God Bless and stay safe! Solarino, i social e la zona rossa

Succede che dato il numero di contagi, il Comune di Solarino, con decreto del Presidente della Regione, viene posto in zona rossa. Immediatamente, il sindaco Sebastiano Scorpo, attraverso una serie di dirette social sui canali istituzionali, informa i cittadini di quanto avvenuto e con calma tibetana, si prodiga in spiegazioni e indicazioni sulle nuove regole da seguire: attività commerciali, ristoranti, scuole, spostamenti, nulla è tralasciato. Per rendere la cosa ancora più chiara e dipanare le ombre del sospetto in alcuni concittadini, arriva a fare di conto e svolge, passo dopo passo, le operazioni matematiche che hanno generato il coefficiente responsabile di questa stretta: prendiamo questo numero, moltiplichiamolo per l’altro, dividiamo per quello e otterremo il risultato. Una cosa che neanche il maestro Manzi con “Non è mai troppo tardi” sul primo canale, nel 1958. Tutto molto lineare, senonché il popolo social non l’ha presa benissimo ed è cominciato il solito turbinio di offese, oscenità, teorie strampalate, complotti e bestialità assortite. Gli utenti che commentano le dirette del sindaco Scorpo sono divisi in due schieramenti che si fronteggiano come italiani e austriaci sul Piave.

Ormai è una cosa molto comune, non c’è argomento, non c’è situazione che non provochi, una volta data in pasto ai social network, rigurgiti di rozzezza e di violenza verbale. Siamo tutti scoraggiati e quasi assuefatti a questa prassi tanto che molti, proprio per non doversi trovare nella spiacevole situazione di dover rispondere, argomentare, obiettare o semplicemente confrontarsi, preferiscono astenersi, lasciando di fatto il campo a questi barbari.

Leggendo i lunghi thread delle dirette del sindaco Scorpo invece, il paradigma sembra rivoltato, un “upside down” tipo Stranger Things ma con “bene” e “male” capovolti. 

Sono tanti gli utenti che rispondono colpo su colpo alle ingiurie, alle accuse immotivate, agli insulti e alle notizie destituite di qualsiasi fondamento. È una guerra di logoramento: da una parte i cosiddetti haters che vomitano insulti e distribuiscono responsabilità – il Sindaco ha dichiarato che procederà a denunciare uno ad uno gli utenti che sono andati ben oltre le critiche, sconfinando nella calunnia e nella diffamazione  – dall’altra una vera e propria resistenza che argomenta con spirito critico e buon senso.

Una cosa a tratti commovente. Ne viene fuori una lettura intrigante di uno spaccato della nostra società. Tra tanti spiccano i commenti di Salvo, una sorta di novello Ferruccio Parri che non ne lascia passare una, informa, sensibilizza, confuta, chiede spiegazioni, ma sempre con un garbo e con un’ironia sottile fino a quando, dal nulla, non si materializza un utente che cita l’art. 16 della Costituzione: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”. Ne scaturisce un dialogo surreale che nemmeno Kurt Vonnegut in Mattatoio n.5.

Una cosa che a leggerla così, d’un fiato, ti si parano davanti i volti mortificati dei padri costituenti. Alla fine a nulla vale il rigore logico di Salvo, il nostro comandante è costretto a cedere: “Va bene – scrive con le ultime energie – mi hai preso per sfinimento. Buona Pasqua”.

Dall’altro lato, nemmeno l’onore delle armi. Ma non importa, la battaglia è stata persa ma combattuta con onore. E io me lo sono immaginato il comandante Salvo, dopo due ore di guerriglia semantica, con mitragliate di lettere sulla tastiera del pc, le imboscate dei congiuntivi, il fuoco di sbarramento dei complottisti ed i rastrellamenti dei No Vax. L’ho immaginato spegnere tutto, prendere fiato, tornare dalla sua famiglia e mangiarsi un pezzetto di uovo di pasqua, mentre in sottofondo, la musichetta di Topolino, come in Full Metal Jacket di Stanley Kubrick e una voce fuoricampo dice: “Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia. Sono contento di essere vivo. Certo, vivo in un mondo di merda, ma sono vivo. E non ho più paura”,

A suggellare il tutto, il commento dall’Australia di Carmelo, che nemmeno un bravo sceneggiatore di Hollywood avrebbe saputo piazzare lì. Dice: “praying for a quick recovery for everyone in our little town. God Bless and stay safe”.

Articolo pubblicato su Siracusapress.it

Avvilente

È avvilente, un incubo: bianco o nero, pro o contro, oppositore pusillanime o sciacquino indottrinato. Sembra non esserci nulla al di fuori di queste categorie, così, all’ottusità becera e incivile di quelli col Suv parcheggiato in doppia fila che “quinti ora non mi pozzo femmare un minuto ca mi pigghiu u cafè e m’accattu i sicarette?”, si affianca il credo cieco e urticante dei Cavalieri della pista ciclabile, pronti a puntare il dito e maledire chiunque ponga un interrogativo, una perplessità, un dubbio, anche se condivisibile. I thread sui social sono zeppi di discussioni muro contro muro, dove da un lato si nega qualsiasi necessità di un trasporto pubblico urbano e di mobilità alternativa e dall’altro si pretende che il siracusano – che purtroppo, da quando ha l’automobile, la utilizza anche per andare a comprare il pane dietro l’angolo – si trasformi in un amsterdammer, così, d’emblée. Ne scaturiscono confronti dialettici, surreali e all’ultimo sangue, dove alle opinioni retrograde e disarticolate dei primi, rispondono colpo su colpo i secondi con una specie di mantra. “La provi anziché lamentarsi”, diceva un giovane Cavaliere a tale Mark, un uomo sulla settantina che vive in città da qualche anno. Mark si è trasferito qui da Durham, in Inghilterra, e lamenta l’assoluta inefficienza e inconsistenza del trasporto pubblico locale, dice che in questi anni non è mai riuscito a capire i percorsi e gli orari dei bus e ritiene che mobilità ciclabile e trasporto urbano debbano evolversi di pari passo. “Non ti lamentare, esci in bici, muovi il culo”, rincarava la dose una insegnate di scuola primaria. “Sono disabile – ha scritto Mark – non posso andare in bici”. Gelo.

La sera, tornando a casa e percorrendo via Malta, continuavo a ripensare a questa discussione, chiedendomi in che razza di posto avessi deciso di vivere. Alla mia destra, sulla nuova preferenziale, transitavano come se nulla fosse decine di auto, mentre i cretini come me, restavano incolonnati e procedevano a passo d’uomo nella corsia corretta. Arrivato all’altezza di via Cairoli, che è un po’ la St Marks Place di Siracusa, due vigili urbani guardavano i rispettivi cellulari fino a quando un boato assordante ha rotto il silenzio, ho guardato il retrovisore e una Porsche Cayenne con tutti i suoi 245 cavalli sfrecciava a velocità esagerata sulla preferenziale, volava. Istintivamente mi sono spostato sulla sinistra per darle spazio, è stato un attimo, i vigili hanno continuato a guardare gli schermi dei loro smartphone e uno dei due, forse, ha sospirato.

C’è un limite a tutto

Dopo ogni attentato terroristico di matrice islamica, dopo ogni sequestro, rilascio di ostaggio, pagamento di riscatto o perfino costruzione di moschea in terra italica, ciclicamente, ritorna nei thread e nelle discussioni il suo nome. Tu stai portando avanti le tue argomentazioni, con la consapevolezza del tempo che stai sprecando inutilmente cercando di esporre un concetto ed a un certo punto, arriva uno che, convinto di sbaragliare tutto, se ne esce con un perentorio: “e allora la Fallaci?”. Come se il solo pronunciare il nome della giornalista e scrittrice fiorentina sancisse definitivamente la fine del dibattito per manifesta superiorità. Ora, con tutto il rispetto possibile per la scrittrice e per la donna, ma a me, di quello che pensava la Fallaci dei mussulmani, m’interessa fino ad un certo punto e non perché sia prevenuto nei suoi confronti, o perché voglia santificare una religione che non conosco e ancor meno glorificare un’estremismo che aborro, ma semplicemente perché la Fallaci non rientra tra i miei orizzonti culturali. Certo, ognuno è liberissimo di prendersi i suoi riferimenti, ci mancherebbe, ma schermarsi dietro il pensiero della Fallaci per ogni aspetto che riguarda il mondo islamico non è un po’ semplicistico? Me lo chiedo perché in questi giorni, leggendo in giro tra i commenti e le notizie sulla liberazione di Silvia Romano, mi sono imbattuto in concetti interessanti, in visioni della società molto complesse, c’era chi citava Hobsbawm, chi Lévi-Strauss, o Gilles Kepel o Karl Popper. Ma davanti a questa moltitudine, davanti a questa complessità, si può pensare davvero di avvantaggiarsi sul piano dialettico e concettuale con un semplice: “e allora la Fallaci?”. Io non credo, mi sembra come se al bar, davanti ad una sanguigna discussione sul calcio, confrontando un gol di Ronaldo, un dribbling di Messi o una giocata di Salah, arrivasse uno e dicesse: “e allora Giannichedda?”. Ma voi, scusate, ma che faccia fareste? Io rispetto Giannichedda, anche Gary Medel e Angelo Palombo, però, dai, c’è un limite a tutto.

La settimana Pitacorica

Firmopoli

Ricopiamo Siracusa Adesso…

Palpitazione Tenue

15304300_2157910311101726_396248836106458027_oMi sono estraniato per 24 ore e non riesco più a raccapezzarmi. Mi confermate che le Iene hanno fatto uno scherzo a Peppe Patti facendo firmare all’attore Maurizio Mattioli i moduli per la sua candidatura alle elezioni amministrative del 2013 e che l’avvocatura del Comune ha stabilito che no, le Iene non si possono querelare, ma si potrebbe tentare di scucire qualche soldo ad Armaro nel caso si dimettesse da Presidente del Consiglio Comunale per entrare nel Cda del Teatro Comunale che dovrebbe aprire i battenti nel 2017 e che Scalia, il Procuratore generale della Corte d’Appello di Catania, ha svolto una ispezione alla Procura di Siracusa per verificare il perchè i sigilli siano stati apposti al liceo Gargallo, visto che Patti si è diplomato all’Einaudi?
È corretto? Attento chiarimenti…

Veleni al Vermexio

Malelingue sostengono che le dimissioni “in itinere” di alcuni consiglieri non siano state depositate da un notaio ma presso la panineria Pyter… quando verrà raggiunta quota 21, i restanti consiglieri saranno omaggiati di una confezione formato famiglia di sassaemayoness!!!

Analisti politici divisi sulle reazioni dell’opinione pubblica. L’ala positivista intravede nel commento “na ta scassatu ttri quatti ri minchia” i prodromi di un percorso di pacificazione tra cittadinanza e consiglio comunale. Di tutt’altro avviso le prestigiose firme del forum “Va na manciari i cani” che concentrano l’attenzione sul commento “itavinni e casi pezzi di fognatura bastardo” sintesi e proclama di un vero e proprio appello alla mobilitazione popolare.

Il consigliere Castagnino rinuncia al gettone di presenza… ed è subito Blackfriday!!!

Premio Tiche

Ah la città che vorrei
agli altri ed a me stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la scritta
stampa sopra uno scalcinato muro in via Calatabiano

Tiche, meriggiare pallido e assorto,
vieni con me e ti porterò entro rossori di mattine nuove
e scorci di parcheggio Mazzanti
ove l’ombra vi si pone timida e pura

E quando il sol declina,
non mi sovviene che d’un infinito silenzio
l’immenso tuo splendore.

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Il social media manager che avrei sempre voluto essere!!!

Siracusa Play out

Fino a quando sarà permesso parcheggiare in divieto di sosta in Corso Matteotti, della scarsa qualità della vita me ne fotto!!!

W Santa Lucia

Festeggiamenti per Santa Lucia: presentato il programma 2016. Da quest’anno la Santa non passerà più davanti all’Ospedale Umberto I ma si dirigerà direttamente al Palazzo di Giustizia per conferire con il Procuratore!!!

I Dialogi Pitacorici

Buongiorno, ha sinapa?

– Sinapatomani, finìu.

– Ma se compro questi come li faccio?

– Sti sacchi sabbaggi come li teve fare? E chi ci voli, semplice semplice: ci tagghia due pomitori, ogghiu, agghiu… Si pighiassi du mazzi e poi mu veni a dire… Ci rialu macari i due pomitori… allora si pigghia?

– si, va bene.

– attro?

– Ma, visto che mi ha regalato i pomitori, prenderei un chilo di aranci, uno di peri e uno di meli. grazie.

morganReferendum Costituzione

Comunque vada, non leggere più sulle bacheche neologismi tipo Deforma e Schiforma, rappresenterà per l’umanità un passo evolutivo inestimabile, una conquista fondamentale che neanche JP Morgan potrà mai portarci via…

 

Una tumpulata ci seppellirà

Entrare in un’aula scolastica e picchiare l’insegnante del proprio figlio è uno degli atti più sconsiderati e terribili che un genitore possa compiere. Per quanto possa essere sbagliato il rimprovero subito dall’alunno in classe, nulla può giustificare una reazione come questa ma purtroppo, con sempre maggiore frequenza, 14991992_1195521040518712_5854993073227705173_nleggiamo di episodi similari, insulti, minacce, e atti violenti nei confronti di insegnanti che, nel bene o nel male, svolgono un ruolo fondamentale per la crescita dei ragazzi. La scuola, prima di insegnare nozioni, è il luogo principale dove si prendono le misure del proprio stare al mondo, dove si apprendono le regole di una società civile e si impara il rispetto. Che la reazione spropositata del genitore derivi da frustrazione, da ignoranza, da iper protezione o da una miscela di questi elementi cambia poco. Il processo di annientamento dei valori che stavano alla base della nostra società è già iniziato. Il genitore violento si somma all’ambulante che aggredisce il Vigile Urbano che fa il suo lavoro e al posteggiatore abusivo che picchia il Finanziere nel parcheggio del cimitero ed a tutti quegli altri atteggiamenti che si rifanno alla filosofia del vaffanculo. Un modo di vedere le cose che fa sempre più proseliti, soprattutto sul web e che si basa su concetti elementari e meschini:

  • le istituzioni solo una cosa vogliono da te, fotterti;
  • le regole e le leggi sono fatte per fotterti;
  • se riconosci che le regole sono giuste stai certo che chi le deve fare rispettare vuole fotterti;
  • diffida di ciò che ti viene detto da chi ne sa più di te, sicuramente vuole fotterti.

Ma non è tutto. Chiunque bazzichi il web con un minimo di senso critico avrà notato che ormai, notizie e link hanno sempre un titolo forte, spesso violento. Che si tratti della discussione alle Nazioni Uniti tra due diplomatici con idee contrapposte sullo sterminio di migliaia di siriani ad Aleppo o della diatriba sulla costruzione della nuova bocciofila al consiglio Comunale di Calderara di Reno, c’è sempre qualcuno che umilia, zittisce, ridicolizza, smaschera, schiaccia, sputtana, riduce male, massacra o devasta l’altro.

La totale sfiducia nelle convenzioni sociali e nei codici di comportamento, unita al registro sempre più violento di certa stampa che rimbomba sui canali web e sui social normalizzando la sopraffazione dell’altro, è la causa principale di episodi come quello della scuola siracusana.

Questo terribile arretramento culturale è sotto gli occhi di tutti ed avanza spedito. Chi riesce a resistere al becero populismo e al qualunquismo dilagante ha il compito di evitare che ignoranza frustrazione e violenza diventino alibi e vengano sdoganati in nome di una società brutta e cattiva. Alla scuola il compito di insegnare ai ragazzi, affinché lo spieghino ai genitori, che la violenza, in quanto tale, è sempre deplorevole sia essa antagonista o di potere.

 

Inda, erano alterate anche le traduzioni delle opere!

L’indagine sull’Inda apre scenari inquietanti sulla gestione dell’Istituto. Gli inquirenti lasciano trapelare che ad essere alterate non sarebbero state solo le fatture ma anche le traduzioni dei testi classici. Se non fosse intervenuta la magistratura avremmo assistito alle rappresentazioni di alcuni capolavori apocrifi. In esclusiva, i titoli al snoopyvaglio degli investigatori e dei loro consulenti.

Sebuccio, 421 a.C.

La vendetta di Sebuccio, un giovane itachese che ha vissuto tutta la sua esistenza all’ombra di Ulisse. Sin dalle elementari infatti Sebuccio ha sofferto il confronto con l’ingegnoso amico che era dotato di una grafia chiara, leggeva senza interruzioni ed era scaltro nella prova del nove mentre Sebuccio, dislessico, non riusciva a completare una intera paginetta di O. Esasperato da quelle che ha sempre considerato continue mortificazioni, nonostante Ulisse nutrisse per lui sincero affetto, Sebuccio consegnerà ai troiani i progetti del Cavallo di Troia e ne svelerà i segreti. Memorabile la scena finale quando, osservando la cattura di Ulisse da parte dei soldati nemici, ghignerà tra se e se: “A A A Accuffì t’anfigni, bastaddu”.

Ifigenia in Aulin, 409 a.C.

Una guerra senza precedenti combattuta sui social network tra Oreste, un giovane medico di famiglia e Ifigenia, una militante grillina complottista e assetata di giustizia virtuale. Ifigenia, per confutare il medico e dimostrare la sua tesi sulla pericolosità del farmaco, ingurgiterà in un colpo solo 2,8 kg di nimesulide entrando in uno stato alterato di coscienza che la porterà a votare NCD in tutte le elezioni a venire.

Le Noticiane, 467 a.C.

Con la riforma delle provincie e l’istituzione dei liberi consorzi, le mire dei comuni limitrofi sugli introiti turistici di Noto si fanno pressanti e la cittadina viene cancellata con un decreto regionale. Gli uomini si disperdono tra Rosolini ed Eloro, mentre le donne decidono di resistere e iniziano una lunga battaglia di carte bollate sfidando il nemico nel grande agone della giustizia amministrativa siciliana. Tra rinvii, sentenze contrastanti di Tar e Cga, oracoli e sacrifici di mandorla pizzuta, la Regione deciderà di inviare duecentomila forestali per assediare la città. È la fine. Pur di non cadere nelle grinfie dei forestali, le Noticiane, asserragliate a Palazzo Ducezio, si toglieranno la vita scagliando anatemi contro l’autonomia regionale.

Tebe contro la Setta, 444 a.C.

Esasperato da anni di citofonate alle otto del mattino e di opuscoli sullo spirito, sulla trinità e sulla salvezza, distribuiti da un gruppo di testimoni di Geova, il Sig Gerardo Tebe, pensionato della Borgata borioso, collerico e irascibile, escogita un piano per vendicarsi di questi attacchi immotivati. In un turbinio di pernacchie al citofono, parolacce, bestemmie e gesti dell’ombrello, Tebe, convinto di avere il vero Dio dalla sua parte, annichilirà i suoi nemici e riuscirà a tenerli lontani dal suo condominio, diventandone a furor di popolo l’amministratore.

La potenza è nulla senza ignoranza

Quello che colpisce dell’elezione del Capo dello Stato è, come al solito, la gigantesca, proverbiale, incredibile ignoranza che ci permea. Spocchiosi, volgari, abbiamo la capacità di parlare a vanvera su tutto e su tutti. Zero dubbi e mille certezze, almeno sui social. Un discutibile sito aggregatore di notizie, pubblica una foto con Ciampi, Scalfaro, Napolitano e Cossiga e ci scrive sopra: “Il Presidente della Repubblica deve essere eletto dai cittadini! Condividi se sei d’accordo”.
Ora, la richiesta è certamente legittima e sostenuta anche da forze politiche e parte dell’opinione pubblica, ma l’utente medio non si pone il problema della riforma costituzionale, no, lui vuole tutto e subito. La sfiducia per le istituzioni del resto è totale. Certo, molti utenti che gridano alla rivoluzione, non emettono uno scontrino fiscale dalla fine del mandato di Ciampi o hanno votato per 20 anni e lo rivoteranno, lo stesso personaggio con un casellario giudiziario con tante pagine che neanche i capolavori dei romanzieri russi del XIX secolo, ma la solfa non cambia. Il popolo è tagliato fuori dalle decisioni. Allora, diamo spazio al popolo.
Per voi, una accurata selezione delle principali tesi estrapolate con metodo scientifico dai commenti al post di cui sopra. Buon divertimento.

Non mi passa nemmeno per la testa a che serve un Presidente della Repubblica quando a governare è sempre il padrone cioè Berlusconi?

Certo si può fare ma dovremmo scendere in piazza tutto il popolo di Italiani se veramente lo siamo

– Bastardi Vaffanculo

– Il popolo elegge solo la beata minchiaaaaaaaaa. al resto ci pensano i ladroni del colle.

– Certo il popolo e sovrano e lo dovremmo votare noi

– Sicuramente violeranno ulteriormente la costituzione tanto nessuno gli farà niente a questi fuorilegge tanto ci sono abituati

– Nei paesi civili il popolo sceglie il Presidente che tristezza Italia !!! siamo peggio dei negri

– Dov’è il popolo sovrano? i politici lo hanno dimenticato, è giusto che il presidente della repubblica dobbiamo essere noi cittadini a nominarlo

– Certo che dovrebbero sceglierlo i cittadini a noi serviamo solo x le votazioni x il resto siamo niente , x noi potrebbero MORIRE TUTTI QUELLI CHE CI GOVERNANO E QUELLI CHE HANNO GOVERNATO  

– Certo che si come fanno in america nn dai soliti pagliacci della sinistra

– Sarebbe ora…!!!! Arriviamo sempre ultimi rispetto agli altri Stati….!!!!

– Tutti e quattro non hanno combinato niulla di buono, vorrei non fossero mai passati per la presidenza della Repubblica. Portate avanti uno che proponga un programma per il popolo e se merita sarà eletto, ma da NOI e non dai politici!

Chiudo questa carrellata con il Sig. Luciano che scrive: Ma la costituzione non lo prevede

Gli insulti metteteli voi…