Quando entro in una delle luride putìe qui a mare e mi accorgo di essere l’unico che indossa la mascherina, mi rivolgo al personale chiedendo, per favore, che almeno loro facciano altrettanto. Le reazioni sono varie: c’è chi mi guarda a bocca aperta, chi si mette a ridere e chi mi manda a fare in culo. Ieri mi hanno mandato a fare in culo. Io ho incassato – inutile cercare di intavolare una discussione con questi – mi sono girato e ho fatto per andare via ma poi mi sono bloccato davanti alla porta e sono tornato indietro. Ho cominciato a girare tra quei quattro disgustosi scaffali pieni di sporcizia e di prodotti dozzinali a prezzi gonfiati e ho scelto i più cari. Lì ho presi uno ad uno, ho perfino chiesto i prezzi alla cassiera scuffata e al proprietario sudato e ho visto i loro occhi che brillavano, stavano pregustando il conto salatissimo che mi avrebbero battuto e gioivano perché finalmente, oltre ai normali prodotti a limite scadenza, si stavano liberando anche del vasetto di “polpa di granchio reale” che è su quello scaffale dalla semifinale con la Germania del 2006 e delle bottiglie di Corvo Glicine vendemmia 2008 proposte senza vergogna a 16 euro l’una. Quando ho riempito il cestello per bene, mi sono diretto verso la salumeria e ho ordinato etti su etti di affettati: il prosciutto cotto, quello verdognolo, il crudo arido e sfiorito e la mortadella appassita e triste. Ho Preso una ricotta bianco fumé, un pezzo di primosale che sembrava un macigno, una quantità invereconda di provoletta che ho preteso venisse affettata sottile, e più i bifolchi senza mascherina dicevano: “è venuta un po’ di più, chi fazzu? lassu?”, più montava in me un senso di euforia: “lascia, lascia”. Ho persino fatto riempire una vaschetta di olive cunsate che avevo già adocchiato l’estate precedente, le ho riconosciute perché dentro, c’era ancora il tappo di una penna Bic che era scivolato di mano al commesso il 9 agosto del 2019. Terminato lì, mi sono spostato al banco forno e mi sono fatto incartare quattro “vota vota” col prezzemolo, una teglia di sfoglia, mezza di pizza rossa e otto scolli. Ho preteso di avere gli ultimi, quelli a contatto con il vetro mai lavato della vetrina. Poi mi sono messo in coda alla cassa e finalmente è arrivato il mio turno, ho fatto aggiungere al conto un sacco di carbonella, una scatola di Diavolino super fast e una bombola di gas da cucina. Il proprietario, che aveva fiutato l’affare e nel frattempo aveva sostituito la cassiera, adesso era tutto un sorriso, ha battuto i prodotti e il registratore di cassa ha sputato fuori uno scontrino che sembrava un sudario. “Sono duescentoscinquantasiei euri e quartordiscicentesimæ.”, ha detto soddisfatto. Io ho annuito, ho fatto per prendere il portafogli e per sfilare delle banconote invece, fiero, gli ho mostrato il crigno. Lui non se l’aspettava e ha balbettato di nuovo il totale del conto: “duescentoscinquantasiei euri e quartordiscicentesimæ.”. Io ho sussurrato: “suca.”. “Come?”, ha fatto lui. “SUCA!”, ho gridato come un pazzo e con un balzo felino sono uscito fuori dal market, salito in macchina e scappato via. Poi qualcuno mi ha afferrato per un braccio, era Donatella: “Emi, svegliati, svegliati! – mi ha detto – stai urlando nel cuore della notte e digrigni i denti…”.
Mese: luglio 2020
Sussuttorio o Ontulatorio? – Il glossario dei commenti sul terremoto
– Si ha sentito fino a Floridia
– Molto strano che non è successo di notte qua sempre la sera ci sono i terremota ora ci dobbiamo preoccupare
– Non può essere solo 3.,7 e chiassai sicuro
– O viale Tunisi s’abballava ca pareva u tuvà
– Coppa del etna
– Sentita pure alla via bainsizza pazzesco dice che e stato sussuttorio
– Zona Zecchino ontulatorio a meno mi pare
– Al villaggio miano si è sentita più forte di tutti
– Io villagio Miano ma non o sentito niente ma tu preciso dove stai?
– Minchia di cacazzo!
– Prima del terremoto a rimpompato tutto tipo bumma
– Io non lo sentita ma i gatti facevano come i pazzi macari Fusina che non si scanta i nenti
– A Cassibile alcuni lanno sentito ma altri no pero
– Solarino sotto scioch
– U divanu faceva zuchiti zuchiti
– Era ovvio io maspittava picchi ce troppo caldo
– A fontane bianche in spiaggia si è sentito è pure quacche tre onte grandi ci sono state
– Sie sentito macari a Lentini e da voi sie sentito fosse a Catania?
– Ancora sto tremanto
– Al sesto piano pareva u tacatà

