Tag: turismo
Le tragedie Pitacoriche – Ifigenia in Aulin
Ifigenia in Aulin, 409 a.C.
Una disputa virtuale e senza esclusioni di colpi tra Oreste, un giovane medico ospedaliero e Ifigenia, una militante no vax, complottista e assetata di giustizia virtuale. Per confutare le tesi della medicina tradizionale e dimostrare la pericolosità dei farmaci, Ifigenia ingurgiterà in un colpo solo 2,8 kg di nimesulide, entrando in uno stato alterato di coscienza. Solo l’intervento del Deus ex machina farà in modo che, trasportata d’urgenza in ospedale, sarà proprio Oreste, con un tentativo disperato, a strapparla alla morte. Un anno dopo, il giovane medico, riceverà una citazione di Ifigenia con una esorbitante e immotivata richiesta di danaro per grave negligenza professionale.
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Le tragedie Pitacoriche – Tebe contro la Setta
Tebe contro la Setta, 443 a.C.
Esasperato da anni di citofonate alle otto del mattino e di opuscoli sullo spirito, sulla trinità e sulla salvezza, distribuiti da un gruppo di testimoni di Geova, il Sig Gerardo Tebe, pensionato della Borgata, borioso, collerico e irascibile, escogita un piano per vendicarsi di questi attacchi immotivati. In un turbinio di pernacchie al citofono, parolacce, bestemmie e gesti dell’ombrello, Tebe, convinto di avere il vero Dio dalla sua parte, annichilirà i suoi nemici e riuscirà a tenerli lontani dal suo condominio, diventandone a furor di popolo l’amministratore.
Le tragedie Pitacoriche – Le Noticiane
Le Noticiane, 467 a.C.
Con la riforma delle provincie e l’istituzione dei liberi consorzi, le mire dei comuni limitrofi sugli introiti turistici di Noto si fanno pressanti e la cittadina viene cancellata con un decreto regionale. Gli uomini si disperdono tra Rosolini ed Eloro, mentre le donne decidono di resistere e iniziano una lunga battaglia di carte bollate sfidando il nemico nel grande agone della giustizia amministrativa siciliana. Tra rinvii, sentenze contrastanti di Tar e Cga, oracoli e sacrifici di mandorla pizzuta, la Regione deciderà di inviare duecentomila forestali per assediare la città. È la fine. Pur di non cadere nelle grinfie dei forestali, le Noticiane, asserragliate a Palazzo Ducezio, si toglieranno la vita scagliando anatemi contro l’autonomia regionale.
Le tragedie Pitacoriche – Sebuccio
Sebuccio, 421 a.C.
La vendetta di Sebuccio, un giovane itachese che ha vissuto tutta la sua esistenza all’ombra di Ulisse. Sin dalle elementari, infatti, Sebuccio ha sofferto il confronto con l’ingegnoso amico che era dotato di una grafia chiara, leggeva senza interruzioni ed era scaltro nella prova del nove, mentre Sebuccio non riusciva a completare una intera paginetta di O. Esasperato da quelle che ha sempre considerato continue mortificazioni, nonostante Ulisse nutrisse per lui sincero affetto, Sebuccio consegnerà ai troiani i progetti del Cavallo di Troia e ne svelerà tutti i segreti. Memorabile la scena finale quando, osservando la cattura di Ulisse da parte dei soldati nemici, Sebuccio ghignerà tra se e se: “Accuffì t’anfigni, bastaddu”.
Aspettando che qualcuno che amiamo esca da Zara
Ci risiamo, il caos in città è impressionante: auto ovunque, doppie e triple file, posteggiatori abusivi, venditori abusivi, bancarelle, palloncini, tavolini e sedie spaiate. Sono tornato a casa, ho aperto la porta del bagno e dentro c’era una famiglia di turisti che cercava di posteggiare, di sbieco, una Citroen a noleggio. Sul parabrezza un foglietto: “Ospiti Casa Vacanze U Scogghiu”. La polemica sulla vivibilità è diventata ormai stucchevole ed inutile. Il male ha trionfato sul bene imponendo confusione, sciatteria e maleducazione. Un terribile zibaldone di PM10 e fritti misti in olio esausto. Le altre città si muovono dinamiche verso il futuro, mentre noi, restiamo fermi in coda al passeggio Adorno o parcheggiati con le quattro frecce in corso Matteotti, aspettando che qualcuno che amiamo esca da Zara…
Cash
Il ritorno del foglietto volante
In epoca di burocrazie mastodontiche e informatizzazione esasperata e deludente, il foglietto volante scritto a penna continua ad esercitare un fascino senza tempo. Impone autorevolezza ma contemporaneamente richiede fiducia. Anonimo o nella versione con firma autografa in calce, esso rappresenta l’ultima reminiscenza di una società fondata sull’etica e allo stesso tempo, il germe che la distrugge…









