La beffa più grande che il Comune abbia mai fatto è stata convincere il mondo che c’erano questi vigili urbani speciali per Ortigia e poi, come se nulla fosse, puff… un cazzo.
Keyser Söze
I Supplici, 463 a.C.
Dopo decenni di pace e prosperità, le mire dei malacarni catanesi si spostano sugli introiti delle strisce blu della zona archeologica di Siracusa. Un esercito imponente di parcheggiatori abusivi accampato alla Playa, viene inviato dal Re di Catania nella città di Archimede, per gestire il racket e scalzare i parcheggiatori abusivi locali. I Siracusani non ci stanno e guidati da Savvuccio, il maggiore di tre fratelli della Mazzarrona, decidono di resistere con tutte le forze all’avanzata catanese: ne scaturisce una guerra spietata e senza esclusione di colpi. Ogni giorno, per ingraziarsi gli dei, i siracusani sacrificano davanti alla statua del Prometeo Incatenato, un cavallo adornato a festa con sbizzero, sassaemayonese, funchetti e ogghiu re pipi. Quando i catanesi si accorgono che nelle vittorie dei siracusani c’è lo zampino divino, manderanno Agatos, il loro eroe più malacarne, a trafugare la statua di Prometeo lasciando i siracusani nello sconforto. Durante la battaglia campale, quando tutto sembra ormai perduto, l’intervento del Deus Ex Machina sarà risolutore: la provvidenziale entrata in scena di una squadra di Vigili Urbani, sovvertirà le sorti dello scontro e porrà le basi per una sacra alleanza tra siracusani e catanesi. Le due compagini di posteggiatori abusivi, adesso unite per volere degli dei, si scaglieranno come un sol uomo contro gli agenti della municipale assediandoli nella vicina Casina Cuti per giorni e sbaragliandoli definitivamente, causandone la ritirata. Savvuccio e Agatos, ormai alleati, negozieranno una tregua e si spartiranno le rispettive zone d’interesse.
– Excuse Me, Officer…
– Aspettare preco, plis uan moment, prima finire qui, contravvenzione.
– …
– Preco miss, ora parlare, dove posteggiare lei plis? Qui solo resident. Ottiggia.
– I left the car on the right side, just a few dozen steps ahead. Please could You help me? I left inside it my wallet, my passport and my luggage. Has the car been stolen? Please, I don’t know what to do, help me.
– Ok, ok, No probblem, ora io spiegare. Allora, eschiusmi plis, deris the car?
– … Over there…
– Quindi the car deris? Qui? Lato mare ha detto? Se era qui ormai rimossa, Ri-Mu-Ved.
– Did the police remove the car? But… Why?
– Yes, yes. Qui divieto! Solo resident. C’è il cattello. Ormai macchina portata via: deposito, via Olivieri, Teatro Greco, zona atta, viale Teracati… lì vicino.
– Oh my God! But… how can i get to the garage? Ehm… Comi andari noi? a piede vicino?
– Nain, a piedi lontano. Meglio tacchìssi… 10 minuti.
– It’s a big trouble! My wallet is in the backpack inside the car.
– You monei in de car? Non avere soddi?
– I’m so sorry but…
– (Rivolto al collega) Senti, chi facemu? A cummpagnamo nuautri? Avanti va, mischina…
– (collega) E avanti, fall’acchianare…
– Ehm… Signorina… miss, ok, no probblem, andare macchina insieme… cam tugheder.
Dopo una lunga sperimentazione, finalmente pronto il kit per i residenti di Ortigia: distribuiti i primi 500 visori 3D. Per fronteggiare il crescente malumore dei residenti del centro storico, costretti a vivere a contatto con l’abusivismo più sfacciato, tra sedie di plastica spaiate, musica a palla, olezzo di fritto in olio esausto e mancanza sistematica di controlli, Il Sindaco e l’Amministrazione corrono ai ripari con l’ordinanza “Mondo Parallelo”.
Dopo aver tentato, fallendo, di inserire i residenti ortigiani tra le specie protette al pari dell’Orso bruno Marsicano e della Pernice bianca, finalmente, la svolta: ogni residente sarà dotato di un pratico kit (visori, guanti e auricolari) capace di trasportarlo in un’altra realtà. Con l’Ordinanza “Mondo Parallelo” tutto diventa possibile: passeggiare in un vicolo senza dover spostare tavolini abusivi o accapparsi con i ristoratori improvvisati, ascoltare musica a volume decente e negli orari consentiti, prendere un caffè con Tomaso Montanari, Salvatore Settis e Luciano Canfora o incrociare un vigile urbano stremato dal numero di controlli effettuati, ringraziarlo e scorgerne la fierezza negli occhi.
Con l’ordinanza “Mondo Parallelo” cresce anche l’indotto, grazie alla produzione di essenze e profumi che permettono di godere di un’avventura sensoriale a 360 gradi. Tra le più gettonate: Giardino Fiorito, Zeste d’agrumi, Mare d’inverno, Vim in polvere, Mantola tostata, Stratto e Scollo appena sfornato.
A poche ore dall’atto vandalico che ha scosso le coscienze dei siracusani – anche di quelli che non pagano la Tari – arriva la rivendicazione di MDP (Macchina – Dio – Patria), il movimento di automobilisti integralisti famoso per le proteste eclatanti e le azioni dimostrative. “Prima le automobili” è il titolo di un comunicato stampa attraverso il quale il Movimento rivendica il blitz con il sapone e pretende la demolizione della fontana di Diana e la sua sostituzione con un impianto di autolavaggio di ultima generazione. “Piazza Archimede – si legge nel comunicato – è il fulgido esempio di parcheggio selvaggio e non regolamentato che tutto il mondo ci invidia, l’archetipo al quale le altre città dovrebbero ispirarsi. Essa è a tutti gli effetti un garage e rappresenta per MDP un unicum che va preservato dalla volgare offesa di una timida Ztl e protetto dall’incedere lento e sconclusionato dei pedoni. Solo un terribile vuoto scalfisce l’idillio di lamiera, gomma, Pm10 e maleducazione che caratterizza Piazza Archimede: la mancanza di un autolavaggio con spazzole rotanti”.
Ci siamo, anche quest’anno il momento è arrivato, si scorgono all’orizzonte con le Cinquecento e le Citroen a noleggio, hanno le Lonely Planet evidenziate sotto il braccio e gli occhi pieni di meraviglia e stupore. Presto, scongeliamo il pescato di frodo, facciamo rinvenire quella ricotta acida, scomponiamo i cannoli, prepariamo quel chiacco. La stagione turistica è cominciata e Ortigia è un fermento: cultura contro profitto, Luna Park o dormitorio, libertà d’espressione contro libertà d’espressione. Chi farà la prima mossa? Il ristoratore spregiudicato, il musicista integralista, l’Amministrazione imbelle o il residente frustrato? Pitacoricamente spero sempre che qualcuno riesca a mediare tra gli eccessi, ma la disillusione, negli anni, ha spazzato via i miei sogni come un foglio di stagnola soffiato via dal vento nello slargo deserto di un paninaro su ruota.
Al via le “giornate siracusane” della Fondazione Inda, sei appuntamenti dedicati ai cittadini residenti che potranno avvalersi di importanti agevolazioni in chiave siracusana. Dopo una mirata ricerca di mercato, sondaggi tra la popolazione e un torneo di pari e dispari tra i componenti del Cda Inda, ecco le proposte lanciate dalla fondazione:
Inda Drive In
L’attaccamento del siracusano alla propria macchina è leggendario, per questo motivo il secondo martedì di giugno, avrà la possibilità di entrare comodamente con la propria auto nella cavea del V secolo e di godersi lo spettacolo seduto all’interno dell’abitacolo, appagando così uno dei sogni più inconfessabili. L’automobilista potrà strombazzare il clacson per sottolineare l’intervento del deus ex machina, sgasare a più non posso per dimostrare apprezzamento per il coro o, se completamente coinvolto nella storia, segnalare all’eroe intrighi e agguati ad opera dei suoi antagonisti con gli abbaglianti.
Mezza porzione
Per troppi siracusani una tragedia intera è troppo. Per questo motivo i vertici Inda hanno deciso di proporne una versione ridotta. Il terzo giovedì di giugno, il pubblico siracusano potrà recarsi normalmente a teatro, accomodarsi nel posto assegnato e godersi quella che a tutti gli effetti sembra una normale tragedia. Dopo circa 40 – 45 minuti, ad un cenno concordato del regista, il protagonista morirà improvvisamente o farà ritorno alla sua isola natia e dagli altoparlanti partirà a tutto volume la sigla della Champions League. Il Siracusano, preso alla sprovvista, si sperticherà in applausi e si lancerà in ardimentosi “bravi”, gridati con nonchalance e “forza Eschilo”, ritornando poi a casa felice.
Scolaresche
Il primo lunedì di giugno sarà la volta delle scolaresche aretusee. Dato il disinteresse millenario degli studenti siracusani per gli spettacoli classici, la Fondazione Inda – dopo essere stata visibilmente colpita dalla composizione datata 2012 d.C. raffigurante l’incisione del motto “Savvuccio ama Jennifer” e la secca risposta apocrifa “porci e zauddi” – ha lanciato un concorso a premi dedicato alla migliore incisione con chiodo su monumento. La corretta ortografia non da diritto a punteggio suppletivo.
Sabato dance
Chi ha detto che la cultura classica non ha appeal sul popolo della notte? Con il Sabato Dance, la Fondazione Inda si scrolla di dosso tabù millenari e lancia Ellenika, la prima tragedia live con dj Menelao. Cinque ore di Euripide sparato a 180 bpm faranno tremare le pietre della cavea e le gambe degli avventori. Luci stroboscopiche, pessimi long drink e l’attesissimo match sul fango “Ifigenia vs Medea”, rigorosamente vietato ai minori.
Vip
Solo per certi siracusani! È la proposta Inda per la gente che conta. Abito griffato, calzari tipo antico Egitto, tre etti di pietre preziose e licenza media per lei; completo di lino, mocassino di maialino dei Nebrodi, prototipo google glass e avviso di garanzia per lui. I vip siracusani sono stanchi di contendersi un cuscino o un biglietto gratis, pratica ormai ritenuta troppo volgare. “Se la cultura ci vuole sa dove trovarci” aveva dichiarato il presidente del Circolo Unione degli Amici dei Giardinetti, prima di essere posto agli arresti domiciliari. Per non scontentare questa fascia di pubblico, la Fondazione Inda dedica loro il secondo venerdì di giugno. Per l’occasione attori e maestranze si sposteranno sulla cavea per fare spazio sul proscenio a tavoli di Bridge, Chemin de fer, Black Jack e Burraco.
Pensionati
Da sempre bistrattati e considerati l’ultima ruota del carro, ai pensionati viene dedicato l’ultimo mercoledì di luglio. A ciclo di rappresentazioni finite, i pensionati saranno condotti con l’inganno all’interno del Teatro Greco, sedati con ingenti porzioni di pizza al taglio salatissima e di vino “pista e ammutta” da 16,5 gradi a temperatura ambiente e una volta annichiliti, saranno costretti a sorbirsi le esibizioni scartate dal programma della kermesse Siracusadamare.
Ma tu che problemi hai che vivi a Ortigia? Ultimamente mi sento rivolgere questa domanda provocatoria sempre più spesso, come se Ortigia fosse un’oasi di benessere e civiltà, come se vivere qui equivalesse a stare dentro una sfera di cristallo. Sì, c’è un momento in cui potrebbe essere vero, quando esco di casa la mattina presto e mi affaccio sul lungomare con il sole che sorge a levante e i colori che mozzano il fiato e non c’è nessuno per strada e si sente il rumore del mare, beh, la cosa mi emoziona ancora tanto e riconosco che non ci sono tantissimi altri posti così. Però, diciamolo una volta per tutte, il luogo
comune secondo il quale a Ortigia vada tutto bene e il centro storico goda di attenzioni e controlli particolari, è assolutamente da sfatare. Le condizioni dell’isolotto sono problematiche, esattamente come quelle del resto della città. Anche qui la spazzatura è abbandonata senza remore dal padre di famiglia che accompagna i figli a scuola o lanciata direttamente a mare dalla moglie del malacarne della piazza di spaccio. Sedie e tavoli spaiati sono ovunque e occupano strade e marciapiedi; gli ombrelloni Coca Cola mortificano scorci suggestivi; i dehors, regnano sovrani e di suolo pubblico ne è rimasto ben poco da calpestare. Nel tentativo di non scontentare nessuno, la singhiozzante e pavida Ztl ha fallito senza appello, riuscendo a scontentare tutti: quelli pro e quelli contro. Le auto, sfrontate, continuano a parcheggiare in divieto su corso Matteotti, in piazza Archimede, in piazza Pancali e in seconda fila in corso Umberto, rendendo l’unica arteria per uscire dal centro, un budello caotico e infernale. I posteggiatori abusivi pascolano indisturbati nelle distese di Nazario Sauro e negli anfratti del mercato; nei fine settimana poi, i pescatori di frodo approntano il loro bazar, per la gioia di grandi e piccini:
– Papà, papà, che pesce è quello lì?
– Amore mio, è un piccolo cerniotto reale, una specie protetta!
Le discoteche improvvisate suonano a volumi spropositati e senza licenze ed i karaoke, sfacciati, ripropongono hit neomelodiche fino alle prime luci dell’alba. Il piano di zonizzazione acustica è un mistero della fede, con un’aurea tra il mitico e il mistico, tipo miracolo del sangue di San Gennaro. Gli ambulanti abusivi, spiaggiati davanti ai monumenti, espongono un’offerta merceologica da fare invidia al Floresta dei tempi d’oro e seguono il fil rouge estetico di sciatteria, imposto dalla kasbah con le luci al neon che commercia in cianfrusaglie e copricapi di cartone pressato e che occupa, da tempo immemore, il versante nord del tempio d’Apollo, il più antico tempio dorico siciliano. Nessuno controlla, nessuno fa niente. Tutto intorno, una luce unica, un mare invitante, un cielo terso e nell’aria, un persistente fetore di fritto.