La tua munnizza nei mastelli degli altri

Le facce contrite dei turisti le vedi nelle mattine di Ortigia, con il sole ancora basso a sfiorare il mare e le ombre lunghe che catturano quelle movenze felpate e tutto l’imbarazzo che manifestano mentre si aggirano furtivi, alla ricerca di qualche mastello dove conferire i propri rifiuti.

Non punterò il dito contro di loro – anche se quando vado all’estero, sto con due piedi in una scarpa – ma contro quei disgraziati dei loro fottuitissimi Host: incivili, ingiustificabili, villani, bifolchi, ignorantissimi, barbari. Delle vere merde. Vi immagino a blaterare di turismo sostenibile, di destagionalizzazioni e delocalizzazioni. Alcuni di voi, probabilmente, saranno anche candidati in qualche lista civica per la rinascita di Siracusa ma intanto, da evasori quali siete, non avete ritirato manco i mastelli per il porta a porta. Chissà cosa vi siete inventati per convincere i vostri ospiti che a Siracusa i rifiuti si conferiscono così: a caso, senza regole, tra i vicoli. Affruntatevi… Shame on You.

Ristoranti

Quando ordino il fritto misto e mi portano solo i calamari e io lo faccio presente e il gestore se la prende come se lo avessi offeso o quando, dopo una cena mediocre, il proprietario ti chiede come è andata e se tu gli dici che non è andata poi così bene, risponde sempre piccato “qui non si lamenta mai nessuno” oppure “noi la pasta alla siracusana la facciamo così”. Ok, ma allora non chiedermi niente.
Per non parlare del vino e del rituale dell’assaggio.
– Chi lo assaggia?
– Guardi, non è il caso, è una bottiglia senza pretese, ci fidiamo.
– No, insisto!
Allora ti tocca la pantomima dell’annusata, lo sguardo attraverso il calice, il sorso contenuto e l’immancabile sorriso con cenno d’intesa:” va bene grazie”. Solo una volta ho azzardato un timido “guardi è molto acido e sa di tappo” per ricevere in tutta risposta un perentorio “eh! Non ci posso fare niente, ormai l’abbiamo aperto”.

 

Allarme bomba nel porto piccolo

Dai primi rilievi non si tratterebbe di un ordigno bellico inesploso ma di un cartoccio di stagnola altamente instabile e contenente un pericolosissimo accostamento di cosciotto, sassaemayoness, ogghiurepipi, tabbasco, funchetti (forse chiotini), cipuddaigiarratana e sbizzero.