Niente di nuovo sotto il cielo della provincia babba. Ancora una volta, imprenditori, amministratori e manciatari assortiti sono accusati di truccare appalti e di gonfiare fatture. E che sarà mai? Routine, monotona routine. La giustizia farà il suo corso e alla fine, forse, sapremo. Quello che ancora mi stupisce, invece, è la trasformazione repentina di quelli che da zerbini si sono trasformati in linciatori di professione e paladini della giustizia. Il tutto, nel giro di pochi post. Scorrendo le timeline di Facebook si nota subito: fino a dieci giorni fa, una sinfonia di “bravo”, “applausi” e “grande”, degni del miglior geometra Calboni; oggi, maledizioni e turbinio d’insulti.
Ieri, con le mani giunte in preghiera per implorare favori e mendicare vantaggi, oggi strette a pugno per gridare indignazione e sdegno… le stesse mani che domani faranno a gara per stringere quella del nuovo signorotto di turno e che si apriranno per fare incetta di tartine rancide alla prossima convention elettorale.