Non è ancora cambiato niente ma senza IGM mi sento già perso. Quel terrore che ti prende al cospetto di un futuro ignoto. Che ne sarà ad esempio dell’operatore ecologico che in 4 anni non ha mai spazzato sotto casa mia? Arriva con l’ape, un moncherino di scopa a mo’ di vessillo fa capolino da un bidone nero posto sul cassone, si fuma una sigaretta appoggiato alla ringhiera del lungomare, la spegne per terra e se ne va via. Chi mi ridarà queste atmosfere uniche? La nuova azienda sarà in grado di mantenere questi standard? Il sindacato potrà fare qualcosa per non far perdere alla città questo know how? E il siracusano? Riuscirà a fare un passo verso la civiltà o continuerà a sporcare le strade, a non raccogliere le cacate del cane, a fottersene della raccolta differenziata e ad abbandonare, come se fosse la cosa più normale del mondo, una cucina componibile accanto al cassonetto? Questi interrogativi mi uccidono perché sotto sotto, dopo tutti questi anni, c’è un po’ di IGM in ognuno di noi…