29 aprile 2020 – ore 18:45
Oggi pomeriggio, poco prima del tramonto, passeggiando a braccetto, sono passati a salutarmi il nanno col giubbotto blu e Ninni, parlavano in maniera concitata e quando sono arrivati sotto al balcone, Ninni mi ha sorriso e il Nanno mi ha chiesto: “comu semu?”. Io ho subito risposto: “A posto, ammuttamu…”, volevo chiedere del debito di gioco e se Ninni alla fine era riuscito a farlo onorare da Cugno, ma il nanno non mi ha lasciato continuare e mi ha subito detto: “Sugnu troppu nibbuso… ha sintutu ‘sta cosa che hanno messo u veterinario avvettice dell’ospetale?”. Io ho cercato di chiarire: “Beh, non è propriamente a capo dell’ospedale, è un ruolo…”, ma non ho fatto in tempo a terminare che il nanno serafico ha ribattuto: “chissu picchì a Sarausa semu animali, sabbaggi, mao mao, semu troppu bestia. Ni mettunu u veterinario o’spitale e tutti ni stamu muti a cominciare del sintaco”. Io l’ho guardato fisso, come a dire: la sua saggezza a volte mi spiazza e mi commuove. Poi è intervenuto Ninni che ha chiesto: “ma quindi se c’è u veterinario all’ospedale, Annibal (un cane corso di 85 kg, di stanza alla Fanusa) u pozzu puttari per fallo visitare? Mischino, iavi n’tanticchia di tosse… nun criru ca è coronavirus?”. “Minchia Ninni… preciso, si u sarausanu DOCCHI – ha detto il nanno, mentre scoraggiato si allontanava da solo – u sai ca fari? Tu pottaccillo e viri zocco ti riciuno”.