Per fronteggiare il crescente malcontento della popolazione per la situazione vergognosa in cui versa la Cittadella dello Sport, il sindaco Francesco Italia, dopo aver sentito i suoi più stretti collaboratori, ha optato per un mini rimpasto in giunta. Babbo Natale – all’anagrafe Pippo Mortellaro, residente ad Agnone Bagni – prenderà il posto dell’assessore Firenze, schiacciato dalle polemiche e inviso alle mamme dei piccoli atleti costretti ad immergersi in una vasca ghiacciata. Il compito del nuovo assessore, sfruttando mito, folklore e superstizione e affiancato da due consulenti esterni travestiti da elfi, sarà quello convincere l’opinione pubblica che l’acqua fredda fortifica lo spirito, corrobora l’essenza e tempra il carattere dei giovani siracusani.
Il cambio al vertice dell’assessorato allo sport è solo una delle iniziative messa in campo dall’amministrazione. Con voto contrario del solo assessore Granata, la giunta comunale ha definitivamente deciso di modificare il claim della città trasformandolo in “Siracusa, città di acqua fredda e di luce a led” e di lanciare a Capodanno la challenge “Splash”, una gara di tuffi a bomba dallo scoglio “Geronimo” del Plemmirio.
Classifica qualità della vita Sole 24 Ore, la provincia di Siracusa scala ben 8 posizioni e si attesta al 90° posto. Soddisfazione da parte del Comune capoluogo: “i parametri di riferimento hanno finalmente tenuto conto del numero di Api calessino pro capite, del presepe subacqueo, dei marciapiedi occupati dai carrellati dei ristoranti e della possibilità di acquistare ricci di mare e pescato di frodo anche in periodo di fermo biologico”.
Quindi, mentre la città era impegnata nei preparativi per la processione di Santa Luciuzza bedda prima Dio e doppu Idda, un commando di malintenzionati, dapprima, per sviare l’attenzione dei solerti Vigili Urbani, sabotava le pompe della piscina Caldarella alla Cittadella dello Sport, trasformando quella vasca gelida e inospitale in una pozza maleodorante e verdognola, poi, un’altra frangia di cospiratori mistici, sarebbe intervenuta in via Piave e col favore delle tenebre avrebbe manomesso i timer di accensione delle tanto vituperate luminarie che nel bel mezzo della processione, proprio sull’ultimo rettilineo prima del traguardo, puff, tutto al buio! Uno smacco, un affronto senza precedenti. Solo l’intervento repentino dei delegati di quartiere Maiolino e Romano, che con forbici, fascette e sparatrappo riparavano il danno, permetteva il normale svolgimento della processione fino al rientro del simulacro argenteo nella Basilica di Santa Lucia.
Stanco, demoralizzato e coni piedi gonfi dopo la lunga marcia il Sindaco avrebbe convocato i vertici della Polizia Municipale e preteso indagini minuziose per assicurare alla giustizia gli autori delle manomissioni.
Ieri però, il colpo di scena: mentre al Vermexio si organizzava la cerimonia di premiazione per i delegati Maiolino e Romano, a cui il Sindaco donerà, per gli alti servigi resi alla città, un terreno edificabile in zona Tivoli, un ufficiale giudiziario varcava la soglia del palazzo di città notificando il ricorso al TAR di Catania presentato dal commando di complottisti che chiede l’annullamento degli interventi di Maiolino e Romano, delegati dei quartieri Grottasanta e Ortigia, perché carenti di giurisdizione territoriale. Il TAR, in via cautelare ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti impugnati e ordinato il ripristino del timer rotto per la processione dell’ottava. Il comune ha presentato immediato controricorso che sarà dibattuto entro e non oltre la processione delle Quaglie.
– Anno tremato tutti i mura bumbumbu e u fricorifero
– Pizzuta fortissimo
– A pachino sussuttorio
– Palazzolo ondulatorio e forte boatto tipo bumma
– Qualcuno sa se c’è n’è sarà un’altro?
– Floridia fotte fotte
– Santa Lucia Immacolata proteccicci
– Terremoto trabballante u divano pareva u takata
– Apicentro dice che e stato alla Mazzarrona
– 13 dicembre 1990. 8 dicembre 2022. Soltanto 5 giorni di distacco tra i due terremoti. Ovviamente qualcuno potrebbe dire: “ma cosa c’entra tutto questo”? La mia risposta è: nulla, non c’entra niente tutto questo. Niente di particolare, ho solo fatto due conti, così, al volo
– Ma quale 4.1 questo è almeno 5,5 ma come minchia li misurano sti scimuniti.
– Coppa del etna
– Al villaggio miano si è sentita più forte di tutti
– Io villagio Miano ma non o sentito niente ma tu preciso dove stai?
– Minchia di cacazzo!
– Io non lo sentita ma i gatti facevano come i pazzi macari Fusina che non si scanta i nenti
– A Cassibile alcuni lanno sentito ma altri no pero
C’è un buco enorme nel muraglione del lungomare di levante ed io ci vivo sopra. Il buco, giorno dopo giorno diventa sempre più grande e le mareggiate, il vento e le onde di 6 metri scavano dentro e ne aumentano la profondità. Prima, quando c’erano ancora gli abominevoli resti del solarium “Risossa mare” si poteva andare a vedere e farsi un idea della situazione in costante peggioramento, adesso, ci vuole un drone o una barca, un gommone, un canotto e io non ho né l’uno né gli altri.
Quando esplose la criticità, fu piazzata una lunga striscia di transenne metalliche per non fare parcheggiare le auto e per inibire l’utilizzo del tratto di marciapiede interessato. Si parlò di emergenza, di intervento immediato, di protezioni e genii civili che studiate le carte, le responsabilità ed i piani d’azione, sarebbero intervenuti immantinente. Invece il tempo è passato inesorabile e non è successo nulla e se chiedi alle istituzioni interessate quelle glissano e fanno finta di niente o ti dicono che in lavori in viale Ermocrate – che è comunque rimasta una bolgia infernale -sono stati fatti a regola d’arte e che quando piove non si allaga più. Nel frattempo, una alla volta, le transenne sono state spostate a lato della strada. Ha cominciato il primo “spittuni” per parcheggiarci la macchina e siccome nessuno ha battuto ciglio e i Vigili Urbani passavano veloci facendo finta di niente, tutti gli altri fruitori di quella zona hanno pensato: “e noi che siamo cretini?” e hanno cominciato a spostare transenne e metterci la macchina.
L’auto l’ho parcheggiata lì anch’io: prima per pochi minuti, giusto il tempo per andare a prendere il telefono lasciato a casa, poi per la pausa pranzo, poi per sempre. Le transenne dalla strada sono passate sul marciapiede, quindi si poteva parcheggiare la macchina ma i pedoni dovevano farsela alla larga. A un certo punto però, la comitiva di signore della camminata veloce di mattina presto, ha deciso all’unanimità che così non poteva andare, che loro all’alba, su quel tratto di strada con le strisce pedonali cancellate, dove le macchine sfrecciano a velocità troppo sostenuta, non si sentivano sicure e allora una mattina, hanno preso di peso le transenne sferraglianti e le hanno accostate alla ringhiera pericolante del lungomare, sgomberando definitivamente il marciapiede. Si è andato avanti così per tutta l’estate, poi il maltempo degli ultimi giorni ha rimescolato le carte. Le transenne, ancora tutte unite tra di loro, sono state spazzate via dalla furia degli elementi fino a quando qualcuno – autorità competente o cittadino zelante – le ha piazzate in maniera ambigua un po’ sulla strada, un po’ sul marciapiede a rimarcare, se ancora ce ne fosse bisogno, l’altissimo grado di autogestione del siracusano che in assenza di regole certe se ne crea di nuove.
Il problema è che adesso è un continuo susseguirsi di pedoni che ci inciampano sopra: bambini, anziani, turisti, suore, tutti, e una varietà eterogenea di reazioni: pianti, urla di spavento, grida di dolore, improperi, anatemi e maledizioni. Tutte le persone che inciampano o che rovinano a terra, dopo aver smaltito lo spavento, si ricompongono e vanno via, tranne il nanno di ieri – che non aveva il giubbotto blu – ma era visibilmente imbufalito e ha cominciato a urlare e a scuotere le transenne e niente poteva la moglie che lo aveva aiutato ad alzarsi e che preoccupata gli diceva: “calmati Santro, calmati che ti viene l’infarto!”. Ma lui niente, era una furia e chiedeva al capannello di gente che si era avvicinata: “Ma chi minchia le mette ste transenne così?” e quelli come tanti Giuda, non aspettavano altro e tutti in coro hanno cominciato a dire: “Il Sintaco, ha stato il Sintaco!” e lui si è fatto di ghiaccio, ha afferrato sua moglie per il braccio e ha detto: “Amuninni o Vemmexio!” e si è incamminato spedito in direzione Piazza Duomo, spinto da un tifo da stadio. La moglie invece faceva resistenza e diceva cosa tipo: “ma è tardi… ancora devo puliziare la verdura…”, allora mi sono sentito in dovere di intervenire e ho detto: “Ma sono le sette e mezza di sera, non trova nessuno a quest’ora” e la moglie ha preso subito la palla al balzo e ha detto: “Iavi raggiuni sto signore… unni voi iri a st’ura? Avanti, tunnamanninni a casa, chi c’ha mettere l’avvocato? N’avemu tanti pinseri…. per favore… anzi, achianannu ora ci fermiamo da Astone e ci prentiamo un po’ di pizza attaglio che io cucina stasera non ne voglio fare”.