Pillirini

“Spero che ritorni presto l’era della Pillirina”, poteva essere il ritornello di un brano della buonanima di Franco Battiato e invece è solo una polemica che va avanti da un decennio, da quando cioè Elemata Maddalena acquistò questi benedetti terreni sulla costa dell’Isola, a Siracusa, che pareva che ci si sarebbe potuto buttare tonnellate di calcestruzzo, fare attraccare yacht e atterrare elicotteri e poi i petroldollari, i rubli, le signore dell’alta aristocrazia borghese (Calboni docet), il lavoro per tutti, lo sviluppo, la destagionalizzazione, l’indotto e invece niente. Prima la variante della bellezza, poi l’iter per l’istituzione della riserva terrestre che però si trascina come un moribondo al fronte che cerca di riguadagnare la trincea, fatto sta che Elemata Maddalena, fino ad oggi, al massimo può ristrutturare i caseggiati esistenti a farci delle villette come al Club A Fanusa e di Vip nemmeno l’ombra, anzi, per la verità uno ci sarebbe, Erlend Øye si chiama, è norvegese, suona nei King of Convenience e alla Pillirina si va a fare il bagno con i suoi amici. Stende un telo e si prende il sole e se passi da quelle parti al tramonto, può capitare di sentirgli suonare Sergio Endrigo con l’ukulele.

Erland Øye alla Pillirina non vorrebbe né calcestruzzo né resort, lui dice che quel posto è perfetto così com’è e siccome l’ultima volta che ci stava andando gli è stato impedito da un vigilantes privato che gli ha vietato l’ingresso, lui ha scritto un post su Instagram che ha ricevuto un sacco di cuoricini e nel quale chiedeva al Marchese Emanuele di Gresy (che però noi a Siracusa, per convenzione, dobbiamo chiamare de Gresy) di lasciare libero quel posto, di ritirare il custode e permettere a tutti la libera fruizione. Ho un milione di euro – ha azzardato – e se vuoi te li prendi come se fosse una specie di risarcimento e siamo tutti a posto.

Il Marchese però, che c’ha il dente avvelenato, ha gentilmente declinato l’offerta, caro Erlend – gli ha risposto – del tuo milioncino non so che farmene, io ne avrò spesi una quindicina… vedi tu. Inoltre il Marchese ha tenuto a precisare che quei terreni sono proprietà privata e lui ci fa quello che vuole e che si opporrà a qualsiasi tentativo di esproprio proletario.

Ora, va detto una volta per tutte, che di esproprio proletario in questa storia non c’è propria traccia e che la lettura del marchese abbindolato lascia il tempo che trova. Non che sia del tutto fuorviante, ma se hai un terreno e c’è un vincolo, c’è poco da fare, mi dispiace.

Nel fuoco incrociato di dichiarazioni degli ultimi giorni ci si sono tuffati al solito un po’ tutti, mbrugghiuni e sautafossi compresi, in un gioco tutti contro tutti, fatto di insulti, accuse, minacce e minchiatone, che lascia il tempo che trova e che si ripete da anni come un mantra di quelli scarsi. La soluzione sarebbe l’istituzione della riserva naturale, ma tremano le gambe solo a pensare che poi questa verrebbe gestita dalla Regione.

La verità è che la Pillirina è un luogo magico, la Pillirina è di tutti, la Pillirina non sono i terreni di Elemata, ma un tratto di costa molto più vasto e molto più seducente.

Lo sa bene chi ha partecipato ieri alla passeggiata organizzata dalle associazioni ambientaliste. Io non ci andavo da anni sul quel versante lì, l’ultima volta guidavo un Sì verde metallizzato e non me lo ricordavo così bello. Un luogo incantevole, a tratti inquietante, con una luce straordinaria, una pietra grigia, quasi bianca, il profumo delle erbe selvatiche, la brezza del mare aperto, respiri a pieni polmoni e l’occhio si perde nell’immensità di un orizzonte sconfinato. Seguendo il percorso battuto, scendi una collinetta, superi un promontorio e sbam, ti trovi davanti Ortigia in tutto il suo splendore e sembra libera e felice, non puoi immaginare che arranca sotto il gioco delle friggitorie e dell’inciviltà tutelata. È una prospettiva quasi inedita, differente dalle solite cartoline che conosciamo a memoria, più vivida rispetto alle scontate foto coi droni. C’è una magnificenza che ti spiazza, “ma davvero vivo qui?” mi sono chiesto incredulo mentre intorno a me era un via vai di umanità colorata e vitale.

Alla fine, gira e rigira, le domande che ti poni sono sempre le stesse: ma perché? Ma perché la politica non mette fine a questo ridicolo tira e molla istituendo la Riserva Naturale? Sono passati undici anni, ma in quale altra parte del mondo potrebbe essere tollerata una cosa del genere? Poi pensi che qui non bastano cinquant’anni per fare un’autostrada e che puoi indignarti, maledire e porti tutte le domande che vuoi, tanto anche le risposte, purtroppo, sono sempre le stesse.

La punta dell’iceberg

Si torna a parlare prepotentemente di Pillirina ma ciò che potrebbe accadere a Punta Mola è solo la punta dell’Iceberg. Sono tanti i nobili, gli imprenditori e i sautafossi che hanno mire sul nostro territorio ma per fortuna sempre più cittadini si riscoprono ambientalisti e si organizzano in gruppi e fazioni per contrastarli. Scopri tutto quello che non ci dicono:

Conte Bollinger. Ha acquisito per usucapione l’intero club “a Fanusa” che ha intenzione di demolire e ricostruire decuplicando la cubatura ma con materiali più scadenti, massiccio utilizzo di cemento depotenziato e senza fognature allacciate alla rete. Il Nobile francese vuole internazionalizzare il contesto modificando il nome in “Le Club a Fanusà” e fare della nuova struttura, il faro per il turismo gay della provincia. Secca la presa di posizione della frangia di ambientalisti di estrema destra “Fanusa Pound” che oltre a puntare il dito contro lo scempio paesaggistico, attraverso il suo portavoce ha dichiarato un perentorio: “le famiglie alla Fanusa, i froci a Noto”. “Fanusa Pound” non crede nella giustizia amministrativa e vuole risolvere la faccenda alla vecchia maniera.

Barone Louis Roderer. L’imprenditore sbizzero ha messo gli occhi su un terreno fangoso sulla costa di Targia. L’appezzamento, che il piano regolatore destina a discarica sostanze stupefacenti, ha un minuscolo sbocco sul mare che inficia su una spiaggetta di 106 cm quadrati, dove è possibile stendere solo un telo per volta. Roderer ha intenzione di costruire un Hotel 7 stelle lusso. Scavate le fondamenta, settecentottantamilioni di metri cubi di calcestruzzo daranno corpo al sogno del Barone: un super hotel post industriale che darà lavoro a 300mila siracusani e 169mila bagnini. Il gruppo ambientalista “Drogati di ambiente” oltre a puntare il dito contro lo scempio paesaggistico, chiede a gran voce l’intervento di Comune e Regione per non perdere una delle ultime calette dove drogarsi in pace. Il Tar ha già espresso un parere positivo per poi ritrattare.

Arciduca Billecart-Salmon. Come recita il nome, è un grande appassionato di pesca sportiva al salmone che pratica con il tradizionale bastone in un bacino artificiale che si è fatto costruire a Wiltz, in Lussemburgo, estirpando una foresta secolare. Avendo decimato la popolazione di salmoni dell’intero nord Europa, Billecart-Salmon ha deciso di cambiare obiettivo e concentrarsi su mucco e scoppolaricchi. Ha acquistato, prima che venisse demolito, il ponte dei Calafatari che adesso vuole ricostruire e trasformare in una gigantesca diga. L’Arciduca è uomo di mondo e per tenere buona l’amministrazione comunale, ha promesso di intervenire anche sulla riqualificazione del Talete che vuole allagare periodicamente per creare l’ambiente ideale per la posa delle uova di pesce. Secco no dei comitati “Cavallo e natura” e “Posteggiatori verdi abusivi” che puntano il dito contro lo scempio paesaggistico e contro l’ottusa volontà di snaturare un tratto di costa da sempre adibito al commercio di carne di cavallo e all’estorsione sui parcheggi. Il Tar, per un vizio di forma, si è espresso in favore di Billecart-Salmon contestando agli ambientalisti di aver pagato il contributo unificato per l’istruzione della pratica esclusivamente con monete da 1 euro. Pronto il ricorso al CGA.

La Principessa Concy Carnemolla de Satihny. Ha ereditato la sua fortuna sposando sul letto di morte, il pluricentenario Principe de Satihny, grande mecenate di arte e persona d’immensa cultura con il debole per le semi analfabete con i seni prosperosi. La Principessa Concy Carnemolla de Satihny amministra il suo patrimonio affidandosi in tutto e per tutto a Totuccio, suo amante ed ex disoccupato con il pallino dei gratta e vinci. Totuccio l’ha convinta ad investire sull’acquisto del Castello Eurialo e a farne un centro benessere super lusso. In un turbinio di silenzi assenzi, di denunce a funzionari pubblici e di scoppi nei citofoni, il progetto è andato avanti sino alla posa della prima pietra, che è avvenuta nel corso di una cerimonia solenne a cui erano stati invitate tutte le teste coronate del pianeta, casate nobiliari e rampolli dell’alta società ma a cui ha partecipato solo la commessa di Kent. Il gruppo cattolico ambientalista “Dio non perdona”, capeggiato da Padre Birrica, ha puntato il dito contro lo scempio paesaggistico sottolineando la futilità e l’effimero dei centri benessere da sempre fautori della cultura dell’apparire, distante anni luce dalle sacre scritture. Il ricorso è stato presentato ma sia Totuccio sia la Principessa Carnemolla de Satihny continuano a cestinare le notifiche scambiandole per solleciti di pagamento del canone Rai.

I Visconti Joseph e Laurent-Perrier. Imprenditori illuminati, fratelli, i visconti Joseph e Laurent Perrier si occupano da più di un decennio di eco-business, proponendo strategie per la salvaguardia dell’ambiente. Sono stati i primi ad investire sull’agri business, l’eco building, la green mobility e la messa a punto di soluzioni di illuminazioni a elevata efficienza energetica. Joseph e Laurent hanno scelto Siracusa per passare con le famiglie qualche giorno di vacanza e hanno rilevato una piccola casa al mare abbandonata e in condizioni fatiscenti. Ristrutturata seconda le rigidissime regole del protocollo ecologico europeo Hal9000, i Perrier hanno creato un piccolo capolavoro ecosostenibile citato dalla stampa di settore e perfino in un articolo della Selvaggia Lucarelli. La cosa ha fatto andare su tutte le furie il Sig. Spinoccia, proprietario del villone di tre piani abusivo ed adiacente che ha sporto denuncia e fatto mettere i sigilli al cantiere. La nuova costruzione dei Perrier ha il limite di occludere allo Spinoccia la vista del negozio di alimentari all’angolo della strada. Inutili i tentativi di composizione bonaria. Il caso, per un cavillo, è passato al Giudice di pace che ha già rinviato al marzo 2027. I Perrier aspetteranno la fine del procedimento per vendere tutto e trasferirsi altrove.

Pillirina 2.0

La vicenda Pillirina si è conclusa per il meglio, ma le minacce alla nostra costa non sono finite. Sono tanti gli imprenditori senza scrupoli che hanno mire sul nostro territorio ma sempre più cittadini si riscoprono ambientalisti e si organizzano in gruppi e fazioni per contrastarli!

Barone Louis Roderer. L’imprenditore svizzero ha messo gli occhi su un terreno fangoso sulla costa di Targia. L’appezzamento, che il piano regolatore destina a discarica sostanze stupefacenti, ha un minuscolo sbocco sul mare che inficia su una spiaggetta di 72 cm quadrati, dove è possibile stendere solo un telo per volta. Roderer ha intenzione di costruire un Hotel 7 stelle lusso. Scavate le fondamenta, centottantamilioni di miliardi di metri cubi di calcestruzzo daranno corpo al sogno del Barone: un super hotel post industriale che darà lavoro a 300mila siracusani e 169mila bagnini. Il gruppo ambientalista “Drogati di ambiente” oltre a puntare il dito contro lo scempio paesaggistico, chiede a gran voce l’intervento di Comune e Regione per non perdere una delle ultime calette dove ci si possa drogare in pace. Pronto il ricorso al Tar che ha già espresso un parere positivo per poi ritrattare.

Conte Bollinger. Ha acquisito per usucapione l’intero club “a Fanusa” che ha intenzione di demolire e ricostruire identico a prima ma con materiali più scadenti, massiccio utilizzo di cemento depotenziato e senza fognature allacciate alla rete. Il Nobile francese vuole internazionalizzare il contesto modificando il nome in “Le Club a Fanusà” e fare della nuova struttura, il faro per il turismo gay della provincia. Secca la presa di posizione della frangia di ambientalisti di estrema destra “Fanusa Pound” che oltre a puntare il dito contro lo scempio paesaggistico, attraverso il suo portavoce ha dichiarato un perentorio: “le famiglie alla Fanusa, i froci a Noto”. “Fanusa Pound” non crede nella giustizia amministrativa e vuole risolvere la faccenda alla vecchia maniera.

Arciduca Billecart-Salmon. Come recita il nome, è un grande appassionato di pesca sportiva al salmone che pratica con il tradizionale bastone in un bacino artificiale che si è fatto costruire a Wiltz, in Lussemburgo, estirpando una foresta secolare. Avendo decimato la popolazione di salmoni dell’intero nord Europa, Billecart-Salmon ha deciso di cambiare obiettivo e concentrarsi su mucco e scoppolaricchi. Ha acquistato, prima che venisse demolito, il ponte dei Calafatari che adesso vuole ricostruire e trasformare in una gigantesca diga. L’Arciduca è uomo di mondo e per tenere buona l’amministrazione comunale, ha promesso di intervenire anche sulla riqualificazione del Talete che vuole allagare periodicamente per creare l’ambiente ideale per la posa delle uova di pesce. Secco no dei comitati “Cavallo e natura” e “Posteggiatori verdi abusivi” che puntano il dito contro lo scempio paesaggistico e contro l’ottusa volontà di snaturare un tratto di costa da sempre adibito al commercio di carne di cavallo e all’estorsione sui parcheggi. Il Tar, per un vizio di forma, si è espresso in favore di Billecart-Salmon contestando agli ambientalisti di aver pagato il contributo unificato per l’istruzione della pratica esclusivamente con monete da 1 euro. Pronto il ricorso al CGA.

La Principessa Concy Carnemolla de Satihny. Ha ereditato la sua fortuna sposando sul letto di morte, il pluricentenario Principe de Satihny, grande mecenate di arte e persona d’immensa cultura con il debole per le semi analfabete con i seni prosperosi. La Principessa Concy Carnemolla de Satihny amministra il suo patrimonio affidandosi in tutto e per tutto a Totuccio, suo amante ed ex disoccupato con il pallino dei gratta e vinci. Totuccio l’ha convinta ad investire sull’acquisto del Castello Eurialo e a farne un centro benessere super lusso. In un turbinio di silenzi assenzi, di denunce a funzionari pubblici e di scoppi nei citofoni, il progetto è andato avanti sino alla posa della prima pietra, che è avvenuta nel corso di una cerimonia solenne a cui erano stati invitate tutte le teste coronate del pianeta, casate nobiliari e rampolli dell’alta società ma a cui ha partecipato solo la commessa di Kent. Il gruppo cattolico ambientalista “Dio non perdona”, capeggiato da Padre Birrica, ha puntato il dito contro lo scempio paesaggistico sottolineando la futilità e l’effimero dei centri benessere da sempre fautori della cultura dell’apparire, distante anni luce dalle sacre scritture. Il ricorso è stato presentato ma sia Totuccio sia la Principessa Carnemolla de Satihny continuano a cestinare le notifiche scambiandole per il canone Rai.

I Visconti Joseph e Laurent-Perrier. Imprenditori illuminati, fratelli, i visconti Joseph e Laurent Perrier si occupano da più di un decennio di eco-business, proponendo strategie per la salvaguardia dell’ambiente. Sono stati i primi ad investire sull’agri business, l’eco building, la green mobility e la messa a punto di soluzioni di illuminazioni a elevata efficienza energetica. Joseph e Laurent hanno scelto Siracusa per passare con le famiglie qualche giorno di vacanza e hanno rilevato una piccola casa al mare abbandonata ed in condizioni fatiscenti. Ristrutturata seconda le rigidissime regole del protocollo ecologico europeo Hal9000, i Perrier hanno creato un piccolo capolavoro ecosostenibile citato dalla stampa di settore e perfino in un articolo della Selvaggia Lucarelli. La cosa ha fatto andare su tutte le furie il Sig. Spinoccia, proprietario del villone di tre piani abusivo ed adiacente che ha sporto denuncia e fatto mettere i sigilli al cantiere. La nuova costruzione dei Perrier ha il limite di occludere allo Spinoccia la vista del negozio di alimentari all’angolo della strada. Inutili i tentativi di composizione bonaria. Il caso, per un cavillo, è passato al Giudice di pace che ha già rinviato al marzo 2022. I Perrier aspetteranno la fine del procedimento per vendere tutto e trasferirsi altrove.