La Settimana Pitacorica 1 ottobre

Differenzio ergo sum

14433086_2108866906006067_861306793473480232_nÈ partita la sperimentazione!!! Basta sacchetti per casa, basta ingombri..
Al via l’efficientissimo sistema di raccolta differenziata Porta a Porta Smart 2.0 d’amare! Con Porta a Porta Smart 2.0 damare, l’utente resta comodamente seduto sul divano perché è il cassonetto che pensa a tutto: viene direttamente sotto a casa, citofona e raccoglie la plastica…

Stato di calamità cerebrale 

14433020_2109596819266409_4206956398570759684_nVendo Canale di gronda ottimo stato o scambio con materasso memory foam, vergognami assai ma necessito soldi droga…

Le inutili provocazioni di Archimete Pitacorico – Referendum

Se nel ‘47 ci fosse stato Facebook, leggendo le vostre minchiate, col cazzo che i padri costituenti avrebbero garantito il suffragio universale…

– Allora onorevoli, oggi al voto gli articoli 56 e 58 per l’introduzione del suffragio universale… mah, non è iscritto a parlare nessuno! Onorevole Togliatti, Onorevole Terracini, Onorevole Iotti?

– Manco morti.

– Ma che state dicendo??? Onorevole De Gasperi, Onorevole Moro…14523248_2112424852316939_6745799187459078640_n

– Che Dio ce ne scampi.

– Ma come??? Einaudi, La Malfa, Nenni, ma che sta succedendo?

– Ma che spacchio ce ne fotte, stralciamo ‘sti articoli pi faùri.

Al Bar

Cosa voterai al Referendum di dicembre? 

– No convinto. Temo una deriva antidemocratica e dittatoriale.

– Politico preferito?

– Vladimir Putin.

Le grandi Opere

Prima del Ponte sullo Stretto urge quello per collegare Ortigia all’Isola dei cani!!!

Gli Aforismi Pitacorici
14462912_2110950282464396_8958737472975039253_nIl siracusano (spesso su SUV) che bloccando il traffico, pretende di fare l’inversione ad U in Corso Gelone o in Viale Teracati, ha sempre una sigaretta in una mano e un cellulare nell’altra…

Indici economici

La TARI più alta d’Italia compensata dai prezzi irrisori di calia e simenza!!!

La Top Ten dei commenti sulle indagini al Vermexio

Le indagini della magistratura hanno scatenato l’opinione pubblica. L’intellighenzia aretusea, sui social, da sfoggio di grande competenza, equilibrio, garantismo e colpi al cerchio e alla botte (non si sa mai). Navigare di forum in forum è un’esperienza surreale che arricchisci l’uomo e fiacca lo spirito. Archiemete Pitacorico ha selezionato i commenti più autorevoli e più cliccati dai siracusani:

palazzovermexio– Magistratura 1 – Porci 0

 

– Se continua ri stu passo attaccanu macari a S. Lucia

 

– Il Sindaco se li a scelti bene ha questi truffatori…

 

– Ma chi spacchiu è sta Zuivana?

 

– Si futtunu i soddi e spatti sti cunnuti nun paianu me soggiro all’Igm. U 29 ce u sciopero mi raccomando

 

– Basta buonismo ci vuole la pena di morte minimo

 

– Ata ghittari sancu! Iu minni stai iennu a Gemmania cunnuti e sbirri

 

– U chiù pulito è Bonafede

 

– Ano restituire tutti i soldi e i pensioni

 

– Se i lassanu fari chisti macari a nuautri si manciunu…

Per le traduzioni, vedere i commenti in basso.

Unioni Civili, avanti piano piano però…

L’Italia ha una legge sulle unioni civili. Cioè ora va alla Camera, poi ritornerà al Senato per il voto definitivo. Sarà modificata? Non possiamo saperlo. Ovviamente si doveva fare meglio, ma questa legge rappresenta comunque un passo avanti. Sarà banale, ma sono convinto che sei è meglio di zero e che il compito della politica è quello di portare a casa il risultato migliore possibile in un determinato contesto. Purtroppo il contesto di cui parliamo è terribile e questa politica sembra dimenticare il suo compito. Il Senato della Repubblica dovrebbe essere istituzione altissima, frequentato da grandi personalità, da uomini e donne con uno sguardo vivo sulla realtà, sulla storia, sul futuro di una Nazione, invece lascia proprio a desiderare. Si parte dal ciarpame becero di Lega e Forza Italia, si passa dai cattoimpresentabili di Ncd, fino ad arrivare agli love-is-love-672x372inutili 5 Stelle e al tremendo PD. Una carrellata della morte civile, un campionario puntuale e dettagliato della società italiana dove nessuno studia, pochi capiscono, ma tutti parlano a vanvera e portano avanti interessi minuscoli e meschini come le loro coscienze o giganteschi e sporchi come il loro ego. Ho ancora nelle orecchie gli strafalcioni linguistici e fonetici di questi signori incapaci di pronunciare stepchild adoption, che blaterano inesattezze su uteri in affitto, su famiglie tradizionali, su etica, moralità e contro natura. Sono gli stessi che hanno sancito che Ruby era la nipote di Mubarak e sono ancora qui, sono stati pure rieletti. La polemica PD vs 5 Stelle lascia ormai il tempo che trova. I supporter dei due schieramenti hanno mostrato il peggio di loro sui social network, nessuno ammette errori, nessuno fa mai autocritica. Vige la contrapposizione bene assoluto contro male assoluto perché a niente sono valsi secoli e secoli di pensiero critico, dal dubbio cartesiano a Karl Popper. Il PD, se ancora ce ne fosse bisogno, ha mostrato la sua pochezza e debolezza, spaccato dalla libertà di coscienza dei bigotti cattolici e dalle interminabili lotte intestine che, come nella sua grande tradizione, non servono a nulla se non ad assestarsi meglio su poltrone e strapuntini e mortificare quel poco di buono che viene fatto (la caduta del Governo Prodi insegna). Il Movimento 5 Stelle dimostra ancora una volta di essere lì per gioco, di trovarsi più a suo agio su Facebook che nelle istituzioni. Grida ancora vendetta quella mortificante e penosa diretta streaming delle consultazioni tra Bersani, Lombardi e Vito Crimi. Ogni volta che avrebbero potuto fare qualcosa, ogni volta che sono stati ago della bilancia e che avrebbero veramente potuto incidere sul sistema si sono tirati indietro. Comandati a bacchetta dalla Casaleggio Associati e rintanati dietro una purezza che perdono giorno dopo giorno con dichiarazioni da politici scafati e maliziosi e con i guai – inevitabili per chi amministra e deve fare i conti con la realtà – delle loro amministrazioni. Alla fine sono tutti contenti: il Pd porta a casa un legge monca e non scontenta gli alleati impresentabili, il Governo si appunta una stelletta, quelli di Ncd possono gongolare e farsi belli nelle sagrestie e il Movimento 5 Stelle è riuscito un’altra volta a non sporcarsi le mani ed a non concludere niente e può puntare il dito contro i pidioti e gli accordi con Verdini per la gioia degli esagitati sui social network.

In questo sconsolante scenario siamo arrivati ad un provvedimento peggiore di quello originale ma che rappresenta comunque un passo in avanti dopo decenni di chiacchiere su Pacs e Dico penosamente abbandonate. Lo so, è terribile pensare che uno Stato possa sancire con una legge l’ineguaglianza, l’inferiorità di alcuni cittadini e dei loro figli rispetto ad altri, ma questi sono i nostri rappresentanti e questi i numeri del Senato. Però non si può negare che qualcosa si porta a casa. Ultimi in Europa, finalmente si legittima giuridicamente un rapporto tra persone dello stesso sesso, si riconoscono diritti prima non riconosciuti: dal cognome all’obbligo di assistenza morale e materiale; dalla reversibilità della pensione (pare si siano dimenticati le casse professionali), al diritto di assistenza e di accesso alle informazioni personali in caso di malattia e tante altre piccole conquiste civili che miglioreranno la vita di milioni di cittadini. Fermo restando che l’obbligo di fedeltà è una questione che non sposta niente, seppur si possa ritenere offensiva, il punto dolente rimane quello dell’adozione del figlio del partner che viene stralciata dalla legge lasciando però maggior margine di manovra ai giudici. Il tribunale di Roma lasciando ben sperare si è già espresso così: “L’adozione “in casi particolari” ex art. 44, comma 1 lett. d) l. 184/1983 può essere disposta a favore del convivente omosessuale del genitore dell’adottando, quando essa risponde al superiore interesse del minore e garantisce la copertura giuridica di una situazione già esistente da anni, che nulla ha di diverso rispetto ad un vero e proprio vincolo genitoriale”.

La battaglia per i diritti civili non può e non deve finire qui, si è già parlato di un intervento del legislatore per una legge ad hoc sulla stepchild adoption, staremo a vedere. Certo, con questi figuri seduti su quegli scranni sarà difficile, ma del resto, nessuna conquista epocale, nessuna battaglia per affermare i diritti è mai stata semplice. Troppi gli ottusi, troppi gli scaltri. A chi ci crede ancora, il compito di riportare la politica a superare i suoi limiti ed a legiferare per i pieni diritti di tutti i cittadini senza discriminazioni, che poi, senza andare troppo lontano, basterebbe ricordarsi di chi, sessantotto anni fa, inserì nella Costituzione della Repubblica Italiana l’Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. A leggerlo sembra stupendo…

Benvenuta Sinistra Italiana

Da un’idea di Stefano Fassina, presentata anche in città Sinistra Italiana, il nuovo movimento/partito che mira ad un dirompente 2,4%.

In esclusiva per Archimete Pitacorico il manifesto programmatico:

12699301_10207484326320638_984786164_oTarapia tapioco. Prematura la riforma costituzionale o scherziamo! No, mi permetta. No, io; eh scusi noi siamo politica attiva. Come se fosse antani anche per il PD soltanto in due, oppure in quattro anche fare sintesi e visione progettuale con cofandina; come Italicum, per esempio.

No, aspetti, mi porga il dibattito politico, ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi; lo vede il dibattito? Lo vede che stuzzica, che prematura anche. Ma allora io le potrei dire anche per il rispetto per l’autorità che anche soltanto le due cose come vicesindaco e sindaco inadeguati.

Sull’Inda per esempio, attenzione! No, attenzione, antani secondo l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, abbia pazienza, sennò, posterdati, per consigliere delegato, anche un pochino Lanza Tomasi in procura…

Senza contare che la supercazzola prematurata, ha perso i contatti col terapia tapioca in funzione di salvaguardia ambientale. Sbiliguda o no,  sviluppo e lavoro al centro dello scappellamento a sinistra.

 

Photo: Siracusa-online.it

L’insostenibile leggerezza dell’Ici

Varcata la soglia dell’ufficio si è investiti da un vociare indifferenziato di utenti che si fomentano tra di loro, maledicono il prossimo e scagliano anatemi contro l’amministrazione comunale, le tasse, “i bullette” e tutto l’indotto. Ci sono anche persone civili ovviamente, si riconoscono perché non urlano e sono sedute o appoggiate lungo il perimetro del muro in attesa del loro turno. Il distributore dei numeri è preso di mira da un’orda assatanata di contribuenti che preme contemporaneamente tutti i pulsanti disponibili accaparrandosi così decine di biglietti Tasi, Tari, Tarsu, Imu… tutto, generando file, confusione e una terribile tensione nell’aria. Per fortuna un impiegato raggiunge con regolarità la sala d’aspetto per calmare i più scalmanati, dà consigli su quale numero prendere, e smista alcuni utenti ai piani alti per “consulenze” più complicate. Parto dalla premessa che per gli impiegati, avere a che fare tutti i giorni con persone che urlano, che non capiscono un cazzo e che si impuntano su fantomatiche norme che non hanno riscontro nella legge italiana, sia frustrante e molto impegnativo. Sono altresì convinto che per quanto scalmanati ed ignoranti, queste persone sono pur sempre degli utenti di un ufficio pubblico che dovrebbe essere, non dico accogliente come uno di Merano, ma quantomeno dignitoso. Perché in un contesto degno, anche i peggiori tendono a darsi una calmata. Questo invece è buio, con file di sedie fatiscenti, sporche, distrutte. Una location da “I guerrieri della notte”, con tanto di luce al neon intermittente.

Prendo il numero, ci sono 14 persone prima di me, ma è un conteggio fasullo. I numeri scorrono veloci perché sono stati presi a casaccio un po’ da tutti, ma alla fine, quelli che devono rivolgersi al mio sportello sono davvero pochi.

Non entro nel merito dell’incontro-scontro con il dipendente pubblico, ma sin dall’inizio ho percepito un irritante preconcetto nei miei confronti. Ho capito che questi dipendenti in trincea, costretti a fronteggiare orde di barbari in una guerra di logoramento come sul Piave, tendono a non ascoltare ed a mettere subito le mani avanti. A differenza di molti, non ero lì per urlare “a chi spacchiu siti” o “ma secunnu lei avissi a paiari sta bulletta? E cu quali soddi?”, ma volevo sincerarmi che il regolamento ICI – che avevo preventivamente scaricato dal sito del Comune di Siracusa – fosse stato applicato al mio caso.

Non c’è stato verso. Prima mi è stato detto che non capivo niente – particolare in generale abbastanza veritiero quando si tratta di tributi, ma nello specifico avevo studiato tre giorni e come per l’interrogazione al liceo, mi sentivo non dico preparato, ma pronto a strappare una gratificante sufficienza – poi, che il regolamento a cui mi riferivo non esisteva. Ho declamato passi del testo in questione come un profeta apocrifo, ho cambiato strategia e assunto i toni del maestro Perboni del Libro Cuore, ma niente. Non riuscivo ad ottenere alcuna risposta, il tempo passava ed entrambi ci innervosivamo per una incomunicabilità totale, come se lui fosse stato un padre pellegrino sceso dal Mayflower e io un indiano d’America in mutande di pelle di daino e dedito alla pesca con lancia.

Per uscire dallo stallo ho fatto una seconda domanda inerente alla faccenda, il mio piano B. Non l’avessi mai fatto. Confusione, sudori freddi, accuse, date sbagliate, sguardi torvi, indirizzi di residenza sbagliati, mani che maltrattano tastiere di PC, persino città sbagliate, ma nessuna risposta certa. Scopro che nel 2013 mi sarebbe stato notificato un avviso di pagamento ma per sapere dove, devo fare una richiesta scritta. Chiedo il modulo e compilo il form. L’impiegato ribadisce che non capisco niente e che non devo scrivere il numero della cartella in mio possesso ma quello dell’avviso che non ho mai ricevuto. Gli faccio notare che la lingua italiana, a differenza del regolamento ICI, è codificata e non si può interpretare sommariamente.

Apriti cielo, la mia considerazione sull’italiano l’ha fatto andare su tutte le furie. Si alza e se ne va imprecando, mi lascia lì allo sportello, incredulo e incazzatissimo. Purtroppo la mia siracusanità ha preso il sopravvento e accecato dall’ira, l’ho raggiunto chiedendogli il nome e millantando che avrei riferito al suo superiore, all’assessore al ramo, al sindaco, alla deputazione di Santa Lucia, al Gabibbo e ad altri potenti, di questo increscioso episodio. Mi sono vergognato come un tesserato PD in un forum di fanatici a cinque stelle per questa triste, modesta e mediocre reazione, ma ormai avevo perso le staffe. Si possono comprendere tutte le variabili: ambientali, culturali, antropologiche, sociali. Le difficoltà di comunicazione e le giornate storte; i nervosismi personali e le frustrazioni di una vita, ma che un dipendente pubblico molli tutto e se ne vada lasciandoti allo sportello per me è inconcepibile. Mentre raccoglievo le mie cose per andare via ho pensato a tribunali intasati da miriadi di stronzate, a Commissioni tributarie con calendari così ingolfati da andare ben oltre le più nefaste previsioni di Nostradamus e alle responsabilità degli uffici pubblici che concorrono a generare tutto questo e mi sono detto che forse non tutti possono fare il front office.

Uscito dall’edificio ho ritrovato l’impiegato che mi invitava a portargli davanti tutti i potenti che avevo citato e che ci avrebbe pensato lui a sistemarli per bene.

Volentieri – gli ho risposto sarcastico – mi ripete il suo nome?

Ma o’fanculo va – ha chiosato rientrando in ufficio.

Poi sono tornato a casa.

Io sciopero contro la “Buona Scuola”, voi ripassatevi l’educazione fisica…

È arrivato il giorno dello sciopero contro la “Buona Scuola” di Renzi. Del resto, mai nome fu più foriero di maledizioni, improperi ed anatemi, per una riforma che nel bene o nel male coinvolge milioni di persone tra docenti, alunni, dirigenti e personale vario che si riconosce sotto sigle e acronimi sempre più lunghi. bianca4Cosa prevarrà stavolta? La presunta inconcludenza del governo, incapace di strutturare una riforma efficace, come accusa una metà del mondo scolastico o il mantenimento di uno status quo che ha ridotto la scuola italiana ad una beffa, penalizzando docenti motivati ed alunni?

Questa riforma ha aspetti sicuramente positivi (immissioni in ruolo dei precari, maggior peso del collegio dei docenti, definizione dell’autonomia scolastica attesa da vent’anni e che dovrebbe comportare l’incremento delle risorse destinate alla scuola, obbligatorietà della formazione dei docenti) ed alcuni molto controversi (preside sceriffo ed albi territoriali per le chiamate degli insegnanti). Quindi che fare? Da che parte schierarsi? Confusione. Quello che so è che la scuola italiana è in emergenza e ha smarrito la sua strada: pochi fondi, bistrattata dai governi ed umiliata da insegnati mediocri ma intoccabili e da dirigenti con manie di grandezza (il mio, come la Marina Ripa di Meana, stampò un libercolo dal titolo “I miei primi quarant’anni” con biografia dettagliata e scatti dall’album di famiglia). Credo si possa discutere su tutto ma non sull’imprescindibile assetto meritocratico che questa riforma vuole dare alla scuola italiana. Non riesco a spiegarmi per quale motivo un docente valido, aggiornato, motivato, fiero del suo lavoro e capace di istaurare un legame profondo con la sua classe debba essere considerato alla stregua del suo collega che si è arreso non appena entrato di ruolo. Che sia il preside a stabilire quale insegnante è più meritevole non mi importa, a patto però che ci sia un organismo al di sopra del dirigente che giudichi anche il suo operato. Acquisire un diritto comporta anche l’assunzione di responsabilità. Per questo mi disgusta sapere che ci sono dipendenti statali che percepiscono e percepiranno per sempre uno stipendio senza fare nulla, senza essere mai valutati e che adesso, dopo anni di latrocinio, scendono in piazza per protestare. Un po’ di dignità per favore, il vostro è uno scandaloso privilegio, rendetevene conto.

Così mi sono chiesto se i miei insegnati del liceo (alcuni oramai in pensione) sciopereranno o avrebbero scioperato, che cosa ne pensano quelli che ho stimato e che stimo ancora e cosa tutti gli altri: quelli annoiati, quelli svuotati dentro, fedeli lettori di settimanali patinati e profondi conoscitori delle vicende di Padre Pio e dei drammi dei principini William e Henry di Windsor dopo la prematura scomparsa di Lady D.

Che farà L.? Sciopererà o preferirà andare al mercato a comprare il pesce, saltando la prima ora e lasciando la classe scoperta come sempre? E la F.? Terrorizzata com’era da qualsiasi forma di progresso – perfino dalla matita portamine che rappresentava per lei un salto tecnologico di duemila anni – farà il corteo o si terrà al di qua della strada ferrata, limite massimo e colonna d’Ercole del suo mondo? E Z.? No lui no. Era un brav’uomo, ma era pavido. Una volta ad una mia domanda sulla letteratura del ‘900 mi rispose che non era sicuro che i programmi ministeriali permettessero l’insegnamento di Pasolini. Lui al massimo avrebbe indossato una fascia bianca al braccio e avrebbe proclamato il suo personale sciopero giapponese continuando ad insegnare. E quell’incredibile personaggio di I.? Così annoiato da avere sviluppato la prima forma conosciuta di anemia megaloblastica da insegnamento. Già me lo vedo mentre entra in classe, passo sbiascicato, uno sguardo annoiato agli alunni, lancio da 5 cm de “La Sicilia” sulla cattedra, crollo sulla sedia, sospirone, apertura registro, compilazione scartoffie, a volte appello (anche durante 4/5 ora) per perdere tempo, pausa riflessione e poi con voce flebile:

– domani c’è lo sciopero contro la “Buona Scuola” quindi oggi non facciamo niente… che avete dopo?

– Educazione fisica, professore.

– E ripassatevi l’educazione fisica… ah (sbuffo)

La potenza è nulla senza ignoranza

Quello che colpisce dell’elezione del Capo dello Stato è, come al solito, la gigantesca, proverbiale, incredibile ignoranza che ci permea. Spocchiosi, volgari, abbiamo la capacità di parlare a vanvera su tutto e su tutti. Zero dubbi e mille certezze, almeno sui social. Un discutibile sito aggregatore di notizie, pubblica una foto con Ciampi, Scalfaro, Napolitano e Cossiga e ci scrive sopra: “Il Presidente della Repubblica deve essere eletto dai cittadini! Condividi se sei d’accordo”.
Ora, la richiesta è certamente legittima e sostenuta anche da forze politiche e parte dell’opinione pubblica, ma l’utente medio non si pone il problema della riforma costituzionale, no, lui vuole tutto e subito. La sfiducia per le istituzioni del resto è totale. Certo, molti utenti che gridano alla rivoluzione, non emettono uno scontrino fiscale dalla fine del mandato di Ciampi o hanno votato per 20 anni e lo rivoteranno, lo stesso personaggio con un casellario giudiziario con tante pagine che neanche i capolavori dei romanzieri russi del XIX secolo, ma la solfa non cambia. Il popolo è tagliato fuori dalle decisioni. Allora, diamo spazio al popolo.
Per voi, una accurata selezione delle principali tesi estrapolate con metodo scientifico dai commenti al post di cui sopra. Buon divertimento.

Non mi passa nemmeno per la testa a che serve un Presidente della Repubblica quando a governare è sempre il padrone cioè Berlusconi?

Certo si può fare ma dovremmo scendere in piazza tutto il popolo di Italiani se veramente lo siamo

– Bastardi Vaffanculo

– Il popolo elegge solo la beata minchiaaaaaaaaa. al resto ci pensano i ladroni del colle.

– Certo il popolo e sovrano e lo dovremmo votare noi

– Sicuramente violeranno ulteriormente la costituzione tanto nessuno gli farà niente a questi fuorilegge tanto ci sono abituati

– Nei paesi civili il popolo sceglie il Presidente che tristezza Italia !!! siamo peggio dei negri

– Dov’è il popolo sovrano? i politici lo hanno dimenticato, è giusto che il presidente della repubblica dobbiamo essere noi cittadini a nominarlo

– Certo che dovrebbero sceglierlo i cittadini a noi serviamo solo x le votazioni x il resto siamo niente , x noi potrebbero MORIRE TUTTI QUELLI CHE CI GOVERNANO E QUELLI CHE HANNO GOVERNATO  

– Certo che si come fanno in america nn dai soliti pagliacci della sinistra

– Sarebbe ora…!!!! Arriviamo sempre ultimi rispetto agli altri Stati….!!!!

– Tutti e quattro non hanno combinato niulla di buono, vorrei non fossero mai passati per la presidenza della Repubblica. Portate avanti uno che proponga un programma per il popolo e se merita sarà eletto, ma da NOI e non dai politici!

Chiudo questa carrellata con il Sig. Luciano che scrive: Ma la costituzione non lo prevede

Gli insulti metteteli voi…