“Prima le stradi che sembriamo un ciccuito di motogrossi” – Il glossario dei commenti social sui nuovi progetti ciclabili

– A leviti sindaco fasulino cerca  di sistemare la città per pene

– La nostra cita nelle tue mani e perduto

– Aggiusta i casi popolari ca ni stanu carennu n’goddu medda

– Ma io dico perché non fare cualcosa per il Tivoli e rivalutare la zona che la vete abbandonato.pensate solo zone estive chi cazzu i cervello aviti

– Ti fissasti cu ste biciglette medda

– Più tosto perché non so ripristina il manto stratale ho i tompina

– Ma chi cazzu rici o cucchiti

– Prima le stradi che sembriamo un ciccuito di motogrossi

– E i strade paremu na luna.. Sindaco se vo iucare t accatti gta.

– Vattene da dove sei venuto bestia

– Ai rovinato siracusa e non te lo peddono

 – Ma quali piste ciclabili devi a fare i parcheggi ca uno ti fano la multa che parcheggi non ce ne

– Strate colabroto e munnizza azziccata unni e ghie e vigili che prendere le multe alle macchine ai capito

– Togliete solo spazio e posteggio selvaggi

– O fai tutti i strade cunnutu casi casu tutti spunnati e kini i puttusa

– Queste piste ciclabili sono una assurdità ed un pericolo per la nostra città

– Ocuchiti e peri ca testa un nai

– Ma cu e stu cretino che si piglia a bicicletta e sene va a capo muro di pocco puttatammillo davanti ca c’è lo dico na facci cretino

– Dovevi fare le strade a chi come noi i cittadini automobilisti o con gli sgooter paghiamo u bullu e l’assicurazione no a sti quattru biciciclettari ca nn pagano niente.

– Vi è piaciuto votare coi brogli a un sindaco colla bicicletta e ora chiddu fa le piste ciclabili e u sarausanu muto

Avvilente

È avvilente, un incubo: bianco o nero, pro o contro, oppositore pusillanime o sciacquino indottrinato. Sembra non esserci nulla al di fuori di queste categorie, così, all’ottusità becera e incivile di quelli col Suv parcheggiato in doppia fila che “quinti ora non mi pozzo femmare un minuto ca mi pigghiu u cafè e m’accattu i sicarette?”, si affianca il credo cieco e urticante dei Cavalieri della pista ciclabile, pronti a puntare il dito e maledire chiunque ponga un interrogativo, una perplessità, un dubbio, anche se condivisibile. I thread sui social sono zeppi di discussioni muro contro muro, dove da un lato si nega qualsiasi necessità di un trasporto pubblico urbano e di mobilità alternativa e dall’altro si pretende che il siracusano – che purtroppo, da quando ha l’automobile, la utilizza anche per andare a comprare il pane dietro l’angolo – si trasformi in un amsterdammer, così, d’emblée. Ne scaturiscono confronti dialettici, surreali e all’ultimo sangue, dove alle opinioni retrograde e disarticolate dei primi, rispondono colpo su colpo i secondi con una specie di mantra. “La provi anziché lamentarsi”, diceva un giovane Cavaliere a tale Mark, un uomo sulla settantina che vive in città da qualche anno. Mark si è trasferito qui da Durham, in Inghilterra, e lamenta l’assoluta inefficienza e inconsistenza del trasporto pubblico locale, dice che in questi anni non è mai riuscito a capire i percorsi e gli orari dei bus e ritiene che mobilità ciclabile e trasporto urbano debbano evolversi di pari passo. “Non ti lamentare, esci in bici, muovi il culo”, rincarava la dose una insegnate di scuola primaria. “Sono disabile – ha scritto Mark – non posso andare in bici”. Gelo.

La sera, tornando a casa e percorrendo via Malta, continuavo a ripensare a questa discussione, chiedendomi in che razza di posto avessi deciso di vivere. Alla mia destra, sulla nuova preferenziale, transitavano come se nulla fosse decine di auto, mentre i cretini come me, restavano incolonnati e procedevano a passo d’uomo nella corsia corretta. Arrivato all’altezza di via Cairoli, che è un po’ la St Marks Place di Siracusa, due vigili urbani guardavano i rispettivi cellulari fino a quando un boato assordante ha rotto il silenzio, ho guardato il retrovisore e una Porsche Cayenne con tutti i suoi 245 cavalli sfrecciava a velocità esagerata sulla preferenziale, volava. Istintivamente mi sono spostato sulla sinistra per darle spazio, è stato un attimo, i vigili hanno continuato a guardare gli schermi dei loro smartphone e uno dei due, forse, ha sospirato.

A Pinerolo!

Sono bastate altre due strisce gialle tracciate sull’asfalto di viale Teracati per scatenare il finimondo. Cittadini indignati, offesi, traumatizzati, umiliati. Ognuno con le sue priorità: prima il manto stradale, prima i marciapiedi, prima le buche, i tombini, le caditoie, gli scivoli per i disabili, il trasporto pubblico, Uber, i bus elettrici, le navette per Ortigia, gli anziani, i bambini, le mamme con i bambini, i sacchetti della spesa, le confezioni dell’acqua, e se apro lo sportello a destra, e se apro lo sportello sinistra, i parcheggi, le strisce blu, le corsie preferenziali per i mezzi pubblici e le corsie preferenziali per i mezzi di soccorso. Tutto sacrosanto, tutto giustissimo, senonché, come dice il mio amico Gianni, da qualche parte si doveva pur cominciare. Infatti, ben vengano le piste ciclabili, i corridoi ciclabili, le RME o come diavolo volete chiamarle. Ben vengano in qualsiasi loro declinazione: con o senza cordoli, al lato o al centro della strada, finanziate con i fondi del roboante Decreto Rilancio o con quelli della più prosaica Agenda Urbana. Ora però, prima di suscitare le ire dei lacchè e di quelli che ci hanno frantumato le palle per anni con un’intransigenza ottusa e arrogante e che adesso, da un mese a questa parte, sembra che vada tutto bene e guai a chi osa solo mettere in discussione qualcosa, vorrei chiedere: ma è possibile affrontare un argomento senza comportarsi da ultras? Cioè, si possono sollevare delle critiche o si viene subito additati a terrorista, provocatore, tuttologo del web e fottutissimo sobillatore? Se non altro perché da un anno e mezzo a questa parte io utilizzo regolarmente la bicicletta per i miei spostamenti quotidiani e la cosa, oltre a rendermi più felice, mi ha anche aperto gli occhi su alcune questioni.

Per esempio, si può dire che questo progetto, per funzionare, ha bisogno di tolleranza zero e di uno sforzo enorme in termini di controlli e sanzioni che l’Amministrazione ed i vigili urbani, come ampiamente dimostrato, purtroppo non possono garantire? Si può dire che per attuare una rivoluzione culturale di questa portata occorrerebbe mettere le persone nella condizione di partecipare consapevolmente a questa rivoluzione? Si può chiedere di conoscere come queste soluzioni si interfaccino con il piano urbano del traffico e col piano urbano della mobilità e se queste (le soluzioni) e questi (i piani) sono stati messi in relazione? Si può immaginare, dove possibile, strade a senso unico di marcia come nelle città più civili del resto del mondo anche a discapito del  bar o del panettiere e della stupida convinzione che in questo modo nessuno si fermerà più a comprare il pane salendo? Insomma si possono porre delle questioni nel tentativo, magari, di rendere più fluido un cambiamento così importante e necessario come quello relativo alla mobilità alternativa o siccome siamo in una città che vive sull’orlo del baratro, siccome i barbari, i torpi e i maleducati la fanno da padrone, siccome siamo abituati da cinquant’anni a promesse non mantenute ed a progetti lasciati a metà, allora dobbiamo accontentarci per forza di qualsiasi cosa venga realizzata senza cercare di capire?

Chissà. In attesa di risposte, comunque, potremmo andare a cenare da una mia zia a Pinerolo e poi, torniamo in nottata. E allora signori, bando alle ciance e tutti quanti a Pinerolo!

Ciclabili

Il problema non è tanto la pista ciclabile ed i suoi bassi standard di sicurezza, non è nemmeno il fatto che venga delimitata solamente da una striscia gialla sull’asfalto e che questa, come esperienza ci insegna, si cancellerà tra 72/96 ore come tutto il resto della segnaletica orizzontale – strisce pedonali incluse – di questa sconsolatissima città. No, il problema è che nessuno controllerà sulla corretta fruizione della pista ciclabile perché, in realtà, a nessuno interessa niente. È inutile che ci prendiamo in giro: auto parcheggiate, motorini, malacarni, il suv della signora bene, un caffè al volo, la fila alla Posta, aspetto il bimbo che esce da judo e tutto il corollario di comportamenti che nel resto del mondo vengono sanzionati e che qui sono ampiamente tollerati e diventati normalità. Proprio per questo motivo la pista sarà bistrattata, umiliata e la sua funzione annientata nel giro di pochissimo tempo. Per me è molto triste doverlo ammettere ma oggi, nel 2020, a Siracusa, non ci sono le condizioni per rendere veramente funzionante questo servizio. C’erano dei soldi, dei finanziamenti, bisognava fare qualcosa per non perdere quei finanziamenti. La politica sembra ormai limitarsi a questo: non si scorgono progetti urbanistici seri o una visione d’insieme, solo interventi spot, sempre scollegati tra loro come le toppe d’asfalto stese per coprire l’incuria e il trascorrere del tempo. E anche se questa riflessione sta venendo fuori più sferzante di quello che pensavo, anche se non tiene conto delle cose buone che questa Amministrazione ha fatto –  comunicate malissimo alla cittadinanza – anche se verrà strumentalizzata da chi per questa città non ha mai fatto nulla, credo che sia necessaria, almeno, lo è per me. Del resto, in 8 anni, nonostante dichiarazioni d’intenti, rivoluzioni, cambi di viabilità, non si è riusciti a debellare il parcheggio selvaggio in Corso Matteotti e Piazza Archimede, che sono trecento metri lineari di strada nel centro storico della città, figuratevi cosa si potrà fare sui 23 km di pista ciclabile stesa tra Santa Panagia e via Catania; tra via Italia e via Foti. 

Chissà, mi auguro di essere smentito e che i cittadini apprezzino lo sforzo claudicante dell’Amministrazione e per una volta prendano a cuore le sorti della loro città e si rendano conto che pubblico non significa “è mio” ma “è di tutti”. Sogno interventi celeri dei Vigili Urbani, pronti a mollare Bubble Shooter sullo smartphone per una contravvenzione o una reprimenda e spero in direttive semplici e tolleranza zero almeno per i primi 6 mesi, ma ho paura che questi miei desideri verrano delusi e come sempre, il caos regnerà sovrano.