Chiariamo una cosa

Chiariamo una cosa: il tuo senso civico è pari a zero, sei solito parcheggiare sulle strisce o davanti agli scivoli dei disabili, lavori in una partecipata grazie a una raccomandazione grande quanto una casa, hai bivaccato da un bar all’altro in orario lavorativo, hai sempre votato i peggiori, ti stai assicurando ingiustamente una pensione immeritata, non fai la differenziata e quando la fai conferisci i rifiuti a muzzo, hai mandato i tuoi figli a studiare fuori e li hai fatti tornare di corsa e gli hai permesso di andare in giro fottendosene di qualsiasi precauzione, non paghi il condominio da anni e manco le tasse che non ti trattengono in busta paga e hai anche la faccia tosta di puntare il dito contro la sanità pubblica che arranca e di voler combattere il sistema marcio. Ehi! Pss, te lo dico sottovoce: il sistema marcio sei tu. Di che diavolo vai blaterando?

Il virus dell’egoismo

Io stamattina nemmeno ci stavo pensando, volevo solo scaldarle il latte e godermi questo momento con mia figlia, ma il fatto è che ormai questa situazione, per quanto uno provi a gestirla nel migliore dei modi, crea molta apprensione e la cosa è stata evidente quando, alle cinque, con l’alba che ancora faceva fatica a venir fuori, ho sussurrato a Donatella: “a che ora deve mangiare la bambina?”. E lei, dal sonno, con una espressione corrucciata mi ha risposto: “ma perché non hanno fermato i treni che sono partiti ieri notte?”.

Già, perché? Non lo so, forse perché non si può fare. Forse perché bisognerebbe ricorrere a un coprifuoco militare che esaspererebbe ancora di più gli animi. Perché la gente quando ha paura vuole stare con la propria famiglia ed è una cosa naturale. Ma perché scappare così? Perché stiparsi su un treno, uno attaccato all’altra, facce, mani, aliti, saliva, contravvenendo alle più elementari regole che ci sono state imposte? Per una volta, cazzo, evitiamo di comportarci come un popolo di cialtroni e di irresponsabili, come quelli che non pagano le tasse ma pretendono la sanità gratuita. Sempre superficiali e vigliacchi, pronti a puntare il dito contro gli altri ma mai disposti ad assumerci una responsabilità. Vale per noi, vale per la nostra classe dirigente. La verità è che in Italia, in giro, c’è un virus peggiore che è quello dell’egoismo e della spittizza.

Ormai la cazzata è fatta, quindi, per favore, voi che provenite dalle zone rosse, auto imponetevi la quarantena. Quando arrivate a casa, mettetevi in contatto con le autorità sanitarie, non uscite, non incontrate persone, non andate al Pronto Soccorso, proteggete i vostri cari e le persone che vi stanno accanto. Se ancora non lo avete capito – e molti di voi sembrano non averlo capito per niente – c’è solo un modo per vincere questa battaglia contro il virus ed è attenersi scrupolosamente ai protocolli di sicurezza. Perché il virus colpisce senza distinzioni anche i furbi, gli ignoranti e gli strafottenti.

Epidemia, pandemia e Ginseng

Amico mio,

ma davvero te la sei presa perchè non ti ho stretto la mano e al supermercato non ti ho salutato con due baci? Vedi che non c’è niente di personale ma, come immagino tu sappia già, c’è in atto un’epidemia abbastanza seria che ha colpito tutto il mondo. Da queste parti, in Sicilia, ancora non è esplosa, ma è solo una fortunata coincidenza perchè i virus mica li puoi fermare facilmente, non c’è modo. Il virus per una natura è subdolo, un bastardo mutante e solo una cosa gli interessa fare: riprodursi all’interno delle nostre cellule. Del resto è un parassita, hai presente? Sono sicuro che vivendo qui, qualcuno lo conosci anche tu. In più è anche piuttosto smaliziato perchè ogni tanto muta, cambia e si evolve come un consigliere comunale impazzito e poi, minchia, vallo a riconoscere.

Se un virus influenzale ha una mutazione genetica, come nel caso di questo Coronavirus qua, due su tre ci scappa la pandemia e allora, per non peggiorare le cose, occorre attenersi a dei protocolli sanitari piuttosto semplici. Niente di trascendentale: lavarsi spesso le mani, distanza di sicurezza, evitare luoghi affollati e appunto, niente strette di mano e baci. Queste semplici regole, sommate a quelle che impongono di stare in casa se si avvertono sintomi influenzali, di non affollare i pronto soccorso ma di chiamare i numeri messi a disposizione dall’autorità, possono aiutare tantissimo a tenere circoscritto il contagio.

Non è più tempo di distinguo, di non ci credo, di stanno esagerando e sono tutte minchiate. C’è un problema e va risolto. Il Coronavirus non è una punizione divina né una condanna a morte, non è nemmeno The Walking Dead ma essendo il Covid-19 un virus nuovo, la popolazione mondiale non ha ancora anticorpi e non ha sviluppato vaccini. Non va demonizzato né sottovalutato, però, il fatto che si trasmette molto facilmente e colpisce con complicanze gravi le persone più anziane o gli immunodepressi, ci obbliga a prenderlo sul serio sia per tutelare queste persone, sia per non mettere sotto pressione un sistema sanitario claudicante.

Se Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, regioni all’avanguardia in termini di sanità stanno accusando il colpo, non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere qui in Sicilia, dove, se si escludono alcune eccellenze, la situazione ospedaliera è ai minimi termini. Non è il momento di buttarla in polemica evidenziando come la sanità sia stata mortificata e depredata negli ultimi trent’anni da una classe politica mediocre e indegna, è il momento di fare fronte comune, seguire le indicazioni delle autorità e sconfiggere questo bastardo di virus.

Tra quindici o venti giorni, quando presumibilmente il pericolo di contaggio sarà rientrato, torneremo a darci il cinque, ci abbracceremo, ci baceremo sulle guance e andremo a bere il caffè, seduti attorno ad un tavolino di plastica di un dehors abusivo del centro storico, riprenderemo i nostri discorsi appassionati e saremo uno di fronte all’altro, così vicini che a un certo punto ti dirò: “ma che è sta merda? Ti sei preso il ginseng? Con la cipollina? Ma che schifo!”.   

Uffici Comunali chiusi: debutta lo Smart Working

– Pronto Marietta, a liggiutu a ciccolare del Sintaco, l’hanno mantata ieri via emeil…

– Ciao Lucia, completamente!!! Io internet a casa manco l’haiu e l’email ma fici me figghiu ma poi se ne antato a stutiare fora e lassammo tutti cosi a tri tubbi. Che dice a ciccolare?

– Dice che praticamente gli uffici sono stati tutti lavati e sanificati…

– Biiii! Ci voleva u Coronavirus… capace ca ora u dirigente ni rice ca nun potemu manco fumare…

– Comunque, accuni uffici restano aperti, altri li chiutono. 

– E il nostro?

– Ancora non si è capito bene…

– E quinti chi fanu? Bloccano tutto u Comuni?

– No! Qua dice che seconto loro, avissimu a travagliare ra casa!!!

– Ma come ra casa!!! Ma stan’ababbiannu??? Ma poi unni? Na cucina… u sape u Sintaco ca ora come ora manco a stanzetta iaiu, picchì vinni a stare cà macari me soggira?

– Marietta, hai raggiuni, ma la ciccolare questo dice, aspetta ca ta leggiu… ehm… c’è scritto smat working, conference coll e claud…

– Ma chisti su Pazzi!!! Santa Lusciuzza Bedda!!! Mi sta venento u duluri i testa… ma chi è stu claun???

– Marietta, ma quale claun… è claud, è u sistema pi sabbari i documenti e poi i potemu viriri tutti.

– Ma ci vole u compiuter?

– Certo, per forza.

– Non si pò fare co telefonino, cu uotzappi?

– Dipente…

– Se si putissi travagghiari co telefonino fossi megghiu…

– E quanto ti deve costare… la ciccolare dice che ci dobbiamo pacare tutte cose noi…

– Spatti ama paiari nuautri!!!

– Fosse dopo ce li ridanno, tu per sì e pennò conservatilli i scontrini delle ricariche…

– Ma talè talè come ni finìu… Io accussì non me la firo. Lo sto dicento ora: se ci fanno lavorare da casa non faccio niente e poi due giorni mi pigghiu a malattia… a mia non m’anteressa.

– Però statti attenta Mariuccia che qua dice che attiveranno sistemi di verifica per l’ottimizzazione della produttività e per la misurazione e la valutazione della performance.

Sì a peffommanz… me la voglio vetere tutta… non cunchiurunu nenti quanto siamo all’ufficio… viri chi ponu fare quanto travagghiamu ra casa… 

Scuole chiuse, intervengono gli studenti

Ci ata pesso tempo a chiutere i scole e adesso vi assumete i responsabilità se qualche picciotto si ammala o ci piglia u coronavirus. Iavi du simane ca noi, stutenti dei scole superiori di Sarausa, stama ricennu ca è pericoloso. Nella nostra reattà non ci sono manco i pumman ca ni pottunu peri peri e tutti i picciotti ana ghiri iennu che mutura anche in invenno. Infatti semu tutti rifriddati e ca tussi e u catarru e sicuramente ci siamo ammisccati u virus macari che professori e i bidelli. I scole sono colaproti e ogni spiffero è tanto e fa trasiri u veleno. Spatte, i bagni sono sempre cuasti e nei rubinetti non ce l’acua per lavarisi i manu come dice la legge. Ora, dopo tutti i manifestazioni e i gridi d’allamme che ama fatto, finalmente u Ministro e u governo chiurunu tutti i scoli pi quacchi deci iorna, limitanto i pobblema dell’amiscata di virus ma creanto attri pobblemi motto gravi come ad esempio la cammuria per i genitori che travagghiano o per quelli che si susunu taddu. Molti patri fanno i turni e non ni ponu dare renzia mentre le matri che non vanno a lavorare devono cucinare e puliziare la casa. A sto punto noi stutenti uniti chietiamo al governo e macari al sintaco di intervenire con decisione attravesso la concessione di una ricarica di dieci euro a ogni picciotto, masculo o fimmmina, ca non po ghiri a scola.

Coronavirus: Il decalogo di Assopanini e Confcavallo

– Prima di mangiare un cavallo e sbizzero lavati bene le mani;

– Se non ti puoi lavare le mani opta per una porzione in vaschetta;

– Evita di aggiungere i gamberetti se hai già scelto i funchetti;

– Quando aggiungi il tabasco non toccarti gli occhi per almeno due ore;

– Se opti per l’asporto assicurati che la stagnola chiuda ermeticamente il panino;

– Se il cavallo è finito sostituiscilo col cosciotto o con la vaddostana;

– Il pollo impanato è più sicuro: opta per la cotoletta o il Coddonblu;

– Evita la sassa di soia e preferisci l’ogghiorepipi;

– I Biustel solo spaccato con la mozzarella;

– Usa la mascherina solo se hai condito il tuo cavallo con sassaemayoness, doppia cipolla, funchetti, senape, olive piccanti e sbizzero.

Gourmet

Illustrissimo ristoratore,

ho apprezzato la cura che hai messo nell’impiattamento, ma la tua “Spicola in sassa di limone con veddure croccanti” purtroppo era molto deludente. Quando con sei venuto a chiedere se stava “antanto tutto pene”, con molto tatto ti ho fatto notare che la “spicoletta” era stopposa, la “sassa” di limone, slavata e le verdure erano tutto fuorché croccanti. Ti sei offeso a morte rimarcando stizzito che da te non si lamenta mai nessuno e che evidentemente era un problema solo mio. Non sei più passato dal mio tavolo e mi hai fatto pervenire il conto – rigorosamente su foglietto a quadretti – ancor prima che l’avessi richiesto. Quando ti ho raggiunto alla cassa per pagare e ti ho chiesto la ricevuta mi hai lanciato uno sguardo di odio e hai bofonchiato: “manco il limoncello ci offro”.