Pasquetta

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: ho visto file di auto incolonnate ai bastioni di Cassibile e le teglie di pasta al forno e di scacciate con gli aiti trasportate alla Fanusa, ho visto lapilli di fuoco provenire da braci poderose e il fumo denso e pungente della diavolina affumicare le ombrose verande del Plemmirio. Ho visto sasizza sputtusata con la forchetta, i pipi ammuddicati e le mulininciane con la mentuccia balenare sulle tavole di Tivoli. Ho visto divorare cannoli di ricotta e intere guantiere di dolci con tanta foga da non risparmiare nemmeno i diplomatici; ho visto caffettiere da 32 tazze sul fuoco e stormi di colombe volare dentro stomaci di ferro. Ho visto litri di vino e cicchetti di amaro e di limoncello stordire gli uomini più vigorosi mentre le donne, stoiche, facevano la cucina. Ho visto lo zio Cammelo, 67 anni, 1 metro e 52 per 124 kg, alzarsi felino dalla sdraio, riceve in bagher, triangolare e schiacciare vincente alla partita di volley sul prato. E tutti questi momenti andranno perduti nel tempo come un foglio di stagnola trasportato dal vento in un parcheggio desolato di paninaro su ruota. È tempo di Coronavirus.

Ognuno porta una cosa – Il decalogo per il ferragosto a regola d’arte

1) Sebbene da decenni vi rechiate sempre nella villetta di tuo suocero a Terrauzza, imponi a qualunque costo l’appuntamento per tutti, alle 11:00, alla Sun Gelati.

2) Distinguiti dalle cugine provinciali e inserisci in menù cibi nuovi:

– Noi ormai senza avocato non riusciamo a manciare l’insalata col pomitoro.

– Maria ma chi duru, ma è n’cuticchiuni!

– È frutto esotico scimunita, si mancia così.

3) Ogni riunione familiare o tra amici che non comporti almeno l’assaggio di tre tipi di pasta al forno diverse, può essere sciolta o dichiarata illegale in qualsiasi momento.

4) Differenziare è una cammurria, vara nuove regole a convenienza:

– Chi c’entra… u viri ca u tappu da birra avi a patti i sutta mobbida?

– Sì.

– E quinti u po’ ittari nell’ogganico…tranquilla.

5) Appronta sempre un piano B per ovviare agli imprevisti:

– Che malafiura…

– Chi ffù.

– Ca Robbetta, la fitanzatina di Jonata è vecana! Nun ci pinsammo completamente!

– E aspè, se ci levi u grasso ra sasizza chi fa? Non sa po’ manciari u stissu? Comunque ci su i pipi mpanati, u fummaggio e a pammiggiana.

6) Non lasciare adito a dubbi: Che sia con il finocchietto o senza, la sasizza la sputtusi solo tu.

7) Non ti presentare con bottiglie di vino da supermercato. Il vino si prende solo dallo zio di Giancallo a Cugni:

– Assaggia ‘stu Pista e Ammutta.

– Minchia pesantissimo! Ma che è liquore?

– Viri ca è senza soffiti… è biologico.

8) Il cuore dell’anguria o va ai picciriddi o va alla nanna. Non si discute.

9) Pregusta il momento in cui, prima del caffè, tuo cognato carabiniere racconterà quando na vota, cu na frenata, stuccò u pedale ro freno!

10) Non mollare mai.

– Stai scuppiannu. Ora mi o’ cucco… Aspé, cu su spatte un cannolo? Nuddu? Allora mu passi uno ca ricotta? Ramminni macari uno co cioccolatto va… u’saggiu.

Top 5 topics Pasquetta 2018

  1. Quando la comitiva con la salsiccia con il finocchietto incontra la comitiva con il pollo panato, la comitiva con il pollo panato inizia a scroccare: mi fai assaggiare un pizzuddo di sasizza? 
  2. La tensione che sale quando in una stessa scampagnata ci sono due esperti di barbecue.
  3. Accattammu 50 kg di canne, a’nsalata, pomitori, i patati no funnu e poi 10 hamburger d’emergenza… non si sa mai.
  4. Quando u zio Cammelo, 67 anni, 124 kg, baby pensionato inps, si suse dalla sdraio per giocare a pallavolo, riceve in bagher, triangola e conclude l’azione con una schiacciata formidabile.
  5. Stai scuppiannu, motto sugnu… nu mi fati viriri manciari pi na simana ah! Aspetta, nun a luvari sa colompa ca ora pottuno u cafè…