La zona arancione spiegata facile

Siccome nessuno vuole restare con il cerino acceso in mano, un minuto dopo la definizione delle zone di rischio è iniziato il valzer delle responsabilità, che serve a fare un po’ di caciara ed a confondere le acque: una dichiarazione lì, una mezza risposta qua, loro hanno più infetti, noi abbiamo più posti letto. Anche i ventuno parametri oggettivi che dovevano determinare la colorazione, visti così, senza che nessuno li spieghi, servono a bene poco. In questo calderone, due sono gli aspetti a mio avviso abbastanza chiari. Il primo è che il governo nazionale probabilmente è stato più accondiscendente con alcune regioni e meno con altre; il secondo elemento è che non esiste nessun sistema che trama contro la Sicilia e che ci appioppa l’onta dell’arancione per danneggiarci di proposito. Esiste invece un problema sistemico, gigante, vecchio come il cucco che riguarda tutti noi: lo stato in cui versa la sanità siciliana. Provo a semplificare molto per rendere il concetto più chiaro: la Sicilia è arancione perché da quarant’anni a questa parte, abbiamo votato una classe politica inadeguata. Abbiamo rinunciato ai nostri diritti preferendo chiedere e ricevere favori, abbiamo lasciato che si spartissero denaro e potere, gli abbiamo permesso di non fare niente se non i loro comodi e poi li abbiamo rivotati, ci siamo indignati per le autostrade che non esistono, per le ferrovie da terzo mondo e per gli ospedali fatiscenti, abbiamo gridato allo scandalo dei fondi europei inutilizzati, delle discariche e della formazione professionale e poi li abbiamo rivotati. E anche se i tempi non sono più quelli di una volta e adesso al massimo intervengono per una bolletta dell’Enel o ti piazzano un figlio a fare un tirocinio non retribuito, noi continueremo a rivotarli perché sebbene ci sentiamo tappeti persiani, sotto sotto siamo zerbini. Quindi, nonostante questo governo nazionale viva di controsensi e di approssimazione infinita, non c’è nessuno complotto contro la Sicilia, c’è solo la responsabilità di 40 anni di assenze, lacune, ritardi, incapacità e disinteresse che hanno portato la sanità regionale ad essere quello che è oggi. Aggiungeteci le cliniche private dei baroni, le convenzioni più risibili, i concorsi bloccati e il gioco è fatto. Altro che arancione, il nostro colore dovrebbe essere rosso, come la vergogna. 

1 commento su “La zona arancione spiegata facile”

  1. Ammettiamo che la disanima sia giusta chi sono i politici che si dovrebbero votare? M5S incompetenti ed ignoranti partoriti da un comico? Oppure Renzi ? Oppure? L a Sicilia è questo schifo che dici e le altre regioni stanno meglio ? La grande Lombardia con un sistema sanitario d’eccellenza prima del COVID19 è diversa dalla situazione siciliana? E la Campania? E la Liguria ed il Lazio? La verità è che la Sicilia oltre ataviche colpe ci si è messo il governo centrale con il famigerato piano di rientro che ha portato la sanità già in enorme difficoltà ad una condizione ridotta ai minimi termini per strutture e personale sanitario!

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