Ferla

Non partecipo mai a nessun televoto, cestino tutte le e-mail con questionari sulla soddisfazione del cliente, non ho mai premuto il tasto verde di Sky per esprimere una preferenza sul man of the match, sul cantante di X Factor da salvare o sul gradimento di un governo. Quando qualcuno mi ferma per strada per un sondaggio a risposta chiusa e io non faccio in tempo a sgattaiolare via, scelgo sempre la terza risposta: non sa, non risponde. Anche se dovessero chiedermi: lei sa chi è Archimete Pitacorico? Io senza esitare direi: non so, non rispondo. Da qualche giorno invece mi collego sul sito della Rai e voto Ferla per il Borgo dei Borghi.

Non lo faccio perché credo che Ferla sia effettivamente il borgo più bello – sebbene non manchino certo squisite peculiarità architettoniche e sebbene Pantalica sia un unicum di incredibile fascino – è evidente come in giro per lo stivale ci siano piccoli comuni che si avvicinano meglio ai canoni estetici di bellezza rarefatta. Vado ogni giorno sul sito della Rai e voto Ferla perché credo che la sua comunità sia unica. Un paese agonizzante e spopolato si è trasformato in un modello di riferimento. Il Modello Ferla, studiato nelle università e preso ad esempio per le buone pratiche che ha adottato: rifiuti, sostenibilità, turismo diffuso, politiche energetiche, edilizia scolastica, integrazione sociale.

In pochi anni questo borgo è rifiorito: protegge le tradizioni e guarda al futuro. La sua bellezza, la sua ricchezza sta nei suoi abitanti, che hanno prima visto con sospetto, poi intuito, e adesso portano avanti e condividono le idee e la forza d’animo di un giovane Sindaco e della sua Giunta. Con il suo impegno, con la sua idea di politica come servizio alla comunità, con la sua visione nitida di un futuro sostenibile e solidale, Michelangelo Giansiracusa ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione culturale che è sotto gli occhi di tutti e che è diventata esempio da seguire per gli amministratori di tutta Italia.

Certo, a Brisighella, in Emilia Romagna, a giugno fiorisce la lavanda; a Garessio, in Piemonte, se vai a sciare vedi anche il mare; a Venzone, in Friuli, ci sono così tanti caprioli che te li ritrovi nella piazza. Sono sicuro che in nessuno di questi borghi si corre il rischio di imbattersi in un infisso in alluminio anodizzato, in un tetto in eternit o in una caffetteria con tavoli e sedie di plastica, ma il mio voto non cambia. Voto Ferla per quello che rappresenta, perché per me è la dimostrazione concreta – senza chiacchere, senza meme, senza slogan farlocchi – che anche in una terra disperata come questa Sicilia qua, le idee innovative, la competenza, l’onestà e l’impegno per il bene comune, possono diventare i valori condivisi di un’intera comunità.

 

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