Usa e abUsa, impietosi confronti e shock emotivi

Vivendo ad Ortigia, nella giungla del parcheggio selvaggio e nella totale assenza di regole e controlli (se non per le multe a sprovveduti turisti del nord Europa, talmente allampanati e spiazzati dalla bellezza di quel lungomare da non leggere o interpretare neanche i cartelli di divieto) subisco sempre uno shock emotivo quando mi reco all’estero. Il ritorno poi, impone sempre confronti impietosi. Della provincia americana mi porterò dietro tre cose. La prima riguarda il parcheggio. Qui da noi, anche in presenza di stalli (spesso thumb_IMG_8586_1024tracciati con inchiostro simpatico) che delimitano gli spazi, parcheggiare è quasi sempre una prova di ingegno, un tentativo azzardato, una scommessa. “Aspetta, aspetta, fossi ca ci trasu” oppure “scinni, scinni, fammi fari a manovra” e ancora “iu a lassu misa accussì, in diagonale, num’antaressa”. Lì no. Se c’è uno stallo libero c’è un parcheggio per te. E non è questione di grandezza di auto perché da quelle parti, gli stalli sono disegnati sull’asfalto per contenere anche il più gigantesco dei pick-up, è che tutti, dalla casalinga con la jeep al malacarne con la Mustang convertibile, parcheggiano rispettando le regole.

La seconda cosa riguarda gli uffici del turismo dei piccoli centri. Strutture imponenti, organizzatissime, zeppe di materiale informativo su alloggi, ristorazione, svaghi, servizi, escursioni, tutto. A capo, di solito, delle nonnine volontarie: sorridenti, preparatissime, gentilissime, in divisa. Hanno da mostrarti solo due fari, un promontorio e una chiesa paragonabile a quella di Bosco Minniti ma che per loro ha un valore architettonico inestimabile. Svolgono il loro volontariato come se ne dipendessero le sorti del mondo. Da noi, se ti va bene, c’è un custode in borghese, annoiato, che cerca di spiegarti usando verbi all’infinito (non sapere, potere, andare) che le piantine di Ortigia sono terminate e che si, c’è una navetta per la zona archeologica, ma non ci sono orari ufficiali.

L’ultima cosa è l’etica del lavoro. Tutti, dal manager all’inserviente dei bagni, svolgono il proprio lavoro con zelo. Non li vedi sbracati con i colleghi, non li vedi fuori a fumare, e se si lamentano della propria condizione sicuramente non lo fanno nelle ore di lavoro e non te lo danno a vedere. Perché lì, come mi ha spiegato un amico americano, l’etica del lavoro è tutto. Se non dai il massimo, se non ti impegni, prima vieni emarginato dal tuo team, poi, sei fuori. E la cosa vale ancora di più se lavori nel settore pubblico.

Il fatto è che hai trascorso due settimane in un luogo civile e ti sei arrovellato sul perché dalle tue parti non possa funzionare così. Le strade sono pulite, le aiuole curate, i ristoranti hanno dehors educati, i negozianti sono gentili e ti chiedono come va, la gente dispensa sorrisi per strada. Eppure anche da quelle parti hanno i loro problemi: la società americana è spietata, licenzia, sfratta e mette in galera con una semplicità disarmante. Nonostante gli Usa siano un Paese fondato su contraddizioni sconvolgenti, il senso civico è forte e ben radicato nella maggior parte della popolazione.

Si tratta dunque di un problema politico e amministrativo o di un profondo gap civile e culturale? Il populismo imperante tende ad accusare la politica come suprema causa di ogni male. Una tesi anche condivisibile, se si pensa alla terribile lentezza e all’incapacità con cui questa affronta i problemi e tenta di risolverli, ma che non prende in considerazione le responsabilità dei cittadini. Le strade sporche e la spazzatura gettata per terra, i parcheggiatori abusivi, i venditori abusivi, le guide turistiche abusive, i barcaioli abusivi, le auto in quinta fila, le lentezze e il menefreghismo degli uffici pubblici, il pesce fritto sulla Porta Spagnola, la mancanza cronica dei controlli, l’evasione fiscale, il malaffare generalizzato e i loschi sistemi politico-economici non potrebbero esistere senza la nostra complicità. Ci lamentiamo di tutto ma poi, quando qualcosa può cambiare il nostro gretto modo di vivere, siamo i primi a fare un passo indietro ed a lasciare tutto immutato. Viviamo in una società apatica e cinica che penalizza solo chi osserva le regole. La differenza è tutta qui, da noi si nicchia e si abbozza, lì ci si indigna e si pretende.

Abbiamo smarrito il senso di responsabilità civile che impone al ristoratore del Maine di non gettare nel cassonetto della piazza della cittadina, quarantacinque chili di carcasse di aragosta pur di liberarsene, ma di conservarle ed aspettare l’apposito ritiro, perché alla faccia degli stereotipi e degli ossimori, nella società della proprietà privata il bene comune è sacro.

Noi qui a riempirci la bocca con il Teatro Greco, gli spaghetti coi ricci, la granita di mandorla ed i consorzi pro turismo, continuiamo a gettare con disinteresse pacchi di Mabboro lait dal finestrino della macchina; loro, con il ketchup a colazione, i fettuccini salsa Alfredo si sono già organizzati, hanno raccolto quel pacchetto e sono sempre pronti a venderti il bel quadretto del sogno americano.

Il parcheggio de “El Cubano”, la meravigliosa danza del caos

Chi è stato in estate a Siracusa almeno una volta, deve esserselo chiesto: ma come funziona? Quali leggi della fisica lo regolano? Sto parlando del parcheggio de “El Cubano”, un luogo che ha spaventato persino la comunità scientifica internazionale, che pur di non rispondere a queste semplici domande e cambiare le sorti del mondo, ha preferito studiare il bosone di Higgs.

ingorgo-stradale-dell-automobile-18955907Sappiamo che l’automobilista siracusano anche quando è in possesso di regolare patente di guida, sconosce il significato dei cartelli stradali e li interpreta alla bisogna. Accelera se deve dare precedenza, frena quando dovrebbe impegnare l’incrocio; si confonde nelle rotatoie – che si ostina a chiamare “rotonte” – non segnala mai la svolta con la freccia, parcheggia in seconda fila e, se la strada è abbastanza stretta da creare disagi agli altri automobilisti, non disdegna la terza. Se ad un semaforo deve svoltare a sinistra, occuperà la corsia di destra e viceversa. Intervistato in maniera anonima, il 59% degli automobilisti ha dichiarato di credere nel Dio cristiano e di rifiutare categoricamente le altre religioni monoteiste e il codice della strada; il 15% confonde il codice della strada con la legge del Taglione; il 10% si definisce scettico e ritiene che il divieto di sosta non vada applicato a chi ha lasciato l’auto in uno stallo invalidi o davanti un passo carrabile, se il guidatore si è allontanato per prendere un caffè o acquistare sigarette e gratta e vinci; il 9% ha rinnovato almeno una volta l’assicurazione RCA; il 7% non sa, non risponde.

Questo scenario apocalittico genera il caos che viviamo quotidianamente in città. Ma come è possibile che gli stessi automobilisti generatori di caos, inseriti all’interno del parcheggio de “El Cubano” – un rettangolo di asfalto senza regole, senza stalli disegnati sull’asfalto, senza cartelli ne strisce divisorie – ne escano indenni e più facilmente che da un parcheggio con regole ferree? Il mistero è inspiegabile eppure tutto scorre senza intoppi.

Se si osserva con distacco, quello che viene fuori è una meravigliosa danza celestiale: le auto entrano ed escono cariche di vaschette di gelato, i caffè corretti scaldano gli stomaci dei guidatori e li aiutano nelle manovre più impensabili, i motociclisti defluiscono sicuri con una granita con brioches in una mano e il casco nell’altra. Tutto sembra essere regolato da leggi divine. All’interno di questo microcosmo, persino i turisti stranieri si lasciano trasportare dalla naturalezza del caos. Alcuni di loro, intervistati, hanno dichiarato di aver vissuto uno stato alterato di coscienza, come se qualcosa di sovrannaturale li avesse guidati a spingersi oltre, a sfiorare la Panda rossa e fermarsi di traverso davanti all’entrata del bar, consegnando quel gesto, all‘ineluttabile e commovente danza del caos.

Ansia della settimana 1 agosto

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Disclaimer: Evolution va in crash se si sottopongono foto di Cuperlo, Meloni, Faraone, Sibilia, Malignaggi, Rabbito, Lo Curzio ed altri…

 – 3) Sono svogliato, no problem solving, no ambizione. Faccio spesso errori di grammatica, mi lancio in improbabili coniugazioni di verbi transitivi, difetto nel calcolo semplice e nell’utilizzo di piattaforme informatiche, non sono avvezzo a word ed excel. Cerco posto dirigenziale in società partecipata o contratto tempo indeterminato pubblica amministrazione!

 – 4) Nella polemica tra hacker e utenti della pagina Facebook “Sei di Siracusa se (svariati puntini di sospensione e punti interrogativi)” tendo a schierarmi con i primi, quantomeno per il corretto utilizzo della lingua italiana. Una menzione speciale va però all’utente che dopo essersi schierato in difesa delle meraviglie della città aretusea e dell’accoglienza dei siracusani, ha commentato una provocatoria foto con un gruppo di Rom con la didascalia “sabato pomeriggio a Sr” con un netto: non ti permettere profuga di merda!!! sei una di loro!!!

 – 5) Il rapporto Svimez spiattella dati agghiaccianti ma non tiene in considerazione la crescita esponenziale del Gratta e Vinci quale indice economico del meridione. Restiamo in attesa del più meticoloso e condivisibile Schermata 2015-07-31 alle 12.13.34rapporto Sbizzer, che analizza la curva di crescita della carne di cavallo e garantisce una lettura più dettagliata della situazione economica. Per alcuni analisti, il dato della carne di cavallo incrociato con il consumo dei condimenti – in particolare ogghiurepipi, funchetti e sassaemayoness – smentirebbe Svimez evidenziando una situazione tutt’altro che disastrosa!!!

Pillirina 2.0

La vicenda Pillirina si è conclusa per il meglio, ma le minacce alla nostra costa non sono finite. Sono tanti gli imprenditori senza scrupoli che hanno mire sul nostro territorio ma sempre più cittadini si riscoprono ambientalisti e si organizzano in gruppi e fazioni per contrastarli!

Barone Louis Roderer. L’imprenditore svizzero ha messo gli occhi su un terreno fangoso sulla costa di Targia. L’appezzamento, che il piano regolatore destina a discarica sostanze stupefacenti, ha un minuscolo sbocco sul mare che inficia su una spiaggetta di 72 cm quadrati, dove è possibile stendere solo un telo per volta. Roderer ha intenzione di costruire un Hotel 7 stelle lusso. Scavate le fondamenta, centottantamilioni di miliardi di metri cubi di calcestruzzo daranno corpo al sogno del Barone: un super hotel post industriale che darà lavoro a 300mila siracusani e 169mila bagnini. Il gruppo ambientalista “Drogati di ambiente” oltre a puntare il dito contro lo scempio paesaggistico, chiede a gran voce l’intervento di Comune e Regione per non perdere una delle ultime calette dove ci si possa drogare in pace. Pronto il ricorso al Tar che ha già espresso un parere positivo per poi ritrattare.

Conte Bollinger. Ha acquisito per usucapione l’intero club “a Fanusa” che ha intenzione di demolire e ricostruire identico a prima ma con materiali più scadenti, massiccio utilizzo di cemento depotenziato e senza fognature allacciate alla rete. Il Nobile francese vuole internazionalizzare il contesto modificando il nome in “Le Club a Fanusà” e fare della nuova struttura, il faro per il turismo gay della provincia. Secca la presa di posizione della frangia di ambientalisti di estrema destra “Fanusa Pound” che oltre a puntare il dito contro lo scempio paesaggistico, attraverso il suo portavoce ha dichiarato un perentorio: “le famiglie alla Fanusa, i froci a Noto”. “Fanusa Pound” non crede nella giustizia amministrativa e vuole risolvere la faccenda alla vecchia maniera.

Arciduca Billecart-Salmon. Come recita il nome, è un grande appassionato di pesca sportiva al salmone che pratica con il tradizionale bastone in un bacino artificiale che si è fatto costruire a Wiltz, in Lussemburgo, estirpando una foresta secolare. Avendo decimato la popolazione di salmoni dell’intero nord Europa, Billecart-Salmon ha deciso di cambiare obiettivo e concentrarsi su mucco e scoppolaricchi. Ha acquistato, prima che venisse demolito, il ponte dei Calafatari che adesso vuole ricostruire e trasformare in una gigantesca diga. L’Arciduca è uomo di mondo e per tenere buona l’amministrazione comunale, ha promesso di intervenire anche sulla riqualificazione del Talete che vuole allagare periodicamente per creare l’ambiente ideale per la posa delle uova di pesce. Secco no dei comitati “Cavallo e natura” e “Posteggiatori verdi abusivi” che puntano il dito contro lo scempio paesaggistico e contro l’ottusa volontà di snaturare un tratto di costa da sempre adibito al commercio di carne di cavallo e all’estorsione sui parcheggi. Il Tar, per un vizio di forma, si è espresso in favore di Billecart-Salmon contestando agli ambientalisti di aver pagato il contributo unificato per l’istruzione della pratica esclusivamente con monete da 1 euro. Pronto il ricorso al CGA.

La Principessa Concy Carnemolla de Satihny. Ha ereditato la sua fortuna sposando sul letto di morte, il pluricentenario Principe de Satihny, grande mecenate di arte e persona d’immensa cultura con il debole per le semi analfabete con i seni prosperosi. La Principessa Concy Carnemolla de Satihny amministra il suo patrimonio affidandosi in tutto e per tutto a Totuccio, suo amante ed ex disoccupato con il pallino dei gratta e vinci. Totuccio l’ha convinta ad investire sull’acquisto del Castello Eurialo e a farne un centro benessere super lusso. In un turbinio di silenzi assenzi, di denunce a funzionari pubblici e di scoppi nei citofoni, il progetto è andato avanti sino alla posa della prima pietra, che è avvenuta nel corso di una cerimonia solenne a cui erano stati invitate tutte le teste coronate del pianeta, casate nobiliari e rampolli dell’alta società ma a cui ha partecipato solo la commessa di Kent. Il gruppo cattolico ambientalista “Dio non perdona”, capeggiato da Padre Birrica, ha puntato il dito contro lo scempio paesaggistico sottolineando la futilità e l’effimero dei centri benessere da sempre fautori della cultura dell’apparire, distante anni luce dalle sacre scritture. Il ricorso è stato presentato ma sia Totuccio sia la Principessa Carnemolla de Satihny continuano a cestinare le notifiche scambiandole per il canone Rai.

I Visconti Joseph e Laurent-Perrier. Imprenditori illuminati, fratelli, i visconti Joseph e Laurent Perrier si occupano da più di un decennio di eco-business, proponendo strategie per la salvaguardia dell’ambiente. Sono stati i primi ad investire sull’agri business, l’eco building, la green mobility e la messa a punto di soluzioni di illuminazioni a elevata efficienza energetica. Joseph e Laurent hanno scelto Siracusa per passare con le famiglie qualche giorno di vacanza e hanno rilevato una piccola casa al mare abbandonata ed in condizioni fatiscenti. Ristrutturata seconda le rigidissime regole del protocollo ecologico europeo Hal9000, i Perrier hanno creato un piccolo capolavoro ecosostenibile citato dalla stampa di settore e perfino in un articolo della Selvaggia Lucarelli. La cosa ha fatto andare su tutte le furie il Sig. Spinoccia, proprietario del villone di tre piani abusivo ed adiacente che ha sporto denuncia e fatto mettere i sigilli al cantiere. La nuova costruzione dei Perrier ha il limite di occludere allo Spinoccia la vista del negozio di alimentari all’angolo della strada. Inutili i tentativi di composizione bonaria. Il caso, per un cavillo, è passato al Giudice di pace che ha già rinviato al marzo 2022. I Perrier aspetteranno la fine del procedimento per vendere tutto e trasferirsi altrove.

Tipi da mucillagine

Impazza a Siracusa il caos mucillagine, bagnanti su tutte le furie, commissioni di inchiesta in Consiglio Comunale, trepidante attesa per i risultati dell’Arpa. Stagione a rischio o disagio passeggero? Un’analisi antropologica delle principali tipologie di bagnanti colpite dal fenomeno.

11059787_10155844706855430_3046815435947585394_nIl turista sprovveduto

Solitamente lo si riconosce dalla carnagione che varia dal bianco cadavere al crema chantilly, per virare bruscamente su spettri che vanno dal rosso Marte e al viola funebre dopo poche ore si esposizione al sole. Il turista sprovveduto è sempre ammirato dalle bellezze naturalistiche del luogo e dispensa sorrisi. Calza con nonchalance, enormi sandali, spesso con calzini bianchi, dimostrando una superiorità culturale inversamente proporzionale all’interesse per la moda. Provenendo il più delle volte da una nazione civile, è pronto a considerare qualsiasi forma di inciviltà come folklore locale e tradizione millenaria. Per questo motivo non si innervosisce neanche se Jonatha, 8 anni – figlio di Carmeluccia e Ancelo i vicini di telo – abbia deciso di riempirgli lo zaino con palate di sabbia misto sassi nel totale disinteresse dei genitori o che Francy e Rosy, le inseparabili amiche e compagne di classe del Quasimodo, bocciate anche quest’anno, ascoltino a tutto volume due canzoni diverse dai rispettivi smartphone, mentre commentano ad alta voce le numerosissime chat aperte su whatzapp. Il turista sprovveduto sembra vivere un sogno e si dimostra totalmente incurante della patina di schiuma che ricopre lo specchio di mare. Si tuffa, nuota pacioso a dorso, va sott’acqua e riemerge con grandi spruzzi di schiuma dalla bocca. Riguadagnata la riva e sciacquata via la patina giallastra dal corpo, si riveste e si dirige verso una trattoria che lo ripulirà per bene…

Il Complottista

Solitamente è un uomo con un età che varia dai 30 ai 58 anni. Prima di scendere in spiaggia ha già controllato su siti specializzati il meteo, la direzione del vento, condizione del mare, traffico in tempo reale. Spesso lo si riconosce perché utilizza come screensaver del suo smartphone un immagine di una scia chimica. Accortosi della condizione del mare, il Complottista inizia a documentare la situazione e a postare foto e prime impressioni sui social network, effettua rilievi con bottigliette di plastica, scuote la testa, a volte grida “allontanatevi, non immergetevi in acqua”, incrocia dati, mischia metodo empirico e superstizione, attacca bottone con gli altri bagnanti nel tentativo di trovare terreno fertile per le sue teorie apocalittiche. Il malcapitato che gli rivolgerà la parola sarà investito da un turbinio di teorie spaventose: dalle alghe aliene, fenomeno già registrato in Guatemala ma taciuto dai servizi segreti USA, al complotto plutocratico giudeomassonico; dallo stoccaggio all’interno del Castello Maniace di grandi quantitativi di fusti radioattivi provenienti dalla Russia e trasportati a bordo dei panfili dei miliardari, alla profezia Atzeca sulla morte del mare entro il ferragosto 2015.

La Sciarrina

Il 25% delle volte è un’insegnante, il 34% titolare di boutique, il 41% baby pensionata della Provincia. Per la Sciarrina il bagno a mare è un rito sacro e, a differenza del Turista Sprovveduto, è pronta a riprendere genitori di figli esagitati, sgridare ragazzine indisciplinate, vietare tuffi e giochi con racchettoni, negare persino autorizzazioni per il posizionamento di teli da mare nei pressi della sua postazione caratterizzata da cappellino, crema solare, balsamo capelli, romanzo o settimanale femminile, smartphone. Una volta accortasi della condizione del mare, la Sciarrina va su tutte le furie, posta la sua indignazione sui social network, chiama l’assessorato all’ambiente e si innervosisce perché il centralino non risponde, prova con i vigili urbani ma trova occupato, invia un sms al suo amico della Capitaneria di Porto e lo aggredisce con una sfilza di emoticon raccapriccianti quando scopre che non può aiutarla perché impegnato nel salvataggio di 300 profughi siriani, accusa la signora alla sua destra di aver contribuito al formarsi della schiuma con quella crema solare da due soldi, riprova a chiamare i Vigili Urbani, si scaglia contro l’uomo alla sua sinistra reo di aver mangiato tutte le patelle della zona alterando così l’ecosistema marino. Alla fine, dopo aver litigato con tutti, sfinita, raccoglie le sue cose e si allontana per la gioia degli altri bagnanti.

Il Bellimbusto

Caratterizzato dal marsupio o dal borsello che porta sempre con se, il Bellimbusto sfoggia pantaloncino da bagno fluo, canotta traforata con claim glitter, occhiale da sole a mascherina, collana con crocifisso scala 1:13 e, in base in base al quartiere di provenienza, infradito Havaianas con unghia incarnita o ciabattone Speedo con alluce valgo. Il Bellimbusto frequenta solarium e calette al solo scopo di conoscere turiste, possibilmente bionde. Dopo una ricognizione dall’alto, scelte le sue prede e parcheggiato lo scooterone sull’esiguo marciapiede, scende in spiaggia posizionandosi nei paraggi pronto ad intervenire. La sua tattica, in attesa del momento giusto per lanciarsi, e quella di catturare l’attenzione delle malcapitate attraverso finte telefonate che interpreta a voce alta. Gli argomenti delle finte conversazioni mettono in evidenza alcuni aspetti che dovrebbero richiamare l’attenzione delle turiste. “Non ci vato più a quel locale… (pausa)… lo so, lo so, ma che ti devo dire? Ma non si cestisce così, ma io quanto antavo a Rimini, a Milano Marittima era tutta un attra cosa”. Oppure: “Ancora tu? Mi dispiace Feterica ma è stato un errore, non ci dobbiamo più vedere. Torna con tuo marito. No, non devi lasciarlo per me, io non posso tarti serenità, lo sai, sono un pazzo e… (pausa) non piangere dai, si anche per me è stato bellissimo ma tu non devi pensare più a quella notte stupenda altrimenti ne puoi morire”. E ancora: “Ma ti rendi conto che sto ancora aspettando la Porsche? Due mesi mi stanno fanno aspettare. Ma cose di pazzi va, va. Senti per stasera, la mentuccia per i moito la devi comprare alla via Piave, vacci a nome mio che ti fa lo sconto… si, si, no, no ahaahahaha mi fai morire… ahahahah troppo forte, ma quanto ci divertiamo stasera? Ok, ok, ci vediamo topo… ah, Sebby, controlla se mi hanno arrivato le casse di sampagn”. Il Bellimbusto si accorge della schiuma in mare solo perché le turiste hanno deciso di andare via mandando all’aria i suoi piani. Si alza e si dirige verso la battigia, da un’occhiata e prima di andare via sentenzia “chissu quacchi porco ca scarica a fognatura a mari. Sicuro”. Due mesi dopo si scoprirà che la perdita fognaria proveniva dalla sua abitazione non sanata e già sottoposta a sequestro.

Foto by Emanuele Siracusa

http://www.emanuelesiracusa.com

Ansia della Settimana nr. 4

Siracusa, Cerimonia solenne per il decennale della scomparsa del trasporto pubblico!
Si terrà oggi alle 11:00 la cerimonia solenne per il decennale della scomparsa del trasporto pubblico a 11698570_1856329274593166_2479378813190809481_nSiracusa. Una piazza delle poste con bandiere a mezz’asta sarà lo sfondo per ricordare il trasporto pubblico che fu. Nel corso della cerimonia, alla quale parteciperanno le più alte cariche istituzionali e religiose, il Sindaco Garozzo donerà all’ultracentenario Sig. Giarracà, rappresentante dei pensionati siracusani, una targa commemorativa con l’incisione “Ordunque ciò che sgorgo all’orizzonte non è il numero 2” e riceverà in cambio “Sparatrappo” il leggendario titolo di viaggio stampato nel 1971, utilizzato per trent’anni dai pensionati organizzati e mai obliterato. “Sparatrappo” sarà esposto in una teca accanto alla Carrozza del Senato.

schiuma_ortigia_calarossa Siracusa, schiuma a Calarossa svelato il mistero!!!
Sospinta dalla risacca, la schiuma mucillaginosa avvistata lungo la riva della spiaggia di Calorossa aveva suscitato preoccupazione e indignazione dei bagnanti. Secondo i risultati dell’Arpa, ottenuti dal prelevamento di un campione, si tratterebbe di una sostanza innocua e confusa attribuibile ad una nuova corrente interna al PD!!!

crocetta-grandeCrisi in Regione

Chi palla ti malcoferno lo fa perchè tifente lociche ti malaffare e ti manciugghia. Il coverno reccionale non è per niente allo spanto e le fuoriuscite ti Caleca, Porsellino e Fancheri fanno inquatrate nell’ottica ti un sano e salutare afficentamento politico. Troppi poteri occutti tramano contro il crante operato e le politiche ti rinnofamento che ho sviluppato in questi tre anni e che continuerò a portare avanti per il pene tella Sicilia!!!

11692507_1858151331077627_1331238884193209586_nArriva la Norma

SiracusaConferenza stampa Norma di Bellini. Sarà una mega produzione! Stoccate al teatro greco 4 tonnellate di ricotta salata. Il regista: la mia opera una rivisitazione senza precedenti. Aggiungo un soffrittino con l’alicetta prima di friggere la melanzana!!!

L’Eschilo Pop di Ovadia

A me Le Supplici di Eschilo per la regia di Moni Ovadia è piaciuta tanto. Un’opera coinvolgente, dinamica, con musiche azzeccate, costumi stupendi e tematiche di grande attualità. Sarà che per me l’ultima rappresentazione della stagione ha sempre qualcosa di significativo, che spesso è più incisiva della prima stessa. Sarà perché si respira un’atmosfera più serena, come se chi doveva partecipare esclusivamente all’evento mondano, ha finalmente fatto posto ad un pubblico diverso, più attento, più IMG_7143interessato. Un pubblico normale, che rumoreggia per il ritardo accumulato, ma che poi si lascia conquistare completamente dalla forza evocativa di quei canti che catturano lo spettatore dal primo minuto e non lo lasciano più distrarre, anche al netto dei cali di tensione fisiologici in uno spettacolo di novanta minuti. Non me ne vogliano i puristi, i filologi veri o quelli con la terza media che mi avevano sconsigliato di vedere Le Supplici, ma io credo di aver assistito a uno spettacolo che ha mostrato un possibile futuro della rappresentazione classica. Non sto parlando di un modo corretto o di uno sbagliato di pensare una tragedia, ma di un modo diverso, rivoluzionario se volete. E nella diversità c’è sempre qualcosa da imparare. La scelta di rappresentare Eschilo mischiando siciliano e greco moderno, melodie tradizionali e balli etnici, rappresenta un’operazione di grande valore culturale ed artistico. Rileggere un classico e reinterpretarlo lasciando inalterato il significato e la poetica alla base non è un’operazione semplice, tanto più se lo si trasforma in una grande opera pop. Io mi sono emozionato come non mi accadeva da anni. Sicuramente, il motivo dell’accoglienza dei profughi, così come quello della violenza sulle donne, ha giocato un ruolo fondamentale nel generare emozioni così forti, ma in generale, quello che viene fuori è la forza drammatica delle tematiche che Eschilo, duemilacinquecento anni fa, ha piazzato nel suo testo. Democrazia, libertà, accoglienza, volontà del popolo sono sempre presenti, si fanno largo nella nostra coscienza, anche quando Pelasgo canta in greco e non dovremmo capirlo ma sappiamo benissimo cosa sta dicendo o quando, nel parapiglia della cattura delle supplici, l’unico punto di riferimento è la musica ed il suo incedere ostinato. Ben vengano interpretazioni di questo tipo, capaci di comunicare a tutti, di ridare luce a valori universali, di smuovere gli animi, di ricordarci da dove veniamo e quanto è stato travagliato il percorso della nostra civiltà che non può e non deve fermarsi al parcheggio in doppia fila per consumare una carne di cavallo e sbizzero, al gratta e vinci che ci cambia la vita ed alle ricariche telefoniche consumate inviando freneticamente emoticon dei quali ignoriamo il significato.

Consuetudini

“Prego” – disse porgendo al cassiere del bar una banconota da venti euro ed uno scontrino su cui erano segnati due caffè, ma ne ottenne in cambio solo uno sguardo attonito.

 

image“E che ci devo fare io con questi?” – replicò dopo una breve pausa il cassiere stizzito.

 

“Mi dispiace ma non ho spicci”

 

“Ma come glieli cambio io questi?”

 

“Guardi, non saprei. Trovi un modo” disse spazientito.

 

“Ma almeno mi dica se vuole due da dieci, quattro da cinque, se vuole moneta”

 

“No guardi, non ci siamo capiti, io devo pagare due caffè. Questo è lo scontrino che mi avete fatto voi”

 

– “Ah, mi scusi ma non l’avevo visto!!! Siccome non ne facciamo mai…”

 

– “E certo, capisco. E che vuole fare? Lo storniamo? Non vorrei averla messa in difficoltà”

 

– “No, ormai l’abbiamo fatto, pazienza…”

 

– “Mi scusi ancora per il disguido, se avessi saputo…”

 

– “Non si preoccupi, ogni tanto qualche scontrino lo dobbiamo fare. Ecco il suo resto”

 

– “Grazie mille e arrivederci”

 

– “Cammelo” – urlando rivolto al ragazzo del bar – “a prossima vota ca fai nu scontrino pi du cafè t’ammazzu!”.

Carmelo annuisce.

 

Fenomenologia ed eterno ritorno del vigile urbano in una città a vocazione turistica

Il vigile urbano alle prese con le richieste di chiarimento della turista inglese in merito alla rimozione della sua autovettura mostra tutta la sua fragilità. Dapprima utilizza, scandendolo con tono perentorio l’infinito, perché nell’immaginario questa forma verbale è il passepartout per tutti gli idiomi.

Aspettare preco, aspettare plis, uan moment, prima finire qui”.

10676398_10205092533582693_8074606812451449399_nPoi, rivolto alla collega, vira sul dialetto e quasi sottovoce bofocchia: “Mmm n’autra nglisa. Oggi è a tezza ca mi capita. Ma chi fici ri male iu?”.

Nglisi, insieme a russo e cinisi, forma le macrocategorie geopolitiche in uso a queste latitudini. Nglisi equivale genericamente all’Europa occidentale, Oceania ed America del Nord; con la macrocategoria Russo si intendono le popolazioni dell’Europa orientale ed in generale i biondi; con Cinisi, l’intera Asia.

Preco, parlare, dove posteggiare lei plis? Qui solo resident. Ottiggia”.

La turista cerca di spiegarsi, di farsi capire a gesti ma inevitabilmente la barriera linguistica è insormontabile. Il vigile urbano comincia a guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno che possa tradurre le istanze della signorina e facilitare la comprensione, ma la strada sembra un deserto. L’uomo sa di essere dalla parte della ragione ma allo stesso tempo percepisce l’angoscia della giovane turista che teme che la sua auto a noleggio possa essere stata rubata.

Allora deglutisce e si lancia: “Eschiusmi mister plis”. Indica la fila di auto parcheggiate alla sua destra, unisce la punta delle dita di una mano e muovendo il polso su e giù si esibisce in un trionfale: “Deris the car?”.

La malcapitata, con le ultime forze fa segno di no, cerca di dire qualche parola, per un istante sembra anche infastidita, ma lui la incalza: “Deris the car? Deris? Qui? A destra? A Left? Deris the car signorina? Se era qui ormai è stata rimossa e pottata a paccheggio, via Olivieri, Teatro greco, viale Teracati… lì vicino”, mimando con la mano la strada da fare a piedi.

La ragazza è confusa, non ha capito niente, saluta e imprecando sottovoce si allontana, presumibilmente verso il suo alloggio alla ricerca di qualcuno che possa farle capire. Il vigile urbano allarga le braccia dispiaciuto, avrebbe voluto aiutarla veramente, farle capire che trovandosi in zona rimozione la macchina è stata sicuramente rimossa e che avrebbe dovuto fare più attenzione. Si rivolge alla collega e vulnerabile dice: “Certo ca stu inglisi però navissimu nsignari…” e la collega, che ha assistito a tutta la scena senza intervenire, replica fatalista: “Oramai è troppo tardi chi ta nsignari…su i turisti c’avissiru a sapiri l’italiano”. I due stanno per risalire a bordo della loro auto quando un omaccione biondo si sbraccia per catturare la loro attenzione: “Excuse me officer”.

No! Macari u russo. Ma nun potti finiri sta iurnata…” .

Ansia della settimana

Nota stampa INDA

Parcheggiatore-2In una nota ai turisti stranieri la Fondazione Inda precisa che i bellimbusti con idioma siculo e abiti tipici (marsupio, t-shirt poliestere smanicata, scooter senza assicurazione) che chiedono denaro fuori dal Teatro Greco non appartengono al cast de Le Supplici ma sono di veri e propri posteggiatori abusivi.

 

Siracusa, Turisti vs autoctoni!

– Preco?

– Ciao, crazie. Uhm, Zwei cappuccino… und uno ice cream… Gelatta… Pistaccia… und… maybe a piece of walnut cake?

– ehm… Cassata?

-walnut cake

– ehm… Raviola ricotta?

– no… nut… mit noccioli…

– ah! Arachiti!!! Allora: due cappuccinen, un celato pistacchio e ci potto 2 nocciline…apposto, stanno arrivanto…

 

Bando Refezione Scolastica

Nel capitolato obbligo di panino maremonti (carne di cavallo e gamberetti) almeno tre volte a settimana!!! Si prevede un ribasso d’asta del 31% su sassa e mayonese. Sindacati sul piede di guerra: “il maremonti servito anche nella vaschetta o non se ne fa niente”… L’assessore: “sindacati scevri di tasting culture, ma la customer satisfaction e gli stakeholders sono dalla nostra parte e ci premiano in termini di accountability”…

 

Crociata anti-cash

– Sono quintici euri

– ok, ha il Pos?

– …

– il Pos, per il pagamento con carta di credito

– ah cetto, carta o bancomat?

– Bancomat va bene, grazie

– no, qui solo contanti. ce la faccio lo stesso la ricevuta?