Parchi cittadini è subito polemica

Riunione fiume in Giunta per trovare una soluzione definitiva dopo i ripetuti episodi di vandalismo nei parchi di quartiere. Tutte valide le strategie all’ordine del giorno:

– Drastica: bombardare le zone con napalm nel tentativo di radere al suolo ogni cosa.

– Psicologica: convincere gli abitanti dei quartiere che tutto va bene e che si tratta di una nuova concezione di parco smart 2.0.

– Scarica Barile: affidare la gestione ad una associazione no profit… Cazzi Vostri.

– Religiosa: trasferire all’interno dei parchi alcune copie della statua di Santa Lucia e sperare nel potere deterrente della fede e della superstizione.

Il Comune ha preferito optare per la soluzione Scarica Barile e in una cerimonia solenne, ha affidato la gestione del parco Robinson di via Algeri a 50 bambini. Grande soddisfazione da parte dei genitori dei prescelti fino a quando non è stato fatto notare che non si tratta di un affido simbolico ma che le spese per le utenze, pulizia e verde pubblico ricadranno sul bilancio familiare di ciascuna famiglia.

Intanto, come un fulmine a ciel sereno, arriva il ricorso al Tar dell’Associazione “Scippo”, molto attiva sul territorio e con una sola missione: trasformare il fenomeno delle baby gang in eccellenza siracusana. L’Associazione sembra avere le idee chiare vuole fare valere i suoi diritti dopo l’annullamento del bando truccato e dei finanziamenti a fondo perduto sottratti con dolo alla Comunità Europea, grazie ai quali, il Parco Robinson potrebbe essere affidato ad una cooperativa di picciotti di squadra senza Durc. Un polo d’eccellenza che sfruttando i buchi della fumosa alternanza scuola-lavoro, dovrebbe essere capace di formare le nuove generazioni di malacarni attraverso un complesso programma didattico incentrato su scippo e borseggio, impennata molesta, inglese, piccola estorsione, spaccio, pesca di frodo e sfruttamento della prostituzione.

La frase più bella del mondo

Prima erano solo dei particolari pittoreschi e romantici di uno scorcio mattutino, adesso sono tra i miei più acerrimi nemici. Sono loro, i pescatori amatoriali del lungomare di levante e in particolare i due che stazionano sotto casa mia. Arrivano a bordo di Punto grigie che parcheggiano con cura e senza pass negli stalli residenti, aprono i bagagliai e cominciano a tirare fuori la loro attrezzatura che organizzano e stoccano sul marciapiede. Prima di iniziare, “sduacano” intere ceste di pane raffermo giù dal muraglione che, voglio dire, certamente sarà ecologico, ma in estate, quando quelli del solarium accanto si fanno il bagno tra scolli, manuzze e bocconcini, è come nuotare nella cambusa del Titanic mentre sta affondando. Comunque, con gesti precisi e accorti innescano gli ami delle loro canne e cominciano a lanciare. Io, lo dico subito, non ho niente in contrario con l’antica arte della pesca con la canna, anzi, quando ero bambino e passavo le estati nella villetta al mare dei miei nonni a Caponegro,  anche io la praticavo. Andavo con mia mamma, all’alba, il gamberetto come esca e due cimette da quattro soldi. Pescavamo mazzoni, vavuse, pesci cavalieri e una volta una piccolissima cernia che mia madre mi convinse – con grande difficoltà – a ributtare in mare per il bene dell’ecosistema marino di Avola. Quello che è certo è che non è vero che la pesca è un’attività rilassante, anzi, sicuramente non lo è per un bambino, ma insegna a mantenere la calma, ad avere pazienza, a capire che non sempre si può ottenere quello che si vuole e soprattutto aiuta a rispettare la natura, gli esseri viventi e tutto quello che ci circonda.

I pescatori del lungomare di levante invece, almeno i due che stazionano sotto casa mia, di tutto quello che li circonda se ne stanno fottendo. Ho provato in questi mesi a farli ragionare, a chiedergli di spostare la macchina e lasciare parcheggiare chi ne aveva diritto, a evitare di occupare tutto il marciapiede con la loro attrezzatura e permettere anche agli altri di passarci sopra ma non c’è stato verso. Ho chiesto ai vigili ma ho ricevuto in risposta un’alzata di spalle, forse – mi sono detto – ci sarà un’accordo tra il Comune e il sindacato o l’associazione di categoria di riferimento, che garantisce il parcheggio impunito senza pass, non so. Ho provato anche ad impietosirli, quando all’ennesimo giro alla ricerca di un parcheggio, in un sabato di agosto, sotto un sole cocente, con una neonata a bordo che piange a dirotto per la fame, mi sono fermato accanto e li ho guardati con due occhioni languidi, sperando che capissero la situazione e che almeno uno dei due, mosso a compassione, spostasse la sua Punto grigia in doppia fila per permettermi di tornare a casa. Zero, niente, funce, il più anziano manco si è girato e ha continuato a fumare, l’altro ha fatto un gesto con la mano come a dire: ma chi bboi? 

È una guerra persa e non c’è niente che si possa fare per ribaltarne le sorti, anche perché gli altri vicini si sono rassegnati ed io, nel mio piccolo, mi limito ad azioni di disturbo, ma poca roba, tipo che se devo uscire e sto per salire in macchina e mi accorgo che uno di loro è appostato dietro per prendersi il posto che sto lasciando, cambio programma, non esco più, torno indietro, vado a casa e disdico l’appuntamento o non faccio la spesa o annullo qualsiasi altra cosa avessi in programma. A loro non interessa, fanno i superiori, mi guardano con sufficienza perché sanno benissimo che nel giro di pochi minuti, qualcun’altro salirà in macchina e lascerà un posto vuoto. C’è un unico evento foriero di grandi soddisfazioni, certe volte, nella quiete della prima mattina, con il mare così calmo che le correnti ci disegnano sopra linee e sfumature e il sole che ha appena scavalcato la linea dell’orizzonte, certe volte dicevo, se si è fortunati si può sentire un grido disperato e poi la frase più bella del mondo: “minchia, arruccai! Buttana ra miseria.”. 

Pure dio ci a abbantonato – Il glossario dei commenti social alla nuova ordinanza Musumeci

– Mi sto confontendo ma i necozzi al Aucian chiudono sempre alle 14 e chi aprono a fare

– Pure dio ci a abbantonato

– Mi raccomando tutti a casa mi riferisco agli italiani così le città se le prendono gli immigranti questo e il piano dei politico

– Ma u pilates nella palestra si può fare o chiudono a palestra?

– Chiudi i confini e blocca i potti e gli aeropotti non i negozi che qua la gente dobbiamo mangiare

– Ci vorrebbe un bel roco alla regione

– I picciotti delle superiore a casa che escono coi motorini e quelli delle elementare a scuola che invece si potessero stare a casa

– Affuchiti co spago ra sasizza bastaddo

– Allora dovete chiudere anche le fabbriche che muoiono la gente di tumore

– Chiude tutte cose e se ne va da Bocelli minchia chi si bello… ma manco t’affrunti

– Ma se finisco di mangiare alle 22:58 poi chi fazzu? Mi cucco no ristorante?

– Musumeci u sai unni ta po mettere a mascherina

– Pu merde dalle 23 fino alle 5 a come negli orari che non c’è quasi nessuno in giro soprattutto che ormai non e come in estate già e mezzanotte non c’è quasi nessuno in giro merde e mentre qui a Noto il concerto di Bocelli a perché colle catte da cento non ce ne covid 19 bastardi , girano pure film dopo a situazione merde Amia nn mi comandate nessuno merde ma sucati

– Ah si è per giusta causa io tasse non ne paco più viremu cu e chiù spetto

– Dobbiamo fare come a napoli e fare a manifestazione contro il sindaco basta

– Ma che spacchiò è sta dad usate parole italiane

– Bravi così chiutento le scole i racazzi fanno assempramento nella piazzetta di viale tica

– Quindi chiudono i cinema e se uno si ha comprato i biglietti ro vasqz olline chi fa ci ritornano?

– Cunnuti manciatari, tuttu stu buddelli pi manciarivi i soddi i l’europa!!!

– Ordinanze a destra ordinanze a sinistra ci dovete dare i soddi per campare oppure u stipendio vostro re cinquestelle ca siete entrati coi jins ra fera e ora siti tutti allicchittati e vistuti dolce e gabanna.

Eureka!

Dopo le due Norwegian Cruise arrivano in porto la Costa Cafona e Costa Pacchiana! Il Comune prende la palla al balzo e promuove una joint venture con il colosso dei mari, per il varo della Costa Gigia, la prima nave da crociera che fungerà anche da discarica, risolvendo parzialmente l’annoso problema dei rifiuti in città.

Asili, parte anche la refezione

Asili nido, tutto pronto per l’apertura. Stipulato con Assopanini e Confcavallo un protocollo per l’espletazione del servizio di refezione scolastica con un menù ad hoc. Per i nutrizionisti del Comune, l’apporto energetico fornito dal Menù Kids – un pasto completo che comprende: Panino Maremonti con cavallo, camperetti, funchetti, ogghiorepipi e sassaemayoness, una vaschetta patatine fritte, una lattina di Coca Cola e un frutto – sarebbe perfettamente bilanciato e indicato per lo sviluppo di una sana siracusanità nei più piccini. Pronto all’intesa il Comitato mamme che chiede di modificare il menù con l’inserimento di un Cosciotto o di una Vaddostana due volte alla settimana.

L’editto

Musumeci non si ferma più: entro 24 ore fuori dalla Sicilia tutti quelli che si chiamano Iaia, Cugno e Licitra;

– tutti quelli che dicono arancina;

– tutti quelli che raddoppiano avverbi e sostantivi: ora ora, strade strade, casa casa, sulu sulu;

– tutti quelli che dicono “Montalbano Sono” e “Di pirsona pirsonalmente”.

– tutti quelli che guidano col braccio fuori dal finestrino;

– tutti quelli che nella guantiera mista di dolci mignon fanno mettere anche i diplomatici.

 

Viva Grottasanta

Prima di tutto vennero a portarci il mastello dell’umido e i sacchi della plastica e fui contento. Poi ci dissero di leggere un libretto che spiegava come differenziare le varie tipologie di rifiuti e io non lo feci perché a mia non m’antaressa. Poi portarono i carrellati condominiali e li misero davanti alla scala A e non dissi niente perché lì ci vivono Matarazzo e Cugno che sono uno puppo e l’altro buonista. L’ultimo giorno si vennero a prendere tutti i cassonetti e nessuno c’aveva capito un cazzo!

 

Lo Apprezzeranno

Ieri ho letto un messaggio molto bello che mi ha colpito e fatto riflettere. Diceva una cosa tipo: da lunedì, quando vedrete qualcosa che non va in un bar, in un ristorante o in generale in qualsiasi attività aperta al pubblico, non indignatevi, non correte a denunciare, non sfogatevi sui social, ricordatevi che nessuno è perfetto e ognuno di noi sta cercando fare il meglio che può. Piuttosto – suggeriva il messaggio – ditelo ai gestori, lo apprezzeranno, escono da un brutto periodo e l’unica cosa che vogliono è rimettersi a lavorare… aiutiamoli, l’empatia è la soluzione migliore. 

Così, quando ho notato un bar con i tavolini uno appiccicato all’altro, dove erano accomodati una ventina di teenager intenti a  bere mojito e moscow mule, mi sono armato del mio sorriso più sincero e ho detto al proprietario: “Buongiorno, mi scusi se la importuno mentre sta lavorando ma lo faccio a fin di bene, posso solo immaginare quanto abbia sofferto in questi mesi di lockdown e adesso, anche per lei, è finalmente arrivato il momento di ripartire, tuttavia, voglio farle notare che in questo modo, sta contravvenendo alle più elementari regole di buon senso e come certamente saprà, alle norme in materia di sicurezza e distanziamento interpersonale previste nelle linee guida del DPCM e nell’ordinanza del Presidente della Regione Sicilia che le richiama. Ne era consapevole? Comunque, mi consideri a sua disposizione per eventuali chiarimenti e/o consigli.”. Ero pronto a ricevere un sentito ringraziamento e un saluto di gomito per il mio solidale interessamento e invece il proprietario mi ha guardato e ha chiesto: “Ma tu cu spacchi sì, nu sbiro e carrabbineri?”. 

– “No! solo un comune cittadino che ha a cuore la ripresa delle attività commerciali nel rispetto delle regole di salute pubblica…”. 

– “Ma talè a chistu! Ancora ca sì? Cecca i iratinni… facciminchia!”.

Cronaca di un tracollo annunciato

I segnali c’erano tutti, lo si intuiva dalla luce sinistra negli occhi di una grande fetta di popolazione. Son bastati tre giorni, non uno di più, per costringere l’Amministrazione a tornare sui suoi passi e chiudere l’unica lingua di verde e mare di questa città che annega nella cafonaggine, nella maleducazione e nel cemento.

L’ordinanza che sancisce, per la seconda volta, la chiusura della pista ciclabile e dello slargo del monumento ai caduti, è una tegola in testa e un sonoro vaffanculo urlato in faccia a chiunque abbia affrontato questa zoppicante Fase 2 con criterio e nel pieno rispetto delle disposizioni di legge. Ora tutti i cafoni e gli incivili che si assembravano lì, incuranti delle più elementari regole igieniche e di buonsenso, si sposteranno a bivaccare sul lungomare Alfeo. Il Sindaco aspetterà un paio di giorni e poi sarà costretto ad emanare un’ altra ordinanza per chiudere anche quello. I cafoni e gli incivili, imperterriti, transumeranno verso la Marina, dove pasceranno e si moltiplicheranno fino a raggiungere il limite antropico tollerato e l’Amministrazione, sentito il parere dell’Ufficio tecnico e del Comandante dei Vigili Urbani, emetterà ancora un’ordinanza per chiudere la storica passeggiata dei siracusani. I vigili urbani, grazie a un percorso obbligato realizzato con bancarella di calia e simenza e camioncini di incrasciati, convoglieranno la mandria verso l’area del Porto Spero, approntata per lo scopo. Nei piani dell’Amministrazione, i cafoni e gli incivili, dovrebbero stanziare lì fino alla fase 8, ma le continue scorribande al Decò di via Elorina e al Lidl, costringeranno il Sindaco a chiedere aiuto delle altre istituzioni e degli stakeholders. Sperando di sfruttare il potere deterrente della fede e della superstizione, si opterà per inviare l’Arcivescovo in loco che, preceduto da un finto simulacro di Santa Lucia, permetterà di incanalare la mandria in via Columba e spingerla verso l’ex circuito dove nel frattempo, i tecnici avranno allestito il villaggio d’emergenza per i lavoratori stagionali che doveva essere montato a Cassibile. Poi, nel corso di una gigantesca riunione fiume in prefettura, dopo aver preso in considerazione l’idea di sfruttare il loro passeggiare ossessivo avanti e indietro, come diserbante naturale per l’area del parco archeologico, si opterà per suddividere i cafoni e gli incivili in gruppi da 15/20 soggetti e di affidarli ai ristoratori siracusani che potranno obbligarli, anche con la forza, a consumare pranzo e cena, legati ai tavoli di spropositati dehors, fino ad un massimo di 65 giorni di detenzione. Messi al corrente della terribile evenienza, i cafoni e gli incivili, decideranno di arrendersi e dopo aver giurato fedeltà al DPCM, faranno ritorno alle rispettive case fino ad una nuova ordinanza che riaprirà la pista ciclabile e lo slargo del monumento ai caduti e tutto ricomincerà da capo, nei secoli dei secoli.