Il “Nanno” in preordine

La pubblicazione del “Nanno col giubbotto blu” con Scatole Parlanti avanza spedita come Red Max in Wacky Races, La corsa più pazza del mondo. Da oggi il libro è in preordine e potete trovarlo qui. Sconosco il motivo per il quale qualcuno di voi potrebbe volerlo acquistare due mesi prima dell’uscita ufficiale, ma ormai, dopo i fritti misti solo con i calamari, il Corvo Glicine a 30 euro e le bandiere delle pace che fanno cambiare l’identità sessuale agli studenti delle medie, non mi stupisco più di niente. Piuttosto, colgo l’occasione per ringraziare Salvo Ferrara e Giuseppe Anzalone che hanno dedicato il loro tempo, il loro ingegno e la loro creatività alla realizzazione dell’immagine di copertina che mi piace assai e che ritrae il nanno per come l’ho sempre visto io: distinto e bastardo dentro. Per tutto il resto, vi tengo aggiornati…

Estratti dal “Nanno col giubbotto blu”

In libreria a novembre 2021

Fuori è tutto è tranquillo, l’orizzonte è sgombro, la strada deserta e il mare sembra una tavola azzurra. Poi, in lontananza, nell’angolo, nascosto dietro una Jeep Renegade, lo vedo, sta tutto accucciato e con la mano mi indica qualcosa e mi fa segno di no. Mi volto e vedo una signora sulla sessantina, vestita bene, molto elegante. Passeggia nervosamente avanti e indietro e ogni tanto guarda l’orologio del telefono che tiene dentro una borsetta clutch. La signora è spazientita, prende coraggio e mi chiede: «ha visto per caso un signore distinto con un giubbottino blu?» 

Io tentenno e poi faccio: «no, mi dispiace.» 

La signora ha le lacrime agli occhi e va via a passo spedito: «lo sapevo – le sento dire – sempre la stessa storia ed io cretina che ci casco ogni volta.» 

Vedendola andare via il nanno col giubbotto blu ha abbandonato il suo nascondiglio e si è avvicinato. «Ma perché si comporta così? Ma chi era la signora?» gli ho chiesto infastidito. Lui sorride beffardo e dice: «a niente, una simpatia… però è una gran scassamichia.»

Il nanno is back

Niente, il libro è finito, non so nemmeno se si possa chiamare romanzo. C’ho messo più tempo di quanto avevo previsto, lo manderò un po’ in giro. Se non dovesse prenderlo nessuno, ne stamperò a mie spese cento copie e le donerò a Nuccio, affinché possa omaggiare i clienti più affezionati.

Donatella mi ha visto nervoso e io le ho raccontato di questi nanni bastardi, di come non smettessi mai di pensarci, di quanto mi facessero tornare in mente i Gremlins quando si trasformano, solo che qui, tra questi debosciati, il capo non aveva un ciuffo bianco ma un giubbotto blu. Mentre mi sfogavo, in tv è passato lo spot della Barilla con la voce della Loren che invitava gli italiani a resistere e restare a casa. In video, accarezzate dalle note soavi del tema iconico degli anni’80, scorrevano le immagini delle piazze deserte delle più belle città italiane, tra queste anche la piazza della mia città. È stato un attimo, un flash e ho gridato: «ma che cazzo è? Torna indietro, torna indietro!». Donatella non capiva. «Dammi il telecomando, presto!» Le ho strappato il telecomando dalle mani e ho premuto il tasto rewind, mi sono appiccicato alla tv e ho avuto la certezza: lì, in quello spot accuratamente girato nelle piazze deserte, c’era il nanno col giubbotto blu. Era solo un fotogramma, si intravedeva all’orizzonte, all’angolo della chiesa di Santa Lucia alla Badia, dove Piazza Duomo si stringe e si stempera in via Pompeo Picherali. Non potevo crederci: «ma ti rendi conto – ho detto a mia moglie – è lui, quel bastardo del nanno col giubbotto blu! Ma poi, è incredibile, ma come è possibile che questo se ne vada in giro impunito? Ma non è che è uno dei servizi segreti?».

U veterinario – Diario del nanno col giubbotto blu

29 aprile 2020 – ore 18:45

Oggi pomeriggio, poco prima del tramonto, passeggiando a braccetto, sono passati a salutarmi il nanno col giubbotto blu e Ninni, parlavano in maniera concitata e quando sono arrivati sotto al balcone, Ninni mi ha sorriso e il Nanno mi ha chiesto: “comu semu?”. Io ho subito risposto: “A posto, ammuttamu…”, volevo chiedere del debito di gioco e se Ninni alla fine era riuscito a farlo onorare da Cugno, ma il nanno non mi ha lasciato continuare e mi ha subito detto: “Sugnu troppu nibbuso… ha sintutu ‘sta cosa che hanno messo u veterinario avvettice dell’ospetale?”. Io ho cercato di chiarire: “Beh, non è propriamente  a capo dell’ospedale, è un ruolo…”, ma non ho fatto in tempo a terminare che il nanno serafico ha ribattuto: “chissu picchì a Sarausa semu animali, sabbaggi, mao mao, semu troppu bestia. Ni mettunu u veterinario o’spitale e tutti ni stamu muti a cominciare del sintaco”. Io l’ho guardato fisso, come a dire: la sua saggezza a volte mi spiazza e mi commuove. Poi è intervenuto Ninni che ha chiesto: “ma quindi se c’è u veterinario all’ospedale, Annibal (un cane corso di 85 kg, di stanza alla Fanusa) u pozzu puttari per fallo visitare? Mischino, iavi n’tanticchia di tosse… nun criru ca è coronavirus?”. “Minchia Ninni… preciso, si u sarausanu DOCCHI – ha detto il nanno, mentre scoraggiato si allontanava da solo – u sai ca fari? Tu pottaccillo e viri zocco ti riciuno”.

27 aprile – Diario Nanno col Giubbotto Blu

26 aprile 2020 ore 19:21

Il nanno col giubbotto blu ieri pomeriggio è passato per un saluto veloce, dice che era andato a comprare le pizze perchè aveva invitato a casa sua a vedere “Non è l’Arena” di Giletti, Ninni, u zu Iano, Cugno e Spampinato, tutti con le rispettive mogli. Dice che Cugno avrebbe portato del pastrami rumeno preparato dalle ragazze e zu Iano avrebbe pensato al vino, un Pista e Ammutta da 15 grati e mezzo. “Tu tu viri sulu? Chiffà… vo veniri a casa mia?” mi ha chiesto cordiale. Per non dire sempre no, ho cincischiato un po’ e ho detto: “Non lo so, grazie per l’invito, devo capire come organizzarmi e poi, in tutta franchezza,  non so nemmeno se mi va di vedermi il programma, io Giletti lo detesto.”. “Ma chi mi sta ricennu?” mi ha detto il nanno fulminandomi con lo sguardo. “La verità – ho continuato io – non mi piace proprio la trasmissione, la trovo vergognosa.”. “Manco a Babbara Dusso?,  mi ha interrotto agitato il nanno. “Manco la D’Urso.” ho ammesso sincero. “Allora se veni, statti mutu picchì se u sapi Sivvana, si pigghia na gran collera.”. 

27 aprile 2020 ore 6:51

Stamattina, al sorgere del sole, il nanno col giubbotto blu era già sotto casa mia intento a pescare, aveva un termos pieno di caffè bollente che beveva a lunghi sorsi. Ci siamo scambiati un cenno di saluto e poi io gli ho chiesto: “Allora? l’ha visto Giletti?”. “Schifìo – ha fatto lui –  ni vistumu a prima patt, poi sparavano accussì tanti minchiati ca i fimmini si misiru a fari a cucina e i subbizza e nuautri ni misumu a ghiucari e catti e come si tice… un bicchiere tira l’attro e n’ambriacammu tutti… Cugno ha pessu quacchi 200 euro e sinni scappò cu tutti i rumene.”. “E il debito ce l’ha con lei?” ho chiesto incuriosito. “No – ha concluso il nanno – cu Ninni… dici ca a menzuionno si virunu o bancomat di puzz’incinnieri.”.

 

Il diario del Nanno col Giubbotto Blu