Consuetudini

“Prego” – disse porgendo al cassiere del bar una banconota da venti euro ed uno scontrino su cui erano segnati due caffè, ma ne ottenne in cambio solo uno sguardo attonito.

 

image“E che ci devo fare io con questi?” – replicò dopo una breve pausa il cassiere stizzito.

 

“Mi dispiace ma non ho spicci”

 

“Ma come glieli cambio io questi?”

 

“Guardi, non saprei. Trovi un modo” disse spazientito.

 

“Ma almeno mi dica se vuole due da dieci, quattro da cinque, se vuole moneta”

 

“No guardi, non ci siamo capiti, io devo pagare due caffè. Questo è lo scontrino che mi avete fatto voi”

 

– “Ah, mi scusi ma non l’avevo visto!!! Siccome non ne facciamo mai…”

 

– “E certo, capisco. E che vuole fare? Lo storniamo? Non vorrei averla messa in difficoltà”

 

– “No, ormai l’abbiamo fatto, pazienza…”

 

– “Mi scusi ancora per il disguido, se avessi saputo…”

 

– “Non si preoccupi, ogni tanto qualche scontrino lo dobbiamo fare. Ecco il suo resto”

 

– “Grazie mille e arrivederci”

 

– “Cammelo” – urlando rivolto al ragazzo del bar – “a prossima vota ca fai nu scontrino pi du cafè t’ammazzu!”.

Carmelo annuisce.

 

Siracusa, le tracce della maturità

1) Il finanziamento del ponte di Targia. Il candidato ripercorra le tappe dell’epopea dell’infrastruttura siracusana, individuando le similitudini con la tradizione del poema epico letterario con riferimento alla Chanson de Roland e all’Orlando Furioso che presentano azioni inverosimili, avventure fantastiche e esame-di-maturitàdisvalori dell’agire umano.

2) Street art. Ha destato molte polemiche il murale raffigurante una giovane e prosperosa Santa Lucia su un palazzo di via Algeri. Parte dell’intellighenzia aretusea si è scagliata contro questa poetica di pop art cattolica definendola priva di spunti di riflessione. Il candidato analizzi l’insieme strutturato degli intenti espressivo-contenutistici dell’opera e li confronti con la tradizione muraria magnificamente sintetizzata dalle opere “Mirco e spicchioso”, “Abbasso la troca…Mai” e “Morbo”.

3) Per quasi due settimane il caso Gettonopoli ha indignato i cittadini siracusani ed ha imposto nel dibattito politico il tema dell’etica. Il candidato inserisca il fenomeno sociologico nel filone del teatro dell’assurdo con particolare riferimento ai dialoghi senza senso capaci di suscitare ilarità e tristezza all’unisono.

4) Meccanica celeste e gruppi consiliari. Il candidato esponga le principali teorie alla base dello spostamento continuo, di gruppo consiliare in gruppo consiliare dei consiglieri Lo Curzio, Rabbito e Malignaggi.

5) Attualità: Carne di Cavallo, rischio olio di palma?

Fenomenologia ed eterno ritorno del vigile urbano in una città a vocazione turistica

Il vigile urbano alle prese con le richieste di chiarimento della turista inglese in merito alla rimozione della sua autovettura mostra tutta la sua fragilità. Dapprima utilizza, scandendolo con tono perentorio l’infinito, perché nell’immaginario questa forma verbale è il passepartout per tutti gli idiomi.

Aspettare preco, aspettare plis, uan moment, prima finire qui”.

10676398_10205092533582693_8074606812451449399_nPoi, rivolto alla collega, vira sul dialetto e quasi sottovoce bofocchia: “Mmm n’autra nglisa. Oggi è a tezza ca mi capita. Ma chi fici ri male iu?”.

Nglisi, insieme a russo e cinisi, forma le macrocategorie geopolitiche in uso a queste latitudini. Nglisi equivale genericamente all’Europa occidentale, Oceania ed America del Nord; con la macrocategoria Russo si intendono le popolazioni dell’Europa orientale ed in generale i biondi; con Cinisi, l’intera Asia.

Preco, parlare, dove posteggiare lei plis? Qui solo resident. Ottiggia”.

La turista cerca di spiegarsi, di farsi capire a gesti ma inevitabilmente la barriera linguistica è insormontabile. Il vigile urbano comincia a guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno che possa tradurre le istanze della signorina e facilitare la comprensione, ma la strada sembra un deserto. L’uomo sa di essere dalla parte della ragione ma allo stesso tempo percepisce l’angoscia della giovane turista che teme che la sua auto a noleggio possa essere stata rubata.

Allora deglutisce e si lancia: “Eschiusmi mister plis”. Indica la fila di auto parcheggiate alla sua destra, unisce la punta delle dita di una mano e muovendo il polso su e giù si esibisce in un trionfale: “Deris the car?”.

La malcapitata, con le ultime forze fa segno di no, cerca di dire qualche parola, per un istante sembra anche infastidita, ma lui la incalza: “Deris the car? Deris? Qui? A destra? A Left? Deris the car signorina? Se era qui ormai è stata rimossa e pottata a paccheggio, via Olivieri, Teatro greco, viale Teracati… lì vicino”, mimando con la mano la strada da fare a piedi.

La ragazza è confusa, non ha capito niente, saluta e imprecando sottovoce si allontana, presumibilmente verso il suo alloggio alla ricerca di qualcuno che possa farle capire. Il vigile urbano allarga le braccia dispiaciuto, avrebbe voluto aiutarla veramente, farle capire che trovandosi in zona rimozione la macchina è stata sicuramente rimossa e che avrebbe dovuto fare più attenzione. Si rivolge alla collega e vulnerabile dice: “Certo ca stu inglisi però navissimu nsignari…” e la collega, che ha assistito a tutta la scena senza intervenire, replica fatalista: “Oramai è troppo tardi chi ta nsignari…su i turisti c’avissiru a sapiri l’italiano”. I due stanno per risalire a bordo della loro auto quando un omaccione biondo si sbraccia per catturare la loro attenzione: “Excuse me officer”.

No! Macari u russo. Ma nun potti finiri sta iurnata…” .

Ansia della settimana (2)

 – Decoro Day, dopo il successo del murales raffigurante una trendy Santa Lucia sulla facciata di un palazzo di via Algeri, focus su Viale Epipoli e sull’istallazione agroalimentare “Un sacco, tre euri” ad opera di artisti concettuali berlinesi. “Un sacco tre euri” sembra una tipica bancarella abusiva ma in realtà rappresenta una esperienza sensoriale unica nel suo genere: esteticamente provocante, fascinosa e destabilizzante sposa in pieno la cultura del waste recycling e dell’accatastamento creativo delle cassette della frutta.

– Proseguono le iniziative del comune per il Decoro Day. Ha destato scalpore il gigantesco murales Schermata 2015-05-28 alle 08.19.50raffigurante una moderna Santa Lucia disegnata sulla facciata di un caseggiato della mazzarona. Per placare le critiche dei cattolici più integralisti e riportare l’immaginario iconografico in un contesto più tradizionale, il Comune ha deciso di far dipingere sul palazzo attiguo, una poderosa effigie del Senatore Lo Curzio!!!

– Si insedia il baby Sindaco.

Dura presa di posizione del baby Sindaco: subito un’ordinanza per il divieto di bivacco sui gradini della Martoglio! Poi ci occuperemo di viadotto di Targia e bando rifiuti. In settimana pronte le deleghe per la baby Giunta, sfuma l’ipotesi Rabbito… Fermento nel baby Consiglio Comunale: no al taglio delle merendine di presenza!!!

– La Buona Scuola, proseguono le polemiche. Le istanze dell’associazione TreeLLLe vicina a banche e Confindustria, scavalcate da quelle della 2C, la lobby delle cartolibrerie!!! Sindacati sulle barricate. Sciopero scrutini, i docenti del Santa Maria: ma che sono sti scrutini?

– DDL scuola: sindacalisti in sciopero della fame a Catania. Panico nei bar del centro!!! La Anacardi S.p.A. sull’orlo del fallimento. l’Ad di Crodino: non so quanto riusciremo a reggere questa presa di posizione prima di essere costretti a licenziare.

– Svelata la causa del flop del Cluster Bio-Meditterraneo ad Expo 2015: nessuno in Regione conosceva il vero significato del termine cluster! Interrogati con la domanda cosa è un cluster? Il 93% dei Funzionari e il 97% dei dipendenti ha risposto un generale americano…

Gradini del Duomo, una escalation!

Dopo l’ordinanza comunale che vieta di sedersi sui gradini del Duomo, la Curia, stizzita per quella che considera una intromissione gravissima, proclama il divieto, pena scomunica, di fotografare l’Artemision, Porta_Pia_Pagliari_Vizzottoconsiderato opera del demonio. In tutta risposta il Comune, rifacendosi ad un antico trattato risalente al XV Secolo depone il vescovo e lo sostituisce con il Presidente del Consiglio Comunale. La chiesa non ci sta e richiama da tutta la provincia le suore alla guida delle famigerate Panda bianche che si schierano a protezione dell’arcivescovado. Colti allo sprovvisto, gli esercenti di Piazza Duomo si proclamano neutrali, si uniscono nel granducato della Granita di mandorla e iniziano un florido commercio con Piazza Archimede e Piazza San Rocco. Per non farsi mancare nulla, i sindacati proclamano una tre giorni di sciopero dei lavoratori Igm.

La tensione è alle stelle e per gli osservatori internazionali si prevede un’escalation senza precedenti. Con una bolla votata a maggioranza dal consiglio comunale, il Presidente Sullo, nella nuova veste di vescovo laico della città, sposta la cattedrale nella ex chiesa dei cavalieri di Malta. Alcuni consiglieri anziani votano per l’introduzione dello Ius primae noctis. Per minare lo stato d’animo del nemico, la chiesa decide di vietare ai consiglieri, in perpetuum, la processione di Santa Lucia, quella della sua ottava e anche quella di santi minori, beati e venerati vari. Il consigliere Sorbello non regge il colpo e decide di disertare, riuscendo a fuggire a bordo della Carrozza del Senato trainata da quattro vigili urbani devoti ed in uniforme bianca. Il Comune accusa il colpo e invia dai dipartimenti igiene pubblica e decoro urbano dei commandos per cancellare dai muri cittadini tutte le scritte Dio c’è. Gli strateghi militari della curia elaborano allora un piano per colpire il Comune nel suo punto debole: la destagionalizzazione turistica. Affacciati dal giardino dell’arcivescovado un plotone di seminaristi inganna i turisti facendo credere loro che l’ipogeo sia ancora chiuso. È la goccia che fa traboccare il vaso! L’Assessore Italia va su tutte le furie e con uno stratagemma degno di Ulisse fa nascondere i consiglieri Burti e Romeo tra i cristalli di uno dei lampadari regalo di Dolce e Gabbana che offre in segno di resa davanti al portone del vescovo.

Il piano sembra riuscire ma Suor Angelina, cieca come una talpa e decana ultracentenaria delle Ancelle del santissimo sacramento dell’immacolata concezione delle beata vergine Maria, scambia il dopobarba di Burti per il profumo di rose di Padre Pio e gridando al miracolo si accascia stroncata dall’emozione. Il piano è stato scoperto: Burti viene processato da un tribunale ecclesiastico e condannato al rogo; Romeo si pente e viene trasferito in un convento di massima sicurezza sulle Madonie. Le ingenti perdite subite da entrambi gli schieramenti cominciano a minare il morale dei due contingenti. In un incontro segreto da Pascucci i due stati generali discutono e firmano un trattato di pace. Il Comune si impegna a destituire Sullo dalla carica di vescovo laico, rinuncia ai diritti sulla scalinata del Duomo e ottiene in cambio la proprietà di un tratto di catacomba sotto Villa Reimann da donare ai ribelli del quartiere Neapolis. La Curia garantisce a Consiglio e Giunta comunale indulgenze e grazie assortite, ottiene una foto autografata dall’ex gruppo consiliare di SEL dal valore inestimabile e riprende possesso delle scale del Duomo vietandone la seduta…

Ansia della settimana

Nota stampa INDA

Parcheggiatore-2In una nota ai turisti stranieri la Fondazione Inda precisa che i bellimbusti con idioma siculo e abiti tipici (marsupio, t-shirt poliestere smanicata, scooter senza assicurazione) che chiedono denaro fuori dal Teatro Greco non appartengono al cast de Le Supplici ma sono di veri e propri posteggiatori abusivi.

 

Siracusa, Turisti vs autoctoni!

– Preco?

– Ciao, crazie. Uhm, Zwei cappuccino… und uno ice cream… Gelatta… Pistaccia… und… maybe a piece of walnut cake?

– ehm… Cassata?

-walnut cake

– ehm… Raviola ricotta?

– no… nut… mit noccioli…

– ah! Arachiti!!! Allora: due cappuccinen, un celato pistacchio e ci potto 2 nocciline…apposto, stanno arrivanto…

 

Bando Refezione Scolastica

Nel capitolato obbligo di panino maremonti (carne di cavallo e gamberetti) almeno tre volte a settimana!!! Si prevede un ribasso d’asta del 31% su sassa e mayonese. Sindacati sul piede di guerra: “il maremonti servito anche nella vaschetta o non se ne fa niente”… L’assessore: “sindacati scevri di tasting culture, ma la customer satisfaction e gli stakeholders sono dalla nostra parte e ci premiano in termini di accountability”…

 

Crociata anti-cash

– Sono quintici euri

– ok, ha il Pos?

– …

– il Pos, per il pagamento con carta di credito

– ah cetto, carta o bancomat?

– Bancomat va bene, grazie

– no, qui solo contanti. ce la faccio lo stesso la ricevuta?

 

L’opera dei pupi

A volte siamo talmente sprovveduti che qualsiasi cosa abbia un facciata di maestosità, qualsiasi evento distribuisca prebende sotto forma di contratti e sponsorizzazioni, lo consideriamo il non plus ultra, l’evento definitivo. Siamo pronti a batterci il petto per difenderlo allo stremo delle forze e per convincere pupi_sicilianitutti gli altri di questa verità assoluta. L’eccellenza è diventata un tormentone con cui ci facciamo belli quando in realtà, è difficile possedere le categorie per poterla giudicare, avvinghiati come siamo ad effimere convinzioni.

La polemica o presunta tale sulla regolamentazione dell’utilizzo del Teatro greco di Siracusa è un caso emblematico. Una parte sostiene che la Regione Sicilia (che oggettivamente non è certo un’istituzione che ispira fiducia) voglia penalizzare Siracusa con l’introduzione di un bando europeo per la gestione degli spettacoli (rappresentazioni classiche dell’Inda escluse) al Teatro greco.

Ora, scagliarsi contro un bando europeo che ha l’obiettivo di regolarizzare una situazione confusa è per me inconcepibile. Farlo al grido di “vogliamo regole certe” è un ossimoro. Insomma, non si fa che parlare di meritocrazia, di eccellenza, di sviluppo, ma poi, al minimo sentore di cambiamento dello status quo, ci si arrocca come negli scacchi? L’idea che il bando europeo possa portare, per esempio, una produzione tedesca a rappresentare a Siracusa un ciclo di opere liriche, dei concerti sinfonici o una mini stagione di musica colta, mi sembra una prospettiva eccellente e non capisco per quale motivo debba essere boicottata o considerata una mossa per penalizzare Siracusa a discapito di Taormina, Catania o altri eminenti centri culturali (risata ndr). Certo, la Regione Sicilia è foriera di incredibili voltafaccia, cambi repentini di regolamenti, lentezze congenite, cinico menefreghismo e si fonda su una burocrazia ottusa, maliziosa e pachidermica, ma proprio per queste ragioni dovremmo raccoglierci in preghiera ed esultare ogni qual volta un bando europeo viene licenziato e reso pubblico da questa Regione qui. Barricarsi dietro i successi di pubblico dell’Aida dell’anno scorso e dietro quelli altrettanto certi della Norma belliniana di questa stagione non rappresenta una giustificazione adeguata. A nulla valgono i venti minuti di applausi di una platea che ha cancellato qualsiasi legame con la musica classica, se non a farci capire che solo quando la mondanità dell’evento sarà affiancata dalla qualità, questa città avrà veramente compiuto un passo in avanti in termini culturali e turistici. Fino a quando gli operatori di settore si disinteresseranno del valore artistico di una rassegna e fino a quando una certa stampa si limiterà a glorificare eventi modesti innalzandoli a capolavori assoluti, resteremo quello che siamo: provincialotti e babbasunazzi.

Io sciopero contro la “Buona Scuola”, voi ripassatevi l’educazione fisica…

È arrivato il giorno dello sciopero contro la “Buona Scuola” di Renzi. Del resto, mai nome fu più foriero di maledizioni, improperi ed anatemi, per una riforma che nel bene o nel male coinvolge milioni di persone tra docenti, alunni, dirigenti e personale vario che si riconosce sotto sigle e acronimi sempre più lunghi. bianca4Cosa prevarrà stavolta? La presunta inconcludenza del governo, incapace di strutturare una riforma efficace, come accusa una metà del mondo scolastico o il mantenimento di uno status quo che ha ridotto la scuola italiana ad una beffa, penalizzando docenti motivati ed alunni?

Questa riforma ha aspetti sicuramente positivi (immissioni in ruolo dei precari, maggior peso del collegio dei docenti, definizione dell’autonomia scolastica attesa da vent’anni e che dovrebbe comportare l’incremento delle risorse destinate alla scuola, obbligatorietà della formazione dei docenti) ed alcuni molto controversi (preside sceriffo ed albi territoriali per le chiamate degli insegnanti). Quindi che fare? Da che parte schierarsi? Confusione. Quello che so è che la scuola italiana è in emergenza e ha smarrito la sua strada: pochi fondi, bistrattata dai governi ed umiliata da insegnati mediocri ma intoccabili e da dirigenti con manie di grandezza (il mio, come la Marina Ripa di Meana, stampò un libercolo dal titolo “I miei primi quarant’anni” con biografia dettagliata e scatti dall’album di famiglia). Credo si possa discutere su tutto ma non sull’imprescindibile assetto meritocratico che questa riforma vuole dare alla scuola italiana. Non riesco a spiegarmi per quale motivo un docente valido, aggiornato, motivato, fiero del suo lavoro e capace di istaurare un legame profondo con la sua classe debba essere considerato alla stregua del suo collega che si è arreso non appena entrato di ruolo. Che sia il preside a stabilire quale insegnante è più meritevole non mi importa, a patto però che ci sia un organismo al di sopra del dirigente che giudichi anche il suo operato. Acquisire un diritto comporta anche l’assunzione di responsabilità. Per questo mi disgusta sapere che ci sono dipendenti statali che percepiscono e percepiranno per sempre uno stipendio senza fare nulla, senza essere mai valutati e che adesso, dopo anni di latrocinio, scendono in piazza per protestare. Un po’ di dignità per favore, il vostro è uno scandaloso privilegio, rendetevene conto.

Così mi sono chiesto se i miei insegnati del liceo (alcuni oramai in pensione) sciopereranno o avrebbero scioperato, che cosa ne pensano quelli che ho stimato e che stimo ancora e cosa tutti gli altri: quelli annoiati, quelli svuotati dentro, fedeli lettori di settimanali patinati e profondi conoscitori delle vicende di Padre Pio e dei drammi dei principini William e Henry di Windsor dopo la prematura scomparsa di Lady D.

Che farà L.? Sciopererà o preferirà andare al mercato a comprare il pesce, saltando la prima ora e lasciando la classe scoperta come sempre? E la F.? Terrorizzata com’era da qualsiasi forma di progresso – perfino dalla matita portamine che rappresentava per lei un salto tecnologico di duemila anni – farà il corteo o si terrà al di qua della strada ferrata, limite massimo e colonna d’Ercole del suo mondo? E Z.? No lui no. Era un brav’uomo, ma era pavido. Una volta ad una mia domanda sulla letteratura del ‘900 mi rispose che non era sicuro che i programmi ministeriali permettessero l’insegnamento di Pasolini. Lui al massimo avrebbe indossato una fascia bianca al braccio e avrebbe proclamato il suo personale sciopero giapponese continuando ad insegnare. E quell’incredibile personaggio di I.? Così annoiato da avere sviluppato la prima forma conosciuta di anemia megaloblastica da insegnamento. Già me lo vedo mentre entra in classe, passo sbiascicato, uno sguardo annoiato agli alunni, lancio da 5 cm de “La Sicilia” sulla cattedra, crollo sulla sedia, sospirone, apertura registro, compilazione scartoffie, a volte appello (anche durante 4/5 ora) per perdere tempo, pausa riflessione e poi con voce flebile:

– domani c’è lo sciopero contro la “Buona Scuola” quindi oggi non facciamo niente… che avete dopo?

– Educazione fisica, professore.

– E ripassatevi l’educazione fisica… ah (sbuffo)

Porci l’altra guancia

Senza senso civico non si va da nessuna parte. Inutile riempirsi la bocca con il passato millenario di questa città quando poi gli atteggiamenti di ognuno di noi, cittadini ed istituzioni, sono esclusivamente mirati al tornaconto personale e alla strafottenza nei confronti di ciò che dovrebbe essere di tutti. Lasciare spavaldi Uno-spiccato-senso-civicoil SUV a metano in tripla fila bloccando gli altri automobilisti perché: “Ma cchi cazzo soni? Pi 5 minuti ca lassai a machina ca” o saltare la fila perché: “tranquillo mpare, ho fretta” (geniale); sono atteggiamenti che evidenziano la totale mancanza di rispetto per gli altri. Che una percentuale variabile di popolazione possa comportarsi in questo modo, per ignoranza o per gretto beneficio, è nell’ordine delle cose. Ma che, chi dovrebbe vigilare e sanzionare questi atteggiamenti, faccia finta di niente è un fatto gravissimo. Le leggi e regolamenti vanno rispettati ma certe volte lo si fa con grande fatica. Differenziare i rifiuti è una rottura pazzesca, ma in un’ottica di risparmio e di salvaguardia dell’ambiente, lo si fa con impegno. Sfrecciare sulla corsia di emergenza dell’autostrada, superando strafottente tutti gli automobilisti in coda per accaparrarsi prima degli altri un pezzo di salsiccia alla grigliata della domenica è il sogno proibito di molti di noi, ma il concetto di emergenza non è legato a quello di salsiccia. Forse è un pensiero meschino, ma quando qualcuno viene sanzionato per queste infrazioni, idealmente, viene lanciato un messaggio di luce e di speranza a chi le regole le segue e a tutta la città. Una speranza che mi porta a credere che prima o poi anche tu, vigile urbano annoiato, quando ti segnaleranno che dietro l’angolo, il signore con l’ape sta scaricando nel cassonetto quintali di laterizi, gonfierai il petto e come se ne dipendesse il tuo onore, ti precipiterai a bloccarlo anziché rispondere: “io sono al servizio carro attrezzi, deve chiamare la polizia ambientale e fare la denuncia…”.

La partita di giro della spending review

freelance_colomassi_27_-_04_-_2015_rotatoria.jpgDa Doppiozero.com

Ma chi è il freelance? Che fa? Io lo sono e ho una sola certezza. Quando devo pagare l’IVA tutti si prodigano a spiegarmi che si tratta solamente di una partita di giro. Ma quando sono io a staccare una fattura e scrivo l’importo “+ IVA”, provoco reazioni scomposte, alcuni cominciano a negarsi al telefono, altri mi guardano male e qualcuno mi insulta pesantemente. Non è per buttarla sempre sulle differenze tra Nord e Sud Italia, ma fare il freelance da queste parti non è cosa semplice. Da queste parti è il Sud.

 In una regione che ha fatto delle sovvenzioni pubbliche la fonte di sostentamento di milioni dei suoi abitanti, è inevitabile che il freelance si rivolga al settore pubblico per sottoporre progetti e sbarcare il lunario. L’impresa privata, sebbene sia più dinamica e smart, con le idee chiare e orientate al profitto e che si definisce 2.0 (anche se ne ignora il significato) rappresenta un’esigua fetta di mercato che tende a difendere la convinzione che il freelance debba lavorare gratis, solo per farsi pubblicità. Il sistema clientelare che ha dominato quest’isola ha inevitabilmente inculcato nella testa di molti freelance la convinzione che si possa sopravvivere solo bussando alle porte degli assessorati, facendo affidamento su un sistema fondato sul così detto “finanziamento a pioggia”. Nel bene o nel male, ma sempre in percentuale al partito o al politico di riferimento, tutti potevano essere rinfrescati da una spruzzata di fondo pubblico. Quelli fuori dal sistema agognavano qualche goccia come i gerani sui balconi degli studenti del Dams. Come dimenticare gli anni dei tavoli tecnici su qualsiasi argomento, delle consulenze d’oro sullo stato di salute della lattuga iceberg, dei direttori creativi che proponevano la compagnia di teatro del lontano parente di Johnny Dorelli o una cover band dei New Trolls con cachet che neanche i New Trolls di Aldebaran?

Nel frattempo la rivoluzione crocettiana ha lasciato dietro di sé tre rimpasti di governo e miliardi di consonanti sbagliate; quella renziana sembra impegnata nel rimpolpare le sue fila con quelli che dovrebbe rottamare; del centrodestra del 61 a 0 è rimasto solo lo 0,8 e i Cinque Stelle continuano a invitare a cliccare su un link che rimanda a un blog che apre un sito dove è caricato un video che denuncia qualcosa ma non propone alcuna soluzione. Senza contare che l’autonomia dello statuto siciliano continua a essere una disgrazia per tutti quelli che sognano una Sicilia commissariata da un paese scandinavo che ne prenda il potere e cominci una lenta opera di moralizzazione e civilizzazione delle amministrazioni e dei cittadini, anche a costo di vietare il pusillanime cannolo, la vile cassata e di sostituirli con la virtuosa aringa affumicata.

Grazie ai rimbrotti dell’Unione Europea, che implorava di spendere correttamente i fondi europei che erano stati stanziati, il freelance ha creduto in un cambiamento proficuo, in una nuova era di giustizia e meritocrazia, ma non aveva fatto i conti con la spending review. Un’espressione che, prima di essere metabolizzata, ha subito qualsiasi tipo di maltrattamento fonetico e linguistico: dalla sostituzione stocastica delle consonanti d, t, g, c allo scivolamento estremo degli accenti. In un bar l’ho sentito confondere con un’agenzia di rating: la Spending & Review. Per il freelance abituato a sopravvivere in una terra di sprechi evidenti come le crepe dei viadotti della Palermo-Catania, questo concetto assumeva un significato di pulizia, bellezza e innovazione. Un’idea forte che faceva presagire un brusco stop agli sperperi, un oculato riordino della spesa e una prospettiva di cambiamento. In poco tempo, come accade da queste parti, quando il fragore si placa e tutto tende a tornare com’era, la spending review si è trasformata in qualcosa di diverso, di subdolo, diventando la scusa per eccellenza, la maledizione per il freelance che sviluppa progetti per l’amministrazione pubblica.

– Buongiorno, sono passato dopo circa 137 tentativi andati a vuoto di mettermi in contatto con voi telefonicamente.

– Il giovedì non riceviamo per telefono!

– Sì, lo so, infatti avevo chiamato venerdì e poi martedì e mercoledì.

– Ma venerdì era venerdì santo. Prima di Pasqua.

– Perché, eravate chiusi?

– No però…

– Comunque. Senta, volevo sapere se l’assessore si è poi espresso in merito alla mia proposta sul ciclo estivo delle Sinfonie mahleriane.

– Mi dispiace ma la risposta è no. Non ci sono i soldi.

– Ma il mio ciclo di sinfonie è praticamente a costo zero tranne che per alcune spese veramente basilari che riguardano aspetti della produzione.

– Mi dispiace ma proprio quei costi non li possiamo supportare.

– Lo capisco, ma sono dieci sinfonie di Mahler più il Das Lied von der Erde… io non so, ma, meno di così…

– Quest’anno i fondi sono andati su cose più tradizionali: il mercatino di Natale, la casa di Babbo Natale, la notte della Befana… cose così. Se ne faccia una ragione, c’è la spending rewiew non ha sentito? Noi le mani legate abbiamo.

– Che peccato, il lavoro di un anno intero… Senta, per liquidare la mia fattura come facciamo? Erano cinquecento più iva.

– No! Cinquecento iva inclusa.