Cent’anni di Siracusa di Gabriel Garcia Moscuzza
«Molti anni dopo, di fronte a Zara, l’appuntato Aurelio Buongiorno si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto ad assaggiare la carne di cavallo. Siracusa era allora un paesazzo con un discutibilissimo piano regolatore, il parcheggio Talete era costruito sulla riva di un mare dalle acque diafane e i mucchi di spazzatura, abbandonata dai cittadini, rovinavano per le strade scassate come enormi uova preistoriche. Siracusa era così ignorante, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito… “Chiddu”, “S’Auttru” o fare finta che non esistessero».