Ossi di seppia e camperetti

Pioggia che cadi acida sulla città d’amare,

avvolgi quel semaforo intelligente che regola senza regole

il caos di un mattino di novembre.

Lo strillare impunito dei clacson impazziti si fa canto soave e s’addensa

e accompagna l’attesa incompiuta del verde contemplare di luci.

Solo una mano può metterci in salvo,

solo la tua, Vigile Urbano. 

È arrivato il momento di lasciare quel bar.

Parcheggio Mazzanti 2.0

Arriva la conferma dalla Regione e dal Vermexio: il Parcheggio Mazzanti, la grande opera pubblica incompiuta e spauracchio di qualsiasi campagna elettorale, verrà rimesso a nuovo e trasformato in una sala polivalente, attrezzata per spettacoli, concerti, sport e per i bootcamp e la finale del Premio Tiche. Il bonus licenze commerciali e la defiscalizzazione della carne di cavallo e dell’olio esausto per le zippole, sommati al ricco cartellone di eventi d’amare, saranno la spinta propulsiva alla rinascita commerciale della zona. Per diventare immediatamente eseguibile però, il progetto dell’Ex Parcheggio Mazzanti, prevede la costruzione limitrofa e in calcestruzzo depotenziato, di un nuovo parcheggio multilevel per i fruitori dell’ex Parcheggio Mazzanti.

Smart Working

– Buongiorno, chiamavo per conoscere l’esito della mia pratica…

– Non me ne occupo io.

– Ma scusi, no sa nemmeno chi sono, come fa a dirlo?

– Perchè qua siamo tutti Smatt Uocchin

– E quindi?

– Mantasse una mail.

– Ho già mandato una Pec diciotto giorni fa.

– I Pecchi alcuni collechi non ci arrivano.

– Ma è assurdo! E quindi che devo fare?

– Ommai se ne palla dopo Natale!

Conte si sulu un qua ra qua qua – il glossario dei commenti sulla zona arancione

– Musumeci ancora palla ma che spacchio palla

– Questi chiutono loscian

– Se siamo colore arancia allora i sbarchi che coloro sono li devono fermare e buttare a mere

– Volete uccidere la mia bedda sicilia bastaddi

– Ma sta zona arangione è tutta a sicilia macari a Pachino?

– Ano chiuso il bingo e a sala scommessa ro timoleonte sveglia!

– Ha napoli ca stanno fetento sono gialli e ha sarausa aranci ce qual cosa che non quatra

– Ragione ai

– – Streca comanta colore Ah ah ah ah (così finisco su Archimede pitacorico)

– Il ministro Speranza, quello secco secco ci vorrebbe na botta di diarrea di quella a spruzzo ca ciavissiti a lassari i pinni mai ti viene? Medda ca sì

– Quindi non mi posso andare a comprare il pesce ad avola è questa e libbertà

– Mbecille di conte sapperdiri u nommu di San giuseppi ca tuttu rui Na ma fari Na briscula, tu giuru ca i caricchi te rugnu tutti a tia, tu Co lisciu a currispunniri, viremu cu vinci a partita, crastu ca si

– Chiutono i negozia e i bar e fano lavorare solo i glandestini chissu e u piano

– Che vergogna di essere italisna la politica e mafia e ladri dove sono ah ditecelo tutti i soldi che a vete preso a me mi sembra nelle tasche di conte e didimaio e toninello

– Da verde ad arancione….mancu u tempu e già scattò u russu 

– Si potrà andare da resistenza a tomicilio e vice e versa ?

– O rosso o giallo o arancione non mi interessa Esco lo stesso senza autocertificazione e me la sucano tutti

– Mongoloidi bastardi andicappatti  spostamenti tra comuni vietati se non per comtrovate esigenze ma ammazzativi spastici

– Zona arancino accussì si sono mangiare macari chistu

– Musumeci fatti tonnare i soddi da Bocelli e dai pezzi di puppi dolce e gambana

– Conte si sulu un qua ra qua qua

– L’auto centrificazione mela devo fare fare anche che lavoro in nero?

– Tutti unti ce la faremo!!!!!!!!

La frase più bella del mondo

Prima erano solo dei particolari pittoreschi e romantici di uno scorcio mattutino, adesso sono tra i miei più acerrimi nemici. Sono loro, i pescatori amatoriali del lungomare di levante e in particolare i due che stazionano sotto casa mia. Arrivano a bordo di Punto grigie che parcheggiano con cura e senza pass negli stalli residenti, aprono i bagagliai e cominciano a tirare fuori la loro attrezzatura che organizzano e stoccano sul marciapiede. Prima di iniziare, “sduacano” intere ceste di pane raffermo giù dal muraglione che, voglio dire, certamente sarà ecologico, ma in estate, quando quelli del solarium accanto si fanno il bagno tra scolli, manuzze e bocconcini, è come nuotare nella cambusa del Titanic mentre sta affondando. Comunque, con gesti precisi e accorti innescano gli ami delle loro canne e cominciano a lanciare. Io, lo dico subito, non ho niente in contrario con l’antica arte della pesca con la canna, anzi, quando ero bambino e passavo le estati nella villetta al mare dei miei nonni a Caponegro,  anche io la praticavo. Andavo con mia mamma, all’alba, il gamberetto come esca e due cimette da quattro soldi. Pescavamo mazzoni, vavuse, pesci cavalieri e una volta una piccolissima cernia che mia madre mi convinse – con grande difficoltà – a ributtare in mare per il bene dell’ecosistema marino di Avola. Quello che è certo è che non è vero che la pesca è un’attività rilassante, anzi, sicuramente non lo è per un bambino, ma insegna a mantenere la calma, ad avere pazienza, a capire che non sempre si può ottenere quello che si vuole e soprattutto aiuta a rispettare la natura, gli esseri viventi e tutto quello che ci circonda.

I pescatori del lungomare di levante invece, almeno i due che stazionano sotto casa mia, di tutto quello che li circonda se ne stanno fottendo. Ho provato in questi mesi a farli ragionare, a chiedergli di spostare la macchina e lasciare parcheggiare chi ne aveva diritto, a evitare di occupare tutto il marciapiede con la loro attrezzatura e permettere anche agli altri di passarci sopra ma non c’è stato verso. Ho chiesto ai vigili ma ho ricevuto in risposta un’alzata di spalle, forse – mi sono detto – ci sarà un’accordo tra il Comune e il sindacato o l’associazione di categoria di riferimento, che garantisce il parcheggio impunito senza pass, non so. Ho provato anche ad impietosirli, quando all’ennesimo giro alla ricerca di un parcheggio, in un sabato di agosto, sotto un sole cocente, con una neonata a bordo che piange a dirotto per la fame, mi sono fermato accanto e li ho guardati con due occhioni languidi, sperando che capissero la situazione e che almeno uno dei due, mosso a compassione, spostasse la sua Punto grigia in doppia fila per permettermi di tornare a casa. Zero, niente, funce, il più anziano manco si è girato e ha continuato a fumare, l’altro ha fatto un gesto con la mano come a dire: ma chi bboi? 

È una guerra persa e non c’è niente che si possa fare per ribaltarne le sorti, anche perché gli altri vicini si sono rassegnati ed io, nel mio piccolo, mi limito ad azioni di disturbo, ma poca roba, tipo che se devo uscire e sto per salire in macchina e mi accorgo che uno di loro è appostato dietro per prendersi il posto che sto lasciando, cambio programma, non esco più, torno indietro, vado a casa e disdico l’appuntamento o non faccio la spesa o annullo qualsiasi altra cosa avessi in programma. A loro non interessa, fanno i superiori, mi guardano con sufficienza perché sanno benissimo che nel giro di pochi minuti, qualcun’altro salirà in macchina e lascerà un posto vuoto. C’è un unico evento foriero di grandi soddisfazioni, certe volte, nella quiete della prima mattina, con il mare così calmo che le correnti ci disegnano sopra linee e sfumature e il sole che ha appena scavalcato la linea dell’orizzonte, certe volte dicevo, se si è fortunati si può sentire un grido disperato e poi la frase più bella del mondo: “minchia, arruccai! Buttana ra miseria.”. 

Pure dio ci a abbantonato – Il glossario dei commenti social alla nuova ordinanza Musumeci

– Mi sto confontendo ma i necozzi al Aucian chiudono sempre alle 14 e chi aprono a fare

– Pure dio ci a abbantonato

– Mi raccomando tutti a casa mi riferisco agli italiani così le città se le prendono gli immigranti questo e il piano dei politico

– Ma u pilates nella palestra si può fare o chiudono a palestra?

– Chiudi i confini e blocca i potti e gli aeropotti non i negozi che qua la gente dobbiamo mangiare

– Ci vorrebbe un bel roco alla regione

– I picciotti delle superiore a casa che escono coi motorini e quelli delle elementare a scuola che invece si potessero stare a casa

– Affuchiti co spago ra sasizza bastaddo

– Allora dovete chiudere anche le fabbriche che muoiono la gente di tumore

– Chiude tutte cose e se ne va da Bocelli minchia chi si bello… ma manco t’affrunti

– Ma se finisco di mangiare alle 22:58 poi chi fazzu? Mi cucco no ristorante?

– Musumeci u sai unni ta po mettere a mascherina

– Pu merde dalle 23 fino alle 5 a come negli orari che non c’è quasi nessuno in giro soprattutto che ormai non e come in estate già e mezzanotte non c’è quasi nessuno in giro merde e mentre qui a Noto il concerto di Bocelli a perché colle catte da cento non ce ne covid 19 bastardi , girano pure film dopo a situazione merde Amia nn mi comandate nessuno merde ma sucati

– Ah si è per giusta causa io tasse non ne paco più viremu cu e chiù spetto

– Dobbiamo fare come a napoli e fare a manifestazione contro il sindaco basta

– Ma che spacchiò è sta dad usate parole italiane

– Bravi così chiutento le scole i racazzi fanno assempramento nella piazzetta di viale tica

– Quindi chiudono i cinema e se uno si ha comprato i biglietti ro vasqz olline chi fa ci ritornano?

– Cunnuti manciatari, tuttu stu buddelli pi manciarivi i soddi i l’europa!!!

– Ordinanze a destra ordinanze a sinistra ci dovete dare i soddi per campare oppure u stipendio vostro re cinquestelle ca siete entrati coi jins ra fera e ora siti tutti allicchittati e vistuti dolce e gabanna.

Un po’ di buon senso

Amico mio,

ma davvero te la sei presa perchè non ti ho stretto la mano e al supermercato non ti ho salutato con due baci? Vedi che non c’è niente di personale ma, ne abbiamo già parlato, c’è in atto un’epidemia abbastanza seria che ha colpito tutto il mondo. La curva di contagio è tornata a crescere in modo esponenziale e anche qui da noi i casi sono in aumento per cui è necessario fare attenzione, perchè i virus mica li puoi fermare facilmente, non c’è modo. Il virus per una natura è subdolo, un bastardo mutante e solo una cosa gli interessa fare: riprodursi all’interno delle nostre cellule. Del resto è un parassita, hai presente? Sono sicuro che vivendo qui, qualcuno lo conosci anche tu. In più è anche piuttosto smaliziato perchè ogni tanto muta, cambia e si evolve come un consigliere comunale impazzito e poi, minchia, vallo a riconoscere.

Se un virus influenzale ha una mutazione genetica, come nel caso di questo Coronavirus qua, due su tre ci scappa la pandemia e allora, per non peggiorare le cose, occorre attenersi a dei protocolli sanitari piuttosto semplici. Niente di trascendentale: lavarsi spesso le mani, utilizzare la mascherina, distanza di sicurezza, evitare luoghi affollati e appunto, niente strette di mano e baci. Queste semplici regole possono aiutare tantissimo a tenere circoscritto il contagio.

Non è più tempo di distinguo, di “non ci credo”, di “stanno esagerando” e “sono tutte minchiate”. C’è un problema e occorre comportarsi di conseguenza. Non va demonizzato né sottovalutato e sebbene in molti casi si presenti senza sintomi, è un virus che fa danno e colpisce con complicanze gravi le persone con altre patologie e gli immunodepressi, quindi ci obbliga a prenderlo sul serio, sia per tutelare queste persone, sia per non mettere sotto pressione un sistema sanitario claudicante.

Ti ricordi cosa è successo questa primavera in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che sono regioni all’avanguardia in termini di sanità? Ecco pensa cosa potrebbe succedere qui in Sicilia, dove, se si escludono alcune eccellenze, la situazione ospedaliera è ai minimi termini. Senti a me, prendi queste precauzioni e cerca di stare più attento, vedrai che passerà.

Nel 2021, presumibilmente, il vaccino sarà pronto e il pericolo di contagio scongiurato e torneremo a darci il cinque, ci abbracceremo, ci baceremo sulle guance e andremo a bere il caffè, seduti attorno ad un tavolino di plastica di un dehors abusivo del centro storico, riprenderemo i nostri discorsi appassionati e saremo uno di fronte all’altro, così vicini che a un certo punto ti dirò: “ma che è sta merda? Ti sei preso il ginseng? Con la cipollina? Ma che schifo!”.   

Stupidistan

Domani mattina, domenica 18 ottobre, alle 11:30, per Marzamemi Book Fest, avrò il piacere di presentare “Stupidistan”, l’ultima fatica letteraria di Stefano Amato edita da Marcos Y Marcos. L’appuntamento è al Cortile di Villadorata a Marzamemi, la puntualità è gradita, la mascherina obbligatoria. Parleremo di Sicilia, siracusanità, immaginari distopici e possibili futuri inquietanti. A chi si presenta con il colletto della polo alzato e con i capelli rasati ai lati e lungi in cima, una copia autografa del romanzo e un buono da due euro per un Gratta e Vinci al tabacchino della ciazza!