I segnali c’erano tutti, lo si intuiva dalla luce sinistra negli occhi di una grande fetta di popolazione. Son bastati tre giorni, non uno di più, per costringere l’Amministrazione a tornare sui suoi passi e chiudere l’unica lingua di verde e mare di questa città che annega nella cafonaggine, nella maleducazione e nel cemento.
L’ordinanza che sancisce, per la seconda volta, la chiusura della pista ciclabile e dello slargo del monumento ai caduti, è una tegola in testa e un sonoro vaffanculo urlato in faccia a chiunque abbia affrontato questa zoppicante Fase 2 con criterio e nel pieno rispetto delle disposizioni di legge. Ora tutti i cafoni e gli incivili che si assembravano lì, incuranti delle più elementari regole igieniche e di buonsenso, si sposteranno a bivaccare sul lungomare Alfeo. Il Sindaco aspetterà un paio di giorni e poi sarà costretto ad emanare un’ altra ordinanza per chiudere anche quello. I cafoni e gli incivili, imperterriti, transumeranno verso la Marina, dove pasceranno e si moltiplicheranno fino a raggiungere il limite antropico tollerato e l’Amministrazione, sentito il parere dell’Ufficio tecnico e del Comandante dei Vigili Urbani, emetterà ancora un’ordinanza per chiudere la storica passeggiata dei siracusani. I vigili urbani, grazie a un percorso obbligato realizzato con bancarella di calia e simenza e camioncini di incrasciati, convoglieranno la mandria verso l’area del Porto Spero, approntata per lo scopo. Nei piani dell’Amministrazione, i cafoni e gli incivili, dovrebbero stanziare lì fino alla fase 8, ma le continue scorribande al Decò di via Elorina e al Lidl, costringeranno il Sindaco a chiedere aiuto delle altre istituzioni e degli stakeholders. Sperando di sfruttare il potere deterrente della fede e della superstizione, si opterà per inviare l’Arcivescovo in loco che, preceduto da un finto simulacro di Santa Lucia, permetterà di incanalare la mandria in via Columba e spingerla verso l’ex circuito dove nel frattempo, i tecnici avranno allestito il villaggio d’emergenza per i lavoratori stagionali che doveva essere montato a Cassibile. Poi, nel corso di una gigantesca riunione fiume in prefettura, dopo aver preso in considerazione l’idea di sfruttare il loro passeggiare ossessivo avanti e indietro, come diserbante naturale per l’area del parco archeologico, si opterà per suddividere i cafoni e gli incivili in gruppi da 15/20 soggetti e di affidarli ai ristoratori siracusani che potranno obbligarli, anche con la forza, a consumare pranzo e cena, legati ai tavoli di spropositati dehors, fino ad un massimo di 65 giorni di detenzione. Messi al corrente della terribile evenienza, i cafoni e gli incivili, decideranno di arrendersi e dopo aver giurato fedeltà al DPCM, faranno ritorno alle rispettive case fino ad una nuova ordinanza che riaprirà la pista ciclabile e lo slargo del monumento ai caduti e tutto ricomincerà da capo, nei secoli dei secoli.