Si accettano miracoli – Alessandro Siani, 2015
Tag: costituzione italiana
Glossario – Sea-Watch3 – quarta parte Curia remix
Bicotti
Appena a finuto a missa se ne anno andati a casa sicuro
Ipogriti battitivi u pettu e spunnatevi u culo
E i siracusani che non ano lavoro?111
Farisei gesu vi sgaccio dal tempio
Prechiamo italiano
Faccie di merda che anno
Si sono fatti la messa per i extracomunitari quelli dei bambini pedofili
A prestigiacomo non cera
Pappalardo ammucciti
Si dovrebbe vergpgnare fare una veglia Monsignore cge come sbarcano vanno a spaciare….pensi a tutti i problrmi che anno i suoi compaesani ditalia
Sti necri già anno acuisito dei diritti ho che sono delinquenti ho terroristi
Sbaccarono i mao mao
Si vede che queste persone nella chiesa non sono cattolici ma arabbi di islam per forza
Nome e cognome di sti merde ei prossimi clandestini gli affidiamo ha loro
Italia campia cognomi vergogna
Pregate pelle persone terremmottate che stanno passando l’invero nei cotener
Personi fassi chessi battono il petto ma non e vero
Ma veramente hanno fatto entrare nella casa di dio per salvare a questi 4 estracomunitari ma su pazzi
Sono passato e ieri non c’era niente è una bufala.
Compendio
In questa vicenda di umanità, disperazione e ottusità che riguarda la Sea-watch 3 e le 47 persone a bordo a cui finalmente – dopo giorni e giorni di inutili sofferenze e un penoso gioco politico perpetrato, come sempre, sulla pelle degli ultimi – è stato concesso di sbarcare a Catania, c’è un aspetto secondario che mi lascia perplesso.
No, non si tratta del silenzio imbarazzato e imbarazzante dei deputati di Governo; delle penose rincorse di quelli del PD, squalificati ancor prima che partisse la staffetta; della Prestigiacomo in versione pirata dei Caraibi, che scarroccia a tribordo e manovra per l’abbordaggio. Non si tratta della fierezza del Sindaco Italia; dell’energia del coro degli allievi dell’accademia dell’Inda o della rete delle associazioni e del volontariato siracusano che si spende per chi ha bisogno di aiuto e lo fa ogni giorno, per tutti, da anni e senza riflettori. Non si tratta nemmeno del mutismo del Consiglio Comunale; degli insulti, degli errori, dell’odio e di tutta l’ignoranza che i social hanno vomitato in questi giorni. No, non è questo. Non è neanche la gente comune che si avvicina per chiedere come poter dare una mano; la scarsa partecipazione studentesca o la presenza massiccia dei sindacati: usciti dai bar dove hanno lasciato i crodini e la ciotola con le noccioline a metà. No, niente di tutto questo ma piuttosto: com’è che sono l’unico che non ha manco una foto con Zoro?
Glossario – Sea- Watch3 Seconda Parte
Siracusani Hallaghiaccio
Tagghiviti a faccie
Abbeggatori ano a fare bus nes
Perpenisti
I siracusani non anno i soldi da mangiare
Osbidate i terremotanti di matrice
Iimmigrati anno i magghiuni è laipfhone i siracusani senza soddi
Salvini amaza finti buonist tutti
Labbeggo osbida e i sarausani pacano
Minchia di pacchia
Statti muto merda che a quelli ci d’hanno anche la ricarica vodafo
Ma sti albergatori perché non pensano ai siracusani diequitalia
Finti albergatori buonisti
Per quando ci costano gli immigratiti e l italiani la maggior parte vano nella cacca
O un sacco di amici in mezzo alla strada perche non ci pensano nessuno vigliachi
Vergogna astura non siete ne anche siciliani albergatori
Ospitate chi non paga le tasse bastardi
Per benisti gatta ci cova
Sotto casa mia i sirausani muoiono di freddo per strata nessuno ci pensa senza soddi bastardi finti benisti
Abbeggatori vono andare di babbara dusso.
La Staffetta 3
La Staffetta 2
La Staffetta
Glossario – Sea-Watch 3
Non fateli scendere ha terra
Emigranti dell africa nera tunisina
la Libbia
I radical sit
Fassi immigranti
Servagi
Portatevli ha case vostre
io soddi non vi ne do piu
Viva Salvini viva la Leca
Affontaleli tutti
Buonisti suca
Il Sindaco si dovrebbe vergognarsi di tuto
Ci devono provare a farmi prendere ha casa un negro
Macari a Prestigicoma dicalafici
Italia e Prestigiacomo ora siti ca malattie ci vunu i vaccini
Io stho coi cinguestele
Acchianò pure manico i scupa
La pacchio è finita
Vedete che molti sono terroristi di Alcantara
Prima i talian
Sti volontari pigliano 3000 euro o misi bastaddi
Unni c’è a pila i chiappari
Ma picchì su minorenni?
Ci anno tolto la dignità ma di chi parramuuuuuu
Sindaco xche non ti azi oni per Sira cusa ni sara ke ci dv ma ngiar anche tu
La colpa e di ong, cunnutu.
Damilano a Siracusa e ritorno
All’inizio ero un po’scettico, invece lo spiegone di Marco Damilano su Moro (Un atomo di verità. Aldo moro e la fine della politica in Italia), andato in scena ieri al teatro Comunale di Siracusa, è stato una bellissima sorpresa e alla fine mi ha perfino commosso. Quasi due ore di narrazione, un ritratto di Aldo Moro che si spinge oltre il racconto dei 55 giorni di prigionia. Un teatro pieno per due terzi e tanta siracusanità sono stati gli ingredienti di una serata ortigiana che mi ha dato l’illusione di vivere, per una volta, in una città normale.
Quattro parole: hanno rapito Aldo Moro.
Quattro note: il riff di Shine on You crazy diamond dei Pink Floyd che Marco Bellocchio piazzò magistralmente al termine di Buongiorno Notte.
Altre quattro parole: posa il telefono, cazzo!
Sì perché in platea, non tutti i convenuti sembrano veramente interessati al racconto. Lo si capisce dalla selva di telefonini che fa capolino tra le file di posti e che genera una light pollution senza eguali. Facebook, WhatsApp, emoticon a muzzo, suonerie impazzite, “Che fa la Juve? No, io sono allo spettacolo di Alto Moro, sentiamoci topo”, strafottenza, imbarazzo. Ad ora di cena poi, alcuni preferiscono andare via, così, leggeri, in fuga.
Nel suo racconto, Damilano, rifugge i luoghi comuni e gli stereotipi e ci presenta un Moro diverso da quella che è la sua immagine pubblica, un uomo con tratti di personalità anche negativi e contraddittori. Tempo, flessibilità e verità sono i concetti su cui poggia la narrazione. Il tempo in cui siamo immersi, le epoche che viviamo ma anche il tempo interiore, quello nostro, personalissimo; la flessibilità, che è la capacità di modificare una prospettiva, di piegarsi senza spezzarsi, di muoversi nello spazio e nel tempo; la verità, che è ricerca e luce. Sintetizzando: conoscenza, intelligenza, dialogo. Trent’anni di vita politica italiana, il percorso di un uomo colto, di un padre costituente, di uno con un libretto universitario con tutti trenta e trenta e lode. Quante cose sono cambiate in questi quarant’anni dopo la sua morte? Tantissime, forse troppe. Vedere quelle foto, condividere o meno un punto di vista, ascoltare quei discorsi, Pasolini, Sciascia, confrontarli con quelli di oggi, ci dà la misura del cambiamento. Disarmante. In sala non c’è la politica. Due, forse tre e uno va via prestissimo.
Al siracusano ancora non riesce del tutto. I luoghi comuni e gli stereotipi ci sono quasi tutti, anche le pellicce in sala. Lo spettacolo inizia con più di venti minuti di ritardo perché molta gente non prende posto, rimane fuori a chiacchierare. Damilano fa capolino un paio di volte dalle quinte con la faccia di uno che si sta chiedendo: ma che sta succedendo? Perché questi non si siedono? Ma che stanno facendo? Il teatro ha una sua liturgia e noi, essendone stati privati per oltre mezzo secolo, forse l’abbiamo dimenticata, così come abbiamo dimenticato il ruolo della politica, che era orizzonte, senso collettivo e speranza ed è diventata pressapochismo, selfie e focolaio di paure e rabbie represse.
Foto di Dante Rapisarda.
Compito in Classe
Italia come Salvini: scuote le coscienze dell’opinione pubblica il tema che un giovane alunno siracusano ha dedicato al primo cittadino.
Venerdì 9 novembre
“Un coppo di culo picchì me la stava caliando”
Aieri matina vinni a scola u sintaco, una persona che o sempre voluto incontrare. U visti na vota sula, caminava ca bicicletta e Cammelo, me cucino, ci vuleva tirare na gran pallunata. Iu ci rissi, statti femmu, è il mio itolo. Il Sintaco Italia è un picciotto iautu, bello e gentile: dopo Cristiano Ronaddo e Erri Potte, è u megghiu. Mi ho messo seduto a sentire che diceva e ad aspettare di fare un seffi. Dopu vinti minuti ancora parrava e iu mi stava scassannu a minchia, poi ha dittu: avanti, facemuni sti fotografie. Allora tutti i picciotti sana susutu e sana misu ravanti. Il mio cuore si e riempito di gioia quanto il Sintaco ha detto: prima facemu chiddi abbuddati. Allora ci luvai u telefono a Rizzo ra tezza B ca è n’testimichia e insieme a Cammelo e a ma niputi Debborah che è a prima media, ni ficimu a foto col Sintaco. Non ci potevo cretere! A comè ca Cammelo ci fici u crigno?








