Ieri dal benzinaio una coppia di turisti mi ha chiesto: “Scusi, per Ortigia? Sembravano molto sprovveduti, dei veri allocchi, così ho pensato al pesce andato a male che gli avrebbero somministrato sotto forma di caratteristico coppo e all’olio esausto, ancora lì dall’inaugurazione del 2019, che avrebbero utilizzato per friggerlo. Ho pensato al cannolo scomposto e alla ricotta acida, ho pensato alle notti insonni in un B&B con l’aria condizionata rotta e che confina con un discopub senza autorizzazione che fa musica 24 ore su 24, così ho indicato la direzione opposta e ho detto: “di là”.
Il fatto è che con 30 gradi all’ombra, se mi vendi una vaschetta di gelato e non la chiudi con un coperchio delle dimensioni perfette ma ce ne metti uno più piccolo e pensi di puntellare la parte scoperta con dei fazzolettini, in cuor tuo sai già che la cosa non può funzionare. Dicevo, se mi vendi questa vaschetta qui, praticamente aperta e poi la infili in un sacchetto di carta più piccolo del normale, dove la vaschetta non sta adagiata sul fondo ma su un lato, devi preventivare che visto che non l’hai chiusa, qualcosa di spiacevole durante il tragitto gelateria – casa mia, succederà per forza. Se poi mi lasci ignaro e mi fai pagare senza dirmi niente e mi fai pagare salato perchè la tua è una gelateria molto rinomata in città e io ci vengo quando posso perchè il gelato che fate è davvero buono e il prezzo più alto è giustificato dagli ingredienti a km zero e biologici, dalla filiera corta e da tutto quel corollario di elementi che chissà se sono veri ma che mi portano a riconoscervi un valore maggiore, beh, io mi aspetto un servizio eccellente e non di essere arrunzato in questo modo.
Perchè se poi torno a casa e vado per infilare la vaschetta nel freezer e questa ovviamente si è aperta e il gelato si è versato dentro il sacchetto di carta e gocciola sul pavimento della cucina io divento una belva e sono costretto a ritornare nella tua gelateria per chiedertene conto.
In una situazione del genere tu solo una cosa dovresti fare, chiedere scusa, ammettere l’errore e cercare di recuperare, invece siccome sei siracusana e commerci in quell’inferno che è Ortigia, ti sei pure infastidita e mi hai detto che tu i coperchi per quelle vaschette non li avevi e quindi non potevi fare altro e che io dovevo quasi ringraziarti che il gelato me l’avevi dato lo stesso.
Sono rimasto allibito ma ancora pronto ad una mediazione, sono goloso, lo ammetto, così ti ho suggerito di dividere il gelato in due vaschette più piccole dotate di coperchi della misura esatta. Abbiamo concordato che questa fosse la soluzione migliore solo che io mi aspettavo che tu riempissi le vaschette con del nuovo gelato e non con quello sciolto e mischiato dentro il sacchetto. Te l’ho fatto notare e hai insinuato che allora mi volevo approfittare della cosa. Non ci ho visto più e ho preteso il rimborso. Prima non volevi accordarmelo e mi attribuivi la colpa di quanto accaduto, poi che il rimborso non poteva essere fatto perchè avevo pagato con il bancomat, quando hai capito che ero pronto a piantare un casino come mai ne avevi visti nella tua vita, hai capitolato, mi hai gettato con spregio le banconote sul bancone e mi hai detto indignata: “non si faccia più vedere da noi!”.
– Sindaco appoi passaci l’amuchina ne manu ca stana fitennu
– Quante mutte avete fatto? bastaddi
– E spatte fate le multe? bastardi
– l sindaco a ragione io da due setimane cello dentro
– Tenatilla tu a spazzatura ca a casa mia semu 5
– Ma cosa pretenti?
– Spazzatura non la vedi sintaco ammucciati
– Telecamere ci vogliono è qualche sbirro
– Ci sono turisti che vedono ste scene e restano illibati
– U sarausano e pocco
– Fallo tu uno sfozzo dimettiti
– Ma lo volete spiegare pecche non la state raccogliento
– Lasciatele sul posto fateli fetiri è mandate le multe
– Controlli a tappetto e telecammere
– Devi fare le multe no u show co telefonino bestia
– Forse il signor sindaco si è dimenticata che e da due settimane che nn passa nuddu quindi cetto che trova un mixi nn ti fare bello dopo anni che nn ai fatto nienti
– Se si chiama indifferenziata ci cafuddo tutti cosi!
– A certo tu manci o ristorante e che spazzatura dei fare ca ce uno ca ti lava i piatti e ti fa i subbizza
– Mi veggogno
– Scusate nn o cpt nnte ma cosa sta dicento?
– Il tuo unico impegno è ottigia…..fatti vedere anche nelle altre zone della città….ca stama fitennu comu u bancu ra tunnina.
– A chi ura passi o viale zecchino?
– Io non pago più la tari ai presente scrivitilla no ghiaccio
– A Ortiggia però i gamioncini passano e vero?
– Alla pizzuta si hanno perso due ansiani in mezzo ai sacchetti salvateli
Siracusa, Festa d’Estate: al via l’Impepata. “Se Noto fa di via Nicolaci un campo di fiori – ha dichiarato Il presidente di Noi ristoratori spudorati – ricopriremo via Pompeo Picherali con le cozze!”. Plauso del sindacato dei pescatori di frodo che sottolinea l’importanza di un’offerta culturale capace di sommare tradizioni, cultura, pirateria e gastronomia. Soddisfazione anche da parte dell’amministrazione comunale: “in epoca di emergenza rifiuti – enfatizzano dal Vermexio – riutilizzare le scorce delle cozze per un’istallazione artistica di livello internazionale che diventa circolo virtuoso di buone pratiche rappresenta un biglietto da visita straordinario per la nostra capitale della cultura dell’impero romano d’occidente di acqua e di luce avanti insieme.”.
Rumors e indiscrezioni darebbero imminenti alcuni avvicendamenti in giunta. Il brusco calo nei sondaggi e una popolarità ai minimi termini, avrebbero spinto il sindaco a operare importanti cambiamenti alla squadra di governo sfruttando la presenza e l’appeal dei vip in città. Quasi certo l’avvicendamento alla cultura, fuori Granata dentro l’Estetista Cinica alla quale andrebbero anche le deleghe al decoro del personale, economato e risossa mare. Tra i nomi più caldi anche Miuccia Prada che dovrebbe prendere il posto del vicesindaco Coppa e Sabrina Ferilli al posto della Concy Carbone ai servizi sociali. Secco no del sindaco a Fabio Fazio che aveva chiesto espressamente Polizia municipale, trasporti e diritto alla mobilità che invece resteranno nelle mani di Tota.
Certe volte quando li osservo così, goffi, insicuri, titubanti, mi pervade un sentimento di tenerezza e di protezione che quasi mi spiazza. Ieri, il Suv del malacarne parcheggiato in divieto, bloccava mezza strada e costringeva gli automobilisti a una specie di senso unico alternato e sebbene avessi intuito che sarebbe stato un tentativo velleitario ne ho comunque apprezzato l’impegno. Si è avvicinato al Suv lentamente, ci girava intorno cautamente, come fanno gli artificieri nei film quando sospettano che ci possa essere un ordigno. In cuor suo sperava che il proprietario si facesse vivo e spostasse il veicolo senza bisogno di intervenire con multe e verbali, un’alibi per la sua coscienza, un gentleman agreement valido giusto il tempo di allontanarsi da lì, poi, oh, se quello mi prende in giro e ce la rimette, io che ci posso fare? Lui si è accorto che lo stavo fissando interessato e ha subìto il colpo, prima mi ha odiato, poi, forse un po’ mortificato ha preso coraggio e si è diretto da un altro malacarne che gestisce, in mezzo alla strada, un baracchino di non meglio specificati servizi turistici, per chiedergli se sapesse dove fosse il proprietario del Suv. Non ho sentito esattamente cosa gli ha risposto, ma dalla gestualità ho capito che il malacarne dei servizi turistici deve aver detto una cosa tipo “mpare lassa peddere, fatti nu giro e non ci scassare a minchia che stiamo travagghiannu”. Deve essere stato così perché lui effettivamente è andato via imbarazzato e anche io mi sono allontanato deluso e ho pensato che magari era andato a chiamare rinforzi, il carratrezzi, il comandante, l’assessore per uno di quei blitz che poi finiscono sui giornali e invece niente, quando sono ripassato due ore dopo, i clacson suonavano impazziti e il Suv era sempre lì, in divieto, a bloccare mezza strada.