Sebuccio, 421 a.C.
La vendetta di Sebuccio, un giovane itachese che ha vissuto tutta la sua esistenza all’ombra di Ulisse. Sin dalle elementari, infatti, Sebuccio ha sofferto il confronto con l’ingegnoso amico che era dotato di una grafia chiara, leggeva senza interruzioni ed era scaltro nella prova del nove, mentre Sebuccio non riusciva a completare una intera paginetta di O. Esasperato da quelle che ha sempre considerato continue mortificazioni, nonostante Ulisse nutrisse per lui sincero affetto, Sebuccio consegnerà ai troiani i progetti del Cavallo di Troia e ne svelerà tutti i segreti. Memorabile la scena finale quando, osservando la cattura di Ulisse da parte dei soldati nemici, Sebuccio ghignerà tra se e se: “Accuffì t’anfigni, bastaddu”.