Una coppia di cinquantenni in sella ad uno scooter, accosta e getta nel carrellato dell’organico di un palazzo lungo una strada principale del centro storico un sacchetto pieno di vetro, plastica e carcasse di pesce. Consapevole della probabile reazione, faccio notare ugualmente che almeno potevano usare quello dell’indifferenziata, così, per farla meno sporca. Il tizio alla guida ha replicato serafico: “A picchì nun ti fai i cazzi toi”. Lei, per stemperare i toni: “Lassalu peddere a chistu, amunìnni”. Avrei voluto insistere e chiedergli una cosa tipo: “Avete visto Alberto Angela su Siracusa, uno scandalo vero?”. Ma poi ho desistito e ho sospirato uno scoraggiato: “E vabbè”. Lo scooter, intanto, si era allontanato di qualche decina di metri, la “signora” seduta dietro si è voltata e mi ha gridato: “Ancora cca si? Sciesso”.

La maleducazione della gente non ha confini.
Anni fa brontolai con un ragazzo che aveva gettato una cicca di sigaretta per terra. Mi sentii rispondere: “Son mica l’unico”. E via in sella alla sua bici.
Roba da rincorrerlo e prenderlo a cazzotti.
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