Al mio segnale scatenate l’inferno

– Hello Russell, how are you? This is Ciccio Italia, the mayor of Syracuse. I got your number from Dolce and Gabbana… I’m calling to gauge your availability for a live performance with your band here!

– Hello Ciccio, nice to meet you! Everyone here in LA talks about the shows in your beautiful city! I’d be happy to come and play at the Greek Theatre in Syracuse! Ahahahaha… At my signal, unleash hell! Ahahahah…

– Uh… but Russell, actually they’re not giving us the Greek Theatre… but there’s the Ara of Ierone available with a mobile structure that…

– What do you mean no Greek Theatre? Are you kidding me?

– No Russell, unfortunately the Sicilian Region… You know… even Adele and Benigni…. the same situation… and…

– I’m sorry Ciccio, no way, no way. I’ll go perform in Noto with Mayor Corrado Figura. Farewell and delete my mobile number.

  • Wait Russell, Russell…

Maniace, tutti contro tutti

Con la nuova stagione turistica e in virtù dei pronunciamenti della giustizia amministrativa, ritorna in tutto il suo splendore la polemica sul Bar Maniace e con essa, le soluzioni Pitacoriche prospettate negli incontri segreti intercorsi tra le parti.

Drastica

Gogna, rogo e vandalizzazione della costruzione. È l’ipotesi caldeggiata dall’associazione “Ortigia Sangue Blu”, da sempre contraria alla realizzazione di qualsiasi opera che non sia prima stata approvata in seduta plenaria. Forte dell’appoggio di esponenti dell’intellighenzia aretusea di alcuni nobili decaduti, richiede a gran voce – come stabilito nel R.D.Lgs n.7 del 1921 – un rogo purificatore e l’abbattimento a colpi di mazza chiodata del “Bar Monstre” ad opera di cittadini sorteggiati tra i più abbienti. La soluzione finale prevede l’esautorazione e la gogna del Sindaco, della sua Giunta. In attesa delle prossime elezioni amministrative, la città sarà retta da un comitato di saggi nominato da una elite intellettuale di residenti in Ortigia.

Sociale

Demolizione dell’opera architettonica e sua ricostruzione all’interno del Parco Robinson. È la proposta dell’associazione “Dame d’altri tempi” e della “Casa del Popolo Gianni Agnelli”. I due soggetti associativi puntano al recupero della struttura e al suo impiego in un contesto sociale periferico dove potrà essere utilizzata come sede della prima scuola di alta specializzazione in spaccio e borseggio intitolata a Polini, Giannelli, Arrow e LeoVince. Il contesto esotico e la presenza di popolazione indigena – che le dame e i compagni della casa del popolo trovano pittoreschi in maniera intrigante – fanno del Parco Robinson il luogo ideale per la formazione delle nuove generazioni di malacarni aretusei.

Concessione

Chiusura coatta della struttura e ridistribuzione delle attrezzature e delle forniture. Perché sprecare una così bella struttura con i frigoriferi integrati? E tutte le sedie e i tavolini, che fine faranno? Se lo chiede il consorzio “10, 100, 1000 sedie e tavolini spaiati” che riunisce i proprietari dei dehors abusivi. Il consorzio ritiene che la costruzione possa essere data in concessione ad un manipolo di esercenti ortigiani. “Un’opera di tale fattura – dicono i rappresentanti del Consorzio – potrebbe rendere unico e dare lustro all’immondo bordello di Piazza Pancali o creare un’affascinante divertissement architettonico in un vicolo ortigiano“.  Il contratto capestro abbozzato dal Consorzio prevede, oltre alle spese di ricostruzione a carico della cittadinanza, l’esenzione totale dalla raccolta differenziata e dal pagamento della Tari, il suolo pubblico gratuito fino alla 4 generazione e l’assimilazione della struttura a luogo di culto per non pagare l’Ici.

Fideistica

Prevede l’istallazione del manufatto architettonico all’interno del Parco delle sculture della pista ciclabile e la sua trasformazione in mausoleo per la venerazione di Francesco Italia. La struttura resterebbe in gestione al concessionario che allestirebbe un museo di cimeli per alimentare il culto del Sindaco. Tra i pezzi in esposizione: la prima bici con le rotelle; il saio di corda degli anni universitari; un paio mocassini dismessi; l’album con le foto di tutte le processioni a cui ha partecipato nel mondo, un lampadario D&Gi guanti di camoscio con le tracce di presunte stimmate e il biglietto di aucuroni degli ex consiglieri comunali Malignaggi e Rabbito.

Cinque anni di Te

Comune di Siracusa, Noi Albergatori e Assopanini e Confcavallo, celebrano il quinto anniversario dell’istallazione di “Cavallo Corinzio e Sbizzero”, la scultura entrata nel cuore di tutti i siracusani. Per la critica, l’opera, la cui poetica mette in relazione cultura e sviluppo economico, vuole simbolicamente rappresentare il trait d’union tra mito e sassaemayoness.

Nessuna Autorità

Autorità di Sistema Portuale, arriva il secco NO del consorzio dei Boat Tour Siracusa Avanti Insieme. “Non riconosciamo nessuna autorità di sistema che non abbia un banchetto sul marciapiede di Corso Umberto!”. Con queste parole il presidente del Consorzio ha voluto stigmatizzare l’iter che ha portato al voto favorevole in Senato. Solidarietà da Palazzo Vermexio.

Targhe alterne, al via la sperimentazione

– Ha sintutu ca ora fanu i tagghe attenne?

– Ma cui?

– U Comuni…

– Ma quannu?

– Ora, u tempo ca si organizzano…

– Ma picchì?

– Dice che ippiemmedieci è troppo atto… l’inquinamento, i pisti ciclabili…. non ho capito bene…

– Ma su pazzi? E uno come ch’avissi a ghiri a travagghiari? Io na machina sula iaiu!

– Cu l’utobussi, ca bicicletta… u muturi tu luvasti?

– A quale muturi, era sempre scassato… ciù vinnii a me cugnautu…

– Bello pacco ci hai fatto!

– Eh Eh Eh… ma tanto chiddu è ntestiminchia… Ahahahahah

– U futtisti!

– Minchia si è incazzato, la fiducia tradita… la famiglia, chi sacciu chi cuntava… è offeso. Non ci parlavamo più, manco a natale, si virunu sulu me mugghieri e so soru e i picciriddi. 

– Mischino però…. senti, allora a matina niscemu assieme… tu chi targa hai?

– H

– No, u numero…

– Finisce cu H.

– I numeri prima ha taliari….

– 833.

– Allora si dispari…

– Minchia!

– Iu sugnu 475…

– Apposto semu!

– Ta mugghieri chi targa iavi?

– No mi ricoddo… Aspè “Gioia, Gioia, chi tagga iavi a Matiz? U nummero… chini su i lettere…. Minchia!”

– Chi fu?

– Niente 651, dispari.

– E come dobbiamo fare?

– Sai cu è pari? 

– No!

– U muturi i me cugnatu… Bastardo!

È tutto oro quello che luccica

Impazzano le polemiche sull’ennesimo albero di natale design che ha fatto capolino il Piazza Duomo. Sconcerto dell’opinione pubblica che sperava – dopo essersi abituata per qualche anno ad un albero tradizionale – di non dovere a che fare mai più con questo genere di decorazioni. Invece il nuovo albero di natale design si immette deciso sulla scia di alcuni sui predecessori che resteranno nella storia: l’albero tortile di compensato Ikea, quello squadrato con le lampadine a led cinesi e quello tutto palle giganti senza messa a terra che fulminava i più distratti che provavano ad avvicinarsi. “L’albero di natale, spiegano dal Vermexio, avrà una doppia funzione”. Pare infatti che terminate le festività, verrà capovolto e allestito come un grande cartoccio di fritto di pescato di frodo trasformandosi in un gigantesco monumento da collocare all’entrata di Ortigia al posto della statua di Archimede. “Sarà il nostro Colosso di Rodi – ha dichiarato il sindaco – un monumento per celebrare l’anima e i valori più sacri della nostra comunità”.