo con 5 messe in scena di “Edipo a Sacchitello” con Toti e Totino e per il gran finale, già sold out, il monologo di Litterio “C’ho detto Eschilo”.
Si amplia l’offerta culturale degli spettacoli estivi al Teatro Greco di Siracusa. Alla commedia “Le Rane” con Ficarra e Picone si aggiungeranno 8 rappresentazioni di “Edipo a Sacchitello” con Toti e Totino; un gala sinfonico con l’Arenella Philharmonic Orchestra diretta dal maestro Spampinato; il live di Baglioni insieme al giovane Ancelo, il ragazzo prodigio di viale Tunisi scartato da Italia’s Got Talent ma capace di intonare il “Nessun Dorma” coi rutti e per il gran finale, già sold out, il monologo di Litterio “C’ho detto Eschilo”.