Leggendo certi commenti alla notizia delle minacce di morte ricevute dal Sindaco di Siracusa, mi prende sempre un senso di sconforto e di sfiducia e anche se lo so già, ogni volta ci ricasco e vado a vedere i profili degli autori di questi commenti e ogni volta, giurò, si tratta sempre di papà amorevoli, mamme a tempo pieno e amanti degli animali.
Nel caso specifico, la violenza più greve, gli insulti sessisti, l’odio profondo e scomposto era concentrato nei commenti di alcune donne, mamme e cristiane. Ecco, io mi auguro che qualcuno dei loro figli riesca ad andarsene via: lasciare la città, il quartiere e la famiglia, fare esperienze altrove, allargare la mente, magari a Milano, a Berlino, a Oslo, a Singapore o in culo al mondo, ovunque possano entrare in contatto con un altra realtà e immergersi nella profonda bellezza della diversità e della moltitudine. La vita non è quella confinata tra la discarica abusiva davanti al portone e la carcassa dello scooter rubato, c’è molto altro e tutti dovrebbero avere il diritto di andarlo a scoprire. Spero che alcuni di loro abbiano la forza di imporsi e facciano tutti i sacrifici per continuare a studiare, perchè se lo meritano, perché sono bravi e spero che gli altri riescano a trovare un lavoro dignitoso e gratificante e capiscano, una volta per tutte, cosa siano i diritti e i doveri di un cittadino.
Le colpe non sono certo dei loro genitori o forse, lo sono solo in parte, la verità è che c’è una società che non funziona più e uno Stato che ha ghettizzato come reietti i figli degli ultimi in scuole di quarto livello abbandonate a se stesse. Ci sono insegnanti che hanno gettato la spugna ma anche offerte formative di tutto rispetto che vengono snobbate dai genitori delle “famiglie per bene” perché loro, lì, in quella scuola, in mezzo a quelle persone, i loro bambini non glieli iscriveranno mai e forse sbagliano o forse no ed io per primo, gliela iscriverei mia figlia? Non lo so, davvero e siamo sempre punto e accapo e il sole sorge ogni giorno e il degrado si somma al degrado e l’ignoranza, la disoccupazione, il lavoro in nero, la prostituzione minorile, lo spaccio della coca, l’arrocco, il sospetto, il ghetto e la violenza, che come sempre, genera altra violenza.